LETTI DI GIUSTIZIA


                                                                      
Pancrazio sapeva di essere irruento e che spesso si faceva sopraffare dalla furia e commetteva azioni che andavano anche oltre quelle che erano le sue intenzioni.  

Una regola non scritta del circolo (ma che v’era di scritto? nulla), era quella che le relazioni di famiglia non dovevano condizionare in alcun modo lo svolgimento dell’attività del circolo stesso e la libertà dei soci.

Questo era tanto chiaro nella mente di Pancrazio, che di notte, spesso, rivoltandosi nel letto a causa di qualcosa di spiacevole che era successa di giorno al circolo, benché assillato non riteneva opportuno farne parola con la moglie, in quanto estranea.

                        Louis & Ella - Dream A Little Dream Of Me (HD)
                                                         Ella e Louis - Grazie Luciana


Sì, perché Pancrazio aveva una moglie, Giulia ed una figlia adolescente, Evelina. Quest'ultima, da poco aveva scoperto la musica Jazz e spesso in casa rompeva i timpani ai genitori con qualche disco suonato ad alto volume. Per il momento era allo stile New Orleans, che adorava, ma già stava facendo altre scoperte dalle parti di Chicago e New York, Il suo desiderio più grande era di poter andare in America.

Pancrazio, dopo l’incidente grave che aveva causato cacciando Maurizio, Sebastiano e Licius, dai rispettivi posti di accusatori i primi due e accusato il terzo, durante una seduta straordinaria e segreta del consiglio di disciplina, che non esisteva, quella stessa notte non riusciva a prendere sonno, perché ripensava con sempre maggiore ansia, all’accaduto, mentre nella sua mente si ripresentavano le sequenze del  suo intervento ed egli si rimproverava di essere stato troppo violento, senza nemmeno essersi informato bene di  che cosa si trattava.

Il fatto più strano era che in tanta confusione, di tanto in tanto risuonava nella sua mente il motivo di When you are smiling, cantato da quei due neri, una donna con una voce dolcissima e un uomo  che invece aveva una voce rauca e cavernosa da fare paura. Eppure, quando la ascoltava avvertiva un non so che di tremolio interno, che se non era piacere era qualcosa che gli assomigliava,

Ma poi tornava al pensiero di Sebastiano che si era risentito al punto di annunciare la drastica decisione di chiudere la saletta del bar ai soci del circolo per una settimana. Si sentiva responsabile di quella punizione inflitta a tutti gli altri  che non avevano fatto niente.
Giulia, dentro il letto, lo sentiva smaniare e voleva fare qualcosa per farlo aprire, in modo da condividere la pena che lo affliggeva,

Che ne dici di un letto di giustizia? Gli suggerì piano all’orecchio. Pancrazio la guardò senza capire.
Ho letto un libro, continuò dopo, quello della scuola di Evelina in cui si racconta che due coniugi, la sera, a letto, periodicamente organizzavano quelli che chiamavano letti di giustizia, intendendo dire che parlavano di tutto quanto non riuscivano a dirsi durante il giorno e nello stesso tempo prendevano decisioni per quello che era necessario fare.

Embè, adesso che vuoi da me?  Chiese.

Che tu mi dica cosa ti è successo, così possiamo ragionarne insieme e vedere di far qualcosa per alleviare la tua pena.

E tu credi che io venga meno ad una regola del circolo per…

Ah, quindi si tratta del circolo, pensavo che fosse una cosa seria.

Per essere seria, è seria, ho cacciato dal loro posto Maurizio e Sebastiano e Maurizio stava per chiamare la Polizia ed ora il circolo è chiuso per una settimana.

Puoi approfittarne per fare atto di resipiscenza.

Senti prima i letti di…che cavolo erano? Poi con la strana idea che dovrei fare la piscia a letto, ma che ti prende questa sera?

Resipiscenza è il pentimento. Puoi fare atto d penitenza e parlare con quelli che hai offeso, in modo da farti perdonare.

Un altro po’ mi dici di tornare al catechismo, mi confesso, faccio la penitenza e dopo posso fare anche la comunella, o, come dicono i preti? ma va là!

