PLEONASMA

Si ha un pleonasma tutte le volte che in un discorso si aggiungono fronzoli sovrabbondanti, che non servono ad apportare maggior chiarezza al concetto che si vuole esprimere.

Un fantasma si aggira per lo Zibaldino, annunciò un bel giorno Mauritius, ed è un certo Rimiratore, che si è insinuato nei nostri programmi, tentando di minarne gli intenti. Egli dice che quel nome gli è stato affibbiato da amici e conoscenti per il suo vezzo di stare in disparte ad ascoltare i discorsi degli altri, traendone sempre motivo di polemica, talora costruttiva, più spesso ‘distruens’, intervenendo spesso e volentieri su qualunque argomento si dibatta, in ogni sede, che sia a lui gradito, o anche no. Cognito o incognito, solo per amor di polemica.

Garage abbandonato durante il lockdown dovuto all'epidemia covid2019, Bologna 2020


E, a dimostrazione che la storia si ripete, aveva osato parafrasare l’incipit dirompente del manifesto di Marx ed Engel, intendendo dire che, come lì, a quell’annuncio si faceva seguire subito la volontà di contrapporre allo spettro che ben architettate forze conservatrici, agitavano contro il comunismo insorgente, una rappresentazione della realtà, con la compilazione di un manifesto che desse conto delle reali intenzioni di quel Partito, così ora, nel piccolo (ma quanto piccolo, non ti rendi conto, benedett’uomo! Da paragonare, dài), dello Zidaldino, bisognava contrapporre subito un fuoco di sbarramento contro un simile progetto distruggitore di tutto il ben fatto, fino a quel momento.

Non lo credereste, ma la sua infatuazione per i paragoni improponibili, arrivò a citare Cervantes, che, dopo la prima parte del suo capolavoro, avendone annunciato il seguito che dopo venti anni non era ancora arrivato, si vide scavalcato da un emulo che a nome di un falso Cervantes, pubblicò un volume apocrifo, spacciandolo per quella seconda parte da lui annunciata e non ancora realizzata.

Così il pover’uomo argomentava, dicendo che la stessa cosa sarebbe accaduta a lui, se si fosse consentito a quel sedicente Rimiratore di metter piede nella sua casa (di Mauritius), che era lo Zibaldino. La mania di grandezza può giocare a volte brutti scherzi.

Caro Maurizio, intervenne Ottavio, a me sembra che tu, benché dotato di acume insolito, e di una perspicacia che tutti ammiriamo, abbia in questo caso un pochino esagerato, portando simili paragoni.

Virgilio dice si parva licet componere magnis, se è lecito paragonare cose piccole con quelle grandi…ma tu stai confrontando l’inesistente con la storia.

Ora che mi fai pensare…disse come tra sé, Maurizio. Rimiratore ha proposto di sostituire nel post IL VUOTO, questa parola con l’ignoto. Non si tratta, come lui afferma, di scelta delle parole: sono due cose completamente diverse. Il nulla è appunto ciò che non esiste, mentre l’incognito e ciò che non conosciamo.
Ignoramus; ignorabimus? Chi ha la palla di vetro?
Tutto questo a me mi piace, affermò con convinzione Pancrazio, ma il tutto mi sembra pleonastico.
Che intendi per pleonastico? chiese Mauritius.
Inutile, rispose Pancrazio.
Caro Pancr, pleonastico vuol dire che ai fini del discorso quello che eventualmente si aggiunge, è ridondante, non serve…per esempio quello che hai detto: a me MI piace, è pleonastico.
Quindi, è inutile, non ti sembra? cinguettò civetuolo Pancrazio.
… … … (silenzio pensoso), ‘mbè in fin dei conti… … (silenzio perplesso: guarda tu sto Sacripante!).

Rimiratore, presente in sala sotto mentite spoglie, o sotto protezione come si dice negli ambienti della CIA, se la rideva di gusto sotto baffi (finti) e prendeva mentalmente appunti per il prossimo intervento, da piazzare come una bomba, proprio nel cuore di questo sedicente Zibaldino.

Commenti

  1. Rimiratore era in incognito nella sala conferenze, o credeva di esserlo per via del basco da pittore francese bohemienne e i baffi finti, avanzi di una sua ultima mascherata di carnevale nella squallida balera BLUE MOON, dove fece lo scemo per attirare l'attenzione di Roxane, la bellona di turno che si concedeva a tutti tranne che a lui. Seduto sulla penultima fila di sedie, nella sala dove era solito tenere pubbliche conferenze il gruppo degli intellettuali dello ZIBALDINO, ascoltava irritato i discorsi di Mauritius e gli altri, ma un allarmante dubbio lo colse: " Oddio, vuoi vede'che m'hanno sgamato? Ma come fanno a sape' dei discorsi fatti co Evaristo al bar Grand'Italia, dove annamo de solito a pijà er caffe e pure pe fa' du' chiacchiere? E mo so cazzi! Se me tirano 'mballo drento a na conferenza me se magnano, so' tre del Liceo Classico e pure laureati. Vuoi vede' che sto cornuto romanaccio d'Evaristo a questi li conosce? Bell'amico er professore de filosofia in pensione che me rintrona de etica Aristotelica e de fede cristiana!" Povero Rimiratore, si sentiva in trappola e quando era stressato o incazzato si esprimeva in una specie di accento romanesco, pensava pure in romanesco a forza di frequentare il suo amico Evaristo, sosia perfetto di Alberto Sordi nella parlata e negli atteggiamenti. Tomo tomo cacchio cacchio, approfittando di un momento di confusione tra i relatori della conferenza, sgattaiolò furtivo dalla sala rimuginando, da gallettaro quale era, i discorsi ascoltati. "Il manifesto? Forse quello funebre pe la fine ch'ha fatto il comunismo. Cuba e Corea del nord ce so' rimaste, Cina e Russia mo so' capitaliste. E il socialismo che fine ha fatto ... boh? Che dovevano fa'vince la lotta de classe ai proletari, 'nvece se stavano male prima ce stanno pure mo. Ma perché la lotta, n'è mejo che le classi sociali viveno 'n pace e armonia come disse er papa Leone XIII? Boh!" Irritato com'era da questi pensieri prese a calci un barattolo di birra che qualche zozzone aveva gettato a terra. "E poi quel buffone vestito da Don Chisciotte che l'altro giorno se presentò a cavallo tutto borioso da quale carrozzone d'artisti de strada è scappato? S'è messo a minaccia' tutti co la spada che ce mancava pure Brancaleone Da Norcia pe fa' a duello." Preso da questi pensieri giunse a casa e dette l'ultimo calcio al barattolo che rimbalzò sul muro di fronte.

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