GIORNATE


                                                                             

La Cantata dei giorni Pari e La Cantata dei Giorni dispari, ovvero i giorni sì e i giorni no, sono il compendio di una filosofia della vita che distingue le giornate in fortunate, o nate sotto il segno della sfortuna. Almeno per quelli che si affidano al detto non è vero ma ci credo. Se non è possibile condizionare a proprio favore la fortuna, si può tentare almeno di evitare i colpi della sfortuna mettendo in atto pratiche scaramantiche.
                                      
                                
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Se vuoi avere la fortuna dalla tua parte, devi sapere però che è necessario pagare un pegno. Se il conto da pagare per avere fortuna arriva dopo il colpo fortunato, allora è come se essa non ci fosse mai stata, esempio se uno vince al lotto e il giorno dopo va sotto un tram e perde una gamba, che fortuna è?  Per far sì che la fortuna sia una vera fortuna, conviene pagare prima il pegno, (Questo è spiegato bene nella commedia “Chi è più furtunat ‘e me?”), scontando una qualche penitenza, per esempio un anno di carcere per furto, per potersi poi godere i frutti della meritata fortuna.

Purtroppo la felicità non si misura a giornate, ma nemmeno ad ore. Essa è estremamente volatile e può durare meno di un attimo. Perciò non c’è che da accettare il consiglio che ci ha lasciato Kurt Vonnegurt, Quando sei felice, facci caso. Perché a volte la fortuna è così discreta, che neanche ce ne accorgiamo di averla goduta. Si dice anche che la fortuna è ad un passo da noi, dietro le nostre spalle, come pure è un fatto assodato che noi corriamo troppo e tante volte il nostro spirito non ce la fa a tenerci dietro ed ecco allora che è bene fermarsi ogni tanto ed aspettare che esso ci raggiunga. Quello forse è il momento che la felicità ci appare davanti. Questo significa farci caso: avere la coscienza del proprio stato di felicità.

A volte penso che le giornate nere vengano solo per farci apprezzare di più quelle liete. Mentre le liete possono nascondere una trappola per farci cadere nello sconforto di una giornata cominciata bene e finita male.

Confusamente, Maurizio rimestava questi pensieri nella sua mente, mentre si recava verso casa dove avrebbe trovato Chiara chiusa nel suo ostinato silenzio, che lui non sapeva come infrangere.

Tutto era cominciato con quella discussione maledetta fatta sere addietro parlando di un racconto di Carver, emblematico di come le cose possano accadere accidentalmente, prendendo lo spunto da un fatto qualsiasi, insignificante, per poi approdare ad un finale ad alta intensità drammatica.

Nel racconto dell’autore americano, si parla di una coppia affiatata, serena, che ha ormai superato la fase dei possibili tradimenti reciproci e conseguenti drammi della gelosia, la quale, come già altre volte nel tempo, dà una festa serale alla quale partecipano molti loro amici.
Alla fine della festa, i due coniugi si ritrovano da soli ed iniziano una conversazione rievocando fatti accaduti anni prima, in occasione di un’altra festa, data da loro, nella loro casa, che all’apparenza sembrano del tutto innocui e dopo, invece, mano a mano che i ricordi vengono a galla, fanno emergere zone d’ombra, come particolari scottanti, che fanno capire che in quella occasione la moglie aveva tradito il marito con uno degli invitati.

Era capitato dunque che anche Maurizio e Chiara avessero organizzato tempo addietro una cena tra amici a casa loro, alla fine della quale Chiara, piuttosto brilla, aveva chiesto a Maurizio di portarla fuori, facendