GLI SCHERZI DEL CASO
Ma guarda un po'gli scherzi del caso: leggi
l'argomento di questo libro da supermercato che sembra imparentato col mio
breve racconto. Quando ho letto la sintesi in copertina mi ha fatto sorridere
divertito.
Il libro in questione è Le Intermittenze
della Morte di Josè Saramago, libro da supermercato, dice Licius, nella sua
sconfinata ignoranza, seconda solo alla mia (le cose che io so e lui non sa
sono pari a quelle che lui sa e io non so. E’ Mauritius che parla). Invece si
tratta di uno dei libri più fantasiosi e avvincenti sul tema della morte e le
sue dinamiche, che la fantasia umana sia mai riuscita a concepire. Del resto
nessuno è tenuto a saper tutto sul grande scrittore portoghese di recente
scomparso. Se non che si colloca sul filo di una tradizione che si riallaccia a
Fernando Pessoa, il padre della moderna letteratura portoghese ed europea, uno
dei grandi dell’Olimpo degli Spiriti Magni.
In un altro suo libro, L’Anno Della Morte
di Riccardo Reis, Saramago immagina di incontrare uno dei tanti eteronimi di Fernando Pessoa, il
poeta Riccardo Reis, personaggio da lui creato ed al quale ha dato vita
autonoma nella società, al punto che critici letterari hanno creduto ad una reale
esistenza, il quale, nell’immaginario Saramaghiano, era ancora vivo dopo la
morte del suo creatore, Pessoa, e di aver intrecciato con lui un intenso
rapporto intellettuale.
Gli incontri avvenivano a Lisbona, nell’ampio
spazio della terrazza del Mirodauro di Santa Caterina, affacciata sulla foce
del Tago, sotto lo sguardo di una statua simbolo del Portogallo, l’Adamastor,
mostro terribile che si oppose a Vasco De Gama sotto forma di una terribile
tempesta, mentre egli con la sua nave, tentava di doppiare il Capo di Buona
Speranza.
Lisbona - Mirodauro di Santa Caterina, statua di Adamastor
Ed è proprio qui che una mattina bellissima di agosto dell’anno 2016, precisamente il 16, compare un uomo vestito di tutto punto con un abito coloniale leggero, un cappello panama in testa, un sigaro dall’inconfondibile odore del toscano italiano, che si guarda intorno in cerca di qualcuno. Sono lì, Reis, Saramago e Pessoa un po’ discosto. Aspettano anche loro.
Alfredo? Chiede Reis al nuovo arrivato piacere
sono Riccardo; ti aspettavamo perché ci sono giunte buone referenze su di te e
volevamo conoscerti. Tra spiriti nobili ci si trova per nobilitarsi della compagnia
altrui. Non io, io sono solo un’invenzione del nostro maestro Fernando, ma la
mia vita è stata comunque ricca e io gliene sono grato. Vivere per un’idea,
vivere di un’idea, essere un’idea. Non sembra poco e non lo è. Gli altri due
sono il maestro Fernando Pessoa, che mi ha creato e diretto per la prima parte
della mia vita e lo scrittore Jose Saramago, che mi ha ritrovato e ripreso dopo
la morte del maestro, e fatto vivere fino al punto della mia morte. I due si
avvicinano e stringono la mano tesa di Alfredo.
Sono molto onorato, dice questi, ma io non
sono un letterato e non so a quale titolo potrei stare nella vostra compagnia.
Non occorre avere un titolo, basta quello
che si è stati e si è cercato di fare nella vita.
Ecco che dall’ombra della statua uscì un uomo
dimesso, senza pretese, senza super ego, nudo, come sempre si era sentito, anche
quando si copriva di penne variopinte.
Sono Licius, disse il nuovo arrivato, indegno
di stare con voi, immensi spiriti. Nella vita, finora, ho combinato ben poco. Ho
sempre avuto la passione per la cultura e le cose belle, ma di mio, pur avendo
scritto di tutto e di più, debbo confessare
di aver prodotto un solo racconto di valore.
Questo presuntuoso, intervenne quello che
rispondeva al nome di Jose, ha osato affermare che esiste una sorta di
parentela tra il suo racconto, che dice essere di valore, e la mia opera, che
lui neanche conosce.
No, si difese Licius, è che ho letto nelle
note di copertina del libro da me scelto su una bancarella, che in essa la morte viene raffigurata come
una donna con la falce, cosa che avviene anche nel mio racconto, allora mi è sembrato strano che il caso mi abbia proposto
questa coincidenza, dove se vogliamo…
Ma che vogliamo e vogliamo…quella rappresentazione
non è affatto originale per la verità, e risale agli albori di tutti i
contorcimenti dell’animo umano nel suo ambiguo rapporto con quella che dovrebbe
essere la conclusione di ogni esistenza, in un continuo, naturale avvicendamento
con altri individui della razza umana, appena nati, per la continuazione della
vita.
Questo signore, insistette Saramago,
rivolto agli altri tre, è un tipo
curioso, con un ego smisurato che non tiene conto di pesi e spessori, negli
accostamenti fra soggetti diversi, né si rende conto della opportunità o meno
di fare certi raffronti. Del tutto innocentemente, se l’innocenza può essere
dedotta dall’ingenuità e dalle tentazioni di facili apparenze.
