LA VESTE

Oggi, secondo le previsioni meteo, doveva essere un giorno di pioggia, invece, finora è una bellissima giornata di sole e di sereno.

Mi dovrò informare da Carlo se ha iniziato i lavori per l’apertura dello stabilimento balneare e se e a quali condizioni, può affittarmi l’ombrellone, come avviene ormai da ben più di una ventina di anni.

Tortoreto - 2014

Io oggi non esco, come non sono uscito ieri, perché non ho fretta di espormi a rischi che, date le mie condizioni di salute e la mia età, potrebbero essere letali. Confesso che a casa sto bene. Ha ragione Fiorella a dire che sono diventato pigro, cosa per cui, se non fosse per qualche malinconia ricorrente, (a questo punto della stagione, in anni passati, ero sempre fori ed in movimento), mi accontenterei anche della vita che faccio adesso, tutto casa e computer, per i necessari contatti – virtuali – e le mie fantasie da ultima spiaggia, da trascrivere solo per me.

Ma c’è chi non si accontenta e fa bene.

Prendi la primavera; a momenti trabocca nell’estate e finora è andata in bianco. Nonostante giornate meravigliose, profuse in gran quantità, non ha avuto la soddisfazione di vedere folle di gaudenti ai monti, ai pascoli e al mare. Ma certo, che ne sa lei del virus e della pandemia, che quest’anno ci ha rimesso a squadra a tutti noi, poveri cristi, in cerca sempre di un po’ di benessere e invece colpiti in quello che ci è più sacro, il nostro corpo. La minaccia di perdere la salute, così, da un momento all’altro e dover dire addio a tante belle cose, forse per sempre.

Maldestramente ho parlato nei giorni scorsi di spogliare la primavera, di toglierle tutto il fascino per il fatto che non potevamo goderne. Cancellare le foglie, togliere i fiori, occultare i cieli sereni, boicottare i mari calmi, con tempeste tropicali e tenerci l’incubo di una calamità epocale.

Adesso, che il morbo non è ancora debellato, ma è comunque in forte regresso, con un coraggio che sfiora la temerarietà, abbiamo deciso che l’emergenza è finita, ma non la guardia, per cui possiamo ritornare, lentamente e con tutte le cautele del caso alle nostre normali occupazioni, ben sapendo che esiste il pericolo di una ricaduta che sarebbe per noi il peggiore dei mali.

Ma la primavera ha le sue esigenze, ridiamole la veste che le abbiamo tolto in un periodo di buio e di sconforto. E’ vero che ormai urge l’estate con i suoi raggi torridi e le sue lunghe attese di un refrigerio che sappiamo come procurarci, per cui nemmeno ci dovremmo preoccupare, ma quel tanto che ancora avanza di questa splendida primavera, godiamocelo fino in fondo, con la consapevolezza che poteva andare molto peggio (1) e con il fiato sospeso, in quanto tutti sappiamo che la calamità che ha colpito l’intero pianeta, e che abbiamo chiamato epocale, è veramente tale da costringerci a cambiare abitudini di vita e modo di pensare, visto che – come sembra- è intenzionata a tenerci compagnia per molto tempo.

Un mese, poco più di roboante primavera, già quasi estate, ‘mbé ridiamole ciò che le abbiamo tolto, il manto di tutte le nostre illusioni, mentre noi ci prepariamo a spogliarci, mi raccomando, al mare!
Nudi ma con le mascherine.


1) Chiedo scusa a quanti hanno perso amici e parenti, ai quali certo peggio di così non poteva andare ed ai quali esprimo la mia solidarietà e porgo le mie condoglianze.

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