EMBLEMA
A seguito di numerosi casi di razzismo che hanno causato la
morte di giovani neri americani negli ultimi giorni, in tutto il mondo di sono
svolte manifestazioni e costituiti movimenti per la lotta contro questo cancro
della umanità, con episodi di iconoclastia che hanno suscitato effetti contrastanti.
E’ venuto su Licius, dunque con la questione delle statue.
Allora voi siete d’accordo con quegli sciagurati che hanno
imbrattato la statua di Montanelli?
Non si tratta di essere d’accordo o meno, rispose calmo
Ottavio, si tratta di capire per quale motivo l’atto è stato compiuto.
Perché si erigono le statue? chiese Mauritius. Perché ad un giardino si dà
il nome di un personaggio famoso del presente o del passato? Perché una via
cittadina viene intitolata ad un uomo politico, o ad un artista, scrittore,
poeta, o giù di lì?
Perché, nel rendere onore all’uomo di valore,
si arreca lustro alla città, il personaggio diviene un simbolo, un emblema al
quale guardare, di arte, di politica o altro a seconda dei casi, ma di rettitudine
soprattutto, di vivere civile, di accertate qualità in linea con la sensibilità
della maggior parte della popolazione.


Ad Indro Montanelli, personaggio di rilevo dell’Italia del
‘900, viene imputato, spiegò Mauritius, di aver comprato, quando era in Africa,
militare nella guerra contro l’Etiopia, una bambina eritrea di 12 anni come
schiava sessuale, che tenne con sé per diverso tempo, e poi, quando andò via lasciò
in eredità, in perfetto stile coloniale ad un suo attendente. Nel ricordo,
molti anni dopo parlando in TV di questa ragazza, con toni compiaciuti, era una
bestiolina mite, disse, neanche parlasse di un gatto.
Coloro i quali sono
andati a buttare vernice sulla sua statua, ai Giardini Montanelli di Milano,
rivendicando la paternità dell’atto, lo hanno fatto per scuotere le coscienze
contro ogni forma di razzismo e protestare in maniera forte contro le autorità
cittadine che continuano a tributare onori ad una persona che ora sappiamo ne
era indegna fin dal principio, conservandone la memoria con la statua e il
giardino che porta il suo nome. Un uomo che ora viene bollato come razzista e
stupratore. Mica male!
Il movimento oltre al gesto simbolico di gettare vernice sul
simulacro di lui, ha avanzato una petizione con la quale chiede che in base al
sentire attuale, in cui il sentimento antirazzista è sempre più forte nella
popolazione italiana, la statua venga rimossa dal luogo dove sta e che al giardino
al quale essa ha dato il nome, venga attribuita una nuova denominazione.
Da qualche parte si obietta, considerò Licius, che la vita
di un uomo non può essere giudicata per un solo aspetto che, a distanza di
tempo, possa risultare disdicevole, della sua personalità, ma bisogna, pima di
emettere un giudizio di approvazione o di condanna, sempre esaminare la figura
a tutto tondo dell’uomo in questione. Nel caso di Montanelli, non si può
dimenticare che egli comunque fu un grande giornalista, con un ruolo di rilievo
nella politica italiana del suo tempo.
Se è per questo, proseguì Mauritius, c’è anche che egli fu
gambizzato dalle Brigate Rosse, all’epoca del terrorismo e questo, se non è un
titolo di merito, è però un evento che lo vede dalla parte delle vittime di una
giustizia sommaria che altro non fu che una violenza, come la sua esercitata
nei confronti della povera eritrea.
A me sembra disse inaspettatamente Pancrazio che sia
necessario esaminare se sia giusto o no rivedere il giudizio storico di una
persona. La storia, dobbiamo cambiare la storia? Questo perché coloro che ne
hanno sporcato la statua, vogliono che essa venga demolita. Che è come chiedere
che venga cancellata la sua memoria dalla storia che ha vissuto.
Giustissimo, intervenne Chiara, tornata al suo posto a
fianco di Mauritius, dopo le note vicissitudini, la revisione del giudizio storico
è sempre possibile, tenendo presente il modo di sentire del momento in cui si
effettua la revisione. Senza mai arrivare a cancellare la storia stessa.