Seguiamolo nel supermercato dentro il quale
si è materializzato questo libro che il caso ha voluto proporre alla sua
attenzione. Egli si accosta alla bacheca girevole dove sono esposti i libri a
poca distanza da marmellate, oli e pasta De Cecco. Con il ditino, esplora qualche
costola, sfiora una copertina e poco dopo, zac! Con mano ferma non da lui
guidata, afferra Le Intermittenze della Morte. Un sottile brivido corre lungo
la sua schiena. Il sospetto c’è già tutto, egli allora non è stato l’unico a
parlare della morte e a raffigurarla, così proprio come è qui descritta. Certo
c’è qualcosa nel suo racconto, per quanto breve, per quanto povero, che lo lega
alla grande tradizione dei classici? E la morte del suo eroe non potrebbe
essere tra quelle di queste intermittenze?
L’imput del fatto prodigioso di questo
casuale incontro tra grandi della letteratura, da dove sarà partito? Si è chiesto a questo punto. C’è allora nel
mondo qualcosa o qualcuno una intelligenza superiore che regola questi casi? E’
proprio lui l’eletto? E questo Saramago, chi sarà mai? Sarà un messaggero affidabile?
Strani casi del destino: il suo racconto,
nato sotto l’influenza di E.A.Poe, atmosfere lugubri in stile gotico, è finito
nella culla del realismo magico? Anche se forse io non ci rientro, ma l’indirizzo
sembra quello? In ogni caso si tratta di una coincidenza senza precedenti. Uno
scrittore da poco scomparso ti mette sotto il muso un suo libro esoterico, per
mettere in mostra tutto l’esoterismo diffuso nel tuo racconto.
I cinque hanno assistito alla scena finale del racconto fatto da
Saramago, come guardando attraverso uno schermo:
Nell’allontanarsi dal banco dei libri,
Licius, intontito, ma felice, non può che sorridere divertito da quanto gli è
appena accaduto.
Lo stesso è avvenuto per Licius, da solo davanti
alla bacheca del supermercato: nello tempo di pochi secondi ha vissuto un’allucinazione;
ma come faceva a sapere che quel posto era la terrazza del Mirodoauro di Santa
Margherita a Lisbona, dove lui non era mai stato e che quel mostro si chiamava
Adamastor?
Premonizioni.
A quando il prossimo segno? E dove dovrà guardare
per essere certo di riconoscerlo?
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLucio/46 (alias Licius-Lucido-Rimiratore) prende d'autorità lo spazio di Rimiratore per compendiare più che commentare il post di Bruno(alias Mauritius):
RispondiEliminaPiù o meno mi riconosco in come mi hai descritto. Posseggo un po'di libri di vari argomenti ma ne ho letti meno di quanti ne ho. Sono uno che non legge libri se non raramente, più che altro leggo molte informazioni di vari argomenti da qualunque fonte, casuale o cercata, per cui in questo campo mi muovo da incompetente per scarsa conoscenza. Non ho stima dei libri offerti da un supermercato buttati alla rinfusa in un espositore di cartone come una grossa scatola tale e quale oggetti vari, cd, dvd e altro. Infatti ci trovi di tutto con prevalenza di autori contemporanei a me sconosciuti, trovi romanzetti tipo Armony mischiati a dei veri classici e nomi noti di Autori passati. Mi soffermo a "scavusciare" in quello scatolone per curiosità ogni volta che entro a far la spesa e in effetti la mente occupata a ricordare le merci da comprare stavolta è stata attirata dall'immagine sulla copertina e poi dal titolo. Come spesso faccio vado a leggere le copertine per conoscere il quid del libro e la biografia dell'autore, ma stavolta mi sono soffermato solo sulla sintesi che effettivamente mi ha sorpreso per l'affinità con il mio raccontino e l'ho comprato. Solo dopo mi sono accorto di chi fosse l'autore e del suo spessore; per me è stata una piacevole scoperta aver comprato un racconto di un premio nobel per la letteratura che non conoscevo e che ora farà un poco parte dei miei interessi di ignorante del mondo letterario. Così in genere mi capita di conoscere novità intellettuali e varie: più per caso che per intenzione, comunque la mia curiosità per tanti argomenti a mia insaputa è sempre attenta a cogliere elementi inerenti ciò che gia conosco o desidero conoscere. Non conoscevo né gli autori che hai citato, ne il poeta immaginario a cui hanno dato vita due autori che si son passati come il testimone in una corsa a staffetta; ignoravo del tutto il mitico personaggio del Mirodauro Adamastor che ora stimola la mia curiosità. Sono quello che sono e devo accettarmi "per quello che sono", mi piaccia o no: non posso fuggire da me stesso mentre gli altri possono liberarsi della mia presenza. Questo gioco, che infondo a suo modo è letterario, stimola e diverte entrambi: in te risveglia reminiscenze e in me apporta nuove conoscenze. Scusami Rimi' ti restituisco il tuo spazio. - "Era ora! Sto qua chi si crede di essere perché s'inventa storie? E poi credere di essere pari a un vero scrittore solo perché l'argomento suo raccontino rientra in quello di Saramago e na bella pretesa! Domani ne parlo con Evaristo, il professore, così gli diamo il fatto suo!" - pensò Rimiratore mentre rimetteva in ordine attrezzatura e materiale nel furgone.