Senti, parliamone con Evelina. La ragazza è molto accorta e può dare buoni consigli. E ’più grande di quanto credi ed è molto intelligente.

Io dovrei chiedere a mia figlia, una ragazzina appena adolescente, forse non ha avuto nemmeno il monarca o, come si dice, il nobile, il conte, no, il marchese, ma queste sono cose che vi tenete tra voi donne…cosa debbo fare? Ma sei diventata matta?

Evelina, la figlia adolescente, dormiva nella camera accanto a quella dei genitori e non doveva sforzarsi tanto per udire, quello che lì accadeva e quello che i due dicevano.

La notte in cui Giulia evocò i letti di giustizia, ella subito si ricordò del libro di Laurence Sterne che la  prof le aveva assegnato come lettura per l’estate scorsa, Vita e Opinioni di Tristam Shandy, gentiluomo e dei letti di giustizia, che i genitori di Tristam avevano adottato, come singolare metodo per prendere le decisioni.

Sembra che i Goti e i Visigoti su ogni questione decidevano due volte, una volta da ubriachi e la successiva da sobri, la prima volta sfruttavano l’avventatezza di chi è ubriaco, la seconda l’avvedutezza del sobrio. Così erano certi di aver esaminato il caso da ogni punto di vista.

I coniugi Shandy, allo stesso scopo, avevano ideato un loro metodo, seguendo la procedura della doppia decisione, presa in tempi diversi e con uno stato d’animo diverso, con la particolarità che le due decisioni dovevano essere prese a letto, avendo così la garanzia dell’applicazione della massima giustizia possibile.

I Letti di giustizia erano dunque le sedute (ma seduti non erano) notturne dedicate a questa attività.

L’intrepida fanciulla, al mattino, alzatasi presto, preparò il caffè per tre e si presentò in camera dei genitori, con la bricca e le tazzine, per la cerimonia del caffè a letto.

Allora, questa notte avete fato i letti di giustizia? Chiese con fare innocente.

E tu come fai a saperlo? Chiese Pancrazio, ombroso.

Ero con la testa a meno di un metro dalle vostre e come facevo a non sentire?  Piuttosto siete arrivati ad una decisione?

Sì, oggi tuo padre andrà a chiedere perdono alle persone che ha offeso.

Sì, ma secondo tua made, dovrei prima andare a confessarmi, e fare la penitenza. Saranno cento anni che non entro più in una chiesa, disse sconsolato.

Non ti preoccupare, pà, da Maurizio ti ci accompagno io. Mi piace quell’uomo, mi sembra molto serio e riservato. Inoltre sono amica della sua fidanzata, Chiara, la quale è venuta in classe a fare delle supplenze ed è stata molto brava. Vedrai andrà tutto a posto.

Io andrò a parlare con Sebastiano, disse Giulia.

No, non si può replicò Pancrazio, i famigliari non possono interferire con gli affari del circolo.

Ma io vado per conto mio. Voglio far parte pure io del circolo e consiglio ad Evelina di fare altrettanto.


Allora non andrò più io, disse sconsolato Pancrazio. Non posso presentarmi con tutta la famiglia.

Ma dai, pà, noi possiamo dare un grosso contributo a quel circolo fatiscente, vedrai rivoluzioneremo tutto: tu sei la forza, il nome lo dice, pan tutto e kratos forza, mamma la perseveranza, io la luce dell’intelligenza, vi va?

Ammazza, oh! Se questa è la ripiscenza, come dice tua madre, sarò lieto di farla, non due, ma tre volte, davanti a tutti.

Si va?

Si va.

 La sua idea era, una volta composta quella questione e ripristinata la calma, di fare aa Maurizio la proposta di introdurre tra le cose di interesse del circolo, anche la musica, in particolare quella moderna che  ascoltava sua figlia, con il suo impegno a fornire il materiale, giradischi e dischi, oltre, se necessario, alla  consulenza della stessa Evelina, che ne sarebbe stata felicissima, come egli immaginava.

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