LA COMPULSIONE


                                                      

Non avete mai provato una fissazione per qualcosa?
Io dico la sgrigna, per dire qualcosa come l’uzzolo, il pallino, ma so che non è, non si dice così. La sgrigna in emiliano, romagnolo, mi  dice uno che se ne intende, significa la risarella, quel moto spontaneo di riso inarrestabile che a volte coglie soprattutto soggetti molto giovani,  per motivi anche futilissimi. Quella che da noi chiamiamo la ritarella; ma da noi ridere si dice ritere: riteto riteto che rito bene chi rito ultimo.

A Pancrazio piacevano i libri. Non una vera passione, era una fisima: doveva leggere ad ogni costo. Li aveva scoperti, questi begli oggetti fatti di tante pagine tenute insieme da una copertina,  in tenera età, mentre era in soffitta, un giorno, intento ad un’assidua operazione di scavo, fra mucchi di cianfrusaglie, sicuro che avrebbe scoperto qualcosa di interessante e le sue aspettative non arrivavano, per la verità, al di là di una qualche ‘casuale’ scoperta di una mitica raccolta di materiale pornografico di cui aveva sentito parlare da suo padre, ammiccando, quando con certi amici, dopo aver mangiato e bevuto, si lasciava andare a confidenze fra uomini, dalle quali egli era escluso, ma solo in apparenza in quanto, da quel furbo ragazzino che era, scacciato dalla porta, si appostava presso una finestra, da dove poteva sentire tutto quello che nel consesso di quegli adulti veniva detto, fra grasse risate e scoppi  di voci alterate.



                                         Proibito leggere! - Ragazzi Mondadori




La ricerca dei giornali pornografici del padre non dette esito positivo, ma in compenso egli fece una scoperta che non si sarebbe mai aspettato: improvvisamente si era trovato davanti ad una raccolta, abbastanza grande, di libri, relegati in soffitta, in mezzo a tutto quel ciarpame, ben nascosti alla vista, caso mai qualcuno avesse covato insane curiosità.
Ne plus sapias quam necesse est, ut ne obtulescas, a mente e nella libera traduzione, non di Pancrazio, ma del padre, non fare mai in modo di sapere più di quanto sia necessario, al fine di non instupidire.

Infatti, in tutta la sua infanzia, Pancrazio aveva letto, dalla prima parola, all’ultima, ben due libri, di cui ricordava le magnificenze di due personaggi, Mangiafuoco e Cacasenno, ma poi, con le turbolenze dell’adolescenza, si era perso ed aveva smesso di coltivare una così nobile attività. Ben altri erano allora i suoi interessi ed egli si dilettava a collezionare altri reperti, in genere articoli di abbigliamento femminile piuttosto intimi, rubati alle ragazze entrate in contatto con lui.
L’amore non conosce ritegno.

Non aveva però scordato il piacere che si prova talvolta nello starsene per i fatti propri a leggere qualcosa di stimolante per la fantasia e per i sensi e da quando nella sua vita era arrivata Evelina, che passava molte ore intenta nella lettura, si era riacutizzato in lui quel desiderio di conoscere altri libri, anche se riteneva che in fin dei conti, si trattava di una perdita di tempo meno inutile del non fare niente.

Visto che anche Giulia, sulla scia della figlia, adesso leggeva libri e si dava arie da intellettuale, inforcando occhiali da vista ed assumendo un’aria di svagata superiorità, un giorno, si fece coraggio ed entrò in una libreria, in modo quasi furtivo e cominciò a girare tra i banchi dei libri messi a disposizione dei visitatori, cercando di mimetizzare il senso di imbarazzo che avvertiva, per non sembrare un pesce fuor d’acqua.

Era attratto da tutte le nuove edizioni, esposte in quei banchi vicino all’ingresso dove era affisso il cartello Novità e non resisteva all’impulso di allungare la mano e toccare ogni libro, sfiorare le copertine, prendere in mano un libro che gli sembrava più attraente e sfogliarlo brevemente. Per uno in particolare sentì il bisogno di annusarlo, sapeva di carta, di inchiostro e di colla.

Anche lei è preso da compulsione quando vede un libro? Gli chiese gentilmente un signore che gli si era affiancato ed era interessato a vedere quale libro avesse in mano.        

Come sarebbe a dire? Chiese a sua volta Pancrazio, cercando di non apparire per quello che era.

Non può resistere all’impulso di prendere in mano il libro, gli rispose a sua volta l’interrogato e di guardarlo, e di sfogliarlo, e di vedere il tipo di carattere usato, e di quante pagine è composto, e di leggiucchiare le note di copertina, e di fiutare l’aria che emana dalla confezione fresca di stampa. La parola compulsione viene dal latino compellere, che significa costringere.

E chi ti costringe? Io non ti ho detto niente.

Non mi sono spiegato…volevo dire che non riesco a trattenermi, debbo farlo, è una spinta interiore.

Non so cosa vai cercando, ma ti assicuro, che se mi provochi, ti faccio vedere chi è Pancrazio, che non si fa spingere da nessuno.

Ho capito, chiedo scusa se l’ho disturbata e mannaggia a me e quando non mi posso fare i cavoli miei. Ma che modi, Dio buono…

Ah ci hai pure da ridire? Incalzò Pancrazio. Ti piace questo libro? Vuoi vedere che te lo faccio mangiare?

Il commesso che girava tra i banchi, udendo l’alterco, si fermò davanti ai due e cercò di placare Pancrazio.

Dite a me che problema c’è?