Non mi dire, obiettò Ottavio, che all’epoca della guerra di
Etiopia, in Italia, non fosse un reato violentare una bambina di 12 anni.
Ma allora, col Fascismo, il razzismo e la guerra coloniale,
si era molto più propensi a transigere su peccati di questo tipo, disse
Silvana. Ditemi che non avete conosciuto nessuno, reduce dalle guerre d’Africa,
che non abbia esibito, magari lontano dalla moglie, una foto che ritraeva una
ragazza nera giovanissima, nuda prostrata ai piedi del grande guerriero che era
lui.
Io lo chiamerei effetto domino. Era Mauritius che aveva
preso la parola. Quando si comincia la revisione di un periodo storico, e si
comincia a fare processi a personaggi pubblici dell’epoca, cominciano a cadere
le teste e ben poche sarebbero quelle in grado di rimanere in piedi, per non
aver commesso nessun fatto indegno, né per il suo tempo, né per quello della
revisione.
Abbattendo le statue, si abbattono gli emblemi di un ‘epoca
ed il panorama può sembrare molto meno affollato.
Si comincia con Montanelli e si arriva a Cristoforo Colombo.
Perché Colombo? Il grande navigatore, colui che ha scoperto l’America? Io
nemmeno ci volevo andare in America! ha
fatto dire un umorista in una vignetta di questi giorni ad un Colombo
squinternato; ed è vero egli voleva andare nelle Indie, passando dalla parte
opposta a quella che era la strada fino ad allora conosciuta. Le Indie erano ad
est? Ebbene egli ebbe l’idea di passare da Ovest: non si sa mai e se la Terra
fosse tonda? Figuriamoci se a lui possono essere imputate tutte le brutte cose
cha a quella scoperta hanno fatto seguito, genocidi, saccheggi, tratta degli
schiavi, guerre e dannazioni. Addirittura ora Trump Presidente!
Ma perché allora la regina di Castiglia lo fece imprigionare?
Fino a poco fa sapevamo per colpa delle malelingue, debiti forse, questione di
soldi. O c’era dell’altro?
Sì, purtroppo c’era dell’altro e non poco. Nel 2006 è stato
rinvenuto un rapporto redatto da una specie di investigatore inviato dalla regina
nelle colonie, per fare accertamenti sulla condotta di Colombo, nominato Viceré
e Governatore delle Indie Occidentali, accusato di violenze e brutalità nei confronti dei nativi del nuovo
continente. E le accuse risultarono fondate in base alle testimonianze di numerosi
testi, amici e non di Colombo.
Poi se ne viene il solito pedante, ma tu la statua di Lenin
la faresti abbattere? O togliere dalla Piazza Rossa (c’è? Non lo so)? E Stalin
allora? Che forse a Bologna via Stalingrado ha cambiato nome? Non mi risulta.
Ma là son tutti comunisti e poi quello è il nome di una
città.
Che in Russia ora si chiama non più così. Oggi si chiama
Volgograd, perché è sulla riva del fiume Volga. E nonostante qualche nostalgia
che serpeggia tra i vecchi sovietici, il nome di Stalin è stato cancellato da
tutti i luoghi pubblici.
In Inghilterra perfino la statua di Churchill è stata
imbrattata con la vernice ed in Belgio quella del Re Leopoldo II perché erano razzisti
sfegatati.
E che mi dite del grande Napoleone? Pochi danni ha fatto
alla Francia e a tutta Europa? Lo vogliamo lasciare a riposare in quella tomba faraonica
che è alla Domes des Invalides nel Musée
de l’Armée a Parigi ?
Quella è storia e non possiamo cancellarla. Rimanga pure nel
Museo a riposare.
E Hitler?
E Mussolini? Anche
loro in un Museo?
Sì, magari degli orrori.
Da Salomone in poi, sarebbero molte le immagini da
cancellare e le statue da abbattere o chiudere in un museo. Mai più esposti in
luoghi pubblici a svolgere il ruolo di emblema, di un’epoca, di uno stato o addirittura
dell’umanità, che ormai sappiamo non appartenere più a loro.
Anche Salomone, il più saggio, il più…
Chiedilo alle sue cinquanta mogli e mille concubine, chiedi
a loro che uomo era Salomone.
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