Ma niente, il presunto signore qua mi ma detto che gli ho dato una spinta, cosa non vera nella maniera più assoluta. Stavo sfogliando questo libro, quando egli mi si è accostato e voleva vedere cos’era.

Il commesso si rivolse all’altro:

Ha bisogno di aiuto? Dica a me che le trovo quello che va cercando. Se poi, non deve acquistare, la prego di uscire.

Io non ho fatto niente, ma insomma, siete tutti pazzi?

Si accomodi signore, altrimenti chiamo la sicurezza.

Guardi, disse l’uomo fuori di sé, che io sono Simon Delle Brughiere, l’autore di quel libro che ha in mano il non distinto signore che è di fronte noi.

Il commesso si irrigidì di colpo e si volse, lentamente verso Pancrazio. Non sapeva ancora quello che avrebbe fatto, ma certo era necessario improvvisare una strategia per uscire da quel cul de sac nel quale si era ficcato.

Mi dia quel libro, impose intanto, per prendere tempo ad un Pancrazio che aveva perso tutta la sua baldanza. Senza reagire, glielo porse.

Il commesso, cercando di mostrare una disinvoltura che in quel momento non aveva, prese il libro dalle mani di Pancrazio e, tenendolo a braccia tese, ad una certa distanza dagli occhi, come dovesse esaminare un reperto archeologico appena estratto dal sito di ritrovamento, lesse: Simon delle Brughiere, La Fisima del Libro maledetto, Romanzo.

Le dispiace mostrarmi un documento di identità? Chiese al perplesso autore. Che dopo un poco, disse:

Non ho nulla in contrario, ma non credo che sia necessario, qua dentro mi conoscono tutti, tranne lei ed il signore qui accanto. Lei perché assunto da poco tempo dalla libreria, il signore qui, per ignoranza. Perché non avrà letto nessuno dei miei libri, immagino.
Quando ho visto che stava sfogliando questo mio ultimo lavoro, ho avuto curiosità di sapere se conosceva la mia opera e se l’apprezzasse. Ora so che non ne sa un cazzo.
Pazienza, ragazzi, avete fatto una pessima figura, ma la colpa non è mia. La colpa è di questo signore che frequenta le librerie, senza sapere cosa sia un libro.

In quel momento, nella libreria si creò un piccolo turbine. Entrarono rumorosamente un po’ di persone, che facevano da codazzo a quattro, cinque che circondavano uno al centro, che camminava a testa alta e passo svelto. Un brusio corse per tutta la sala e tutti quelli che erano intenti a guardare i libri nelle varie corsie, alzarono gli occhi, per vedere cosa stava succedendo.
E’ arrivato, è arrivato, dicevano alcuni.
Chi? Chiese Pancrazio ad uno di passaggio.
IL grande scrittore Simon Delle Brughiere, il quale parlerà del suo ultimo romanzo Il Libro Fantasma. Accomodatevi. E’ un’occasione da non perdere.

Pancrazio e il commesso, nella confusione, si guardarono intorno, per farsi chiarire quello che a loro appariva incomprensibile, dal signore che precedentemente aveva dichiarato di chiamarsi Simone Delle Brughiere, ma non riuscirono ad individuarlo. Nella folla che lentamente si dirigeva verso il centro della sala, dove si era fermato il nuovo arrivato, si vide un uomo che senza mostrare alcuna fretta, lemme lemme camminava in senso contrario, verso l’uscita. Probabilmente sapeva già cosa il celebre autore avrebbe detto.

Per Pancrazio quella fu la prima volta che ascoltò la conferenza pronunciata da uno scrittore per fare la presentazione al pubblico di un suo libro appena uscito nelle librerie.
E il fatto avvenne per caso e non nelle condizioni migliori. Alla fine della cerimonia, mentre si avviava verso l’uscita, senza accorgersi che stava per avere luogo uno stuzzichino a base di pizze e pasticcini, compose un numero sul cellulare aveva in mano e portandoselo all’orecchio, disse:
Pronto Maurizio, mi sai dire cos’è una compulsione?
       

Commenti

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  2. "Povero Pancrazio che figura, però è mosso da buone intenzioni" - disse Rimiratore che insieme a Lucidus aveva seguito la scena dalla vetrina della libreria, reduci dall'ultima abbuffata a base di baccalà al ristorantino del club presso il "Lago Cardelli". A loro modo una forma lieve di compulsione li univa e li portava a frequentare di tanto in tanto trattorie, agriturismi e ristoranti a conduzione familiare per degustare buoni cibi e vini ruspanti. Erano stati attirati da quell'evento per ragioni diverse, Lucidus per conoscere l'autore del libro che intendeva comprare, Rimiratore un pó meno, anche se a tempo perso leggeva pure lui, perché era più interessato al buffet gratuito nonostante il lauto pasto. Entrarono furtivamente, per non farsi vedere da Pancrazio, e cominciarono a consultare libri confondendosi tra i clienti. "Mannaggia però, potevamo portá pure il professor Evaristo che pure a lui piacciono i libri, magari più de filosofia che altro, e pure a lui piace magnà e beve" - "Rimi vabbé che ho accolto la tua amicizia, nonostante la tua malcelata rozzezza, perché hai come hobby la cultura, forse non sai niente, però te la cavi e mostri volontà per migliorare, ma ora sediamoci ad ascoltare l'autore, scordati il buffet e per carità di Dio non far domande idiote per metterti in mostra!" disse Lucidus - Il povero Rimi colpito nell'orgoglio si rannicchiò sulla sedia "a cuccia" come un cagnolino.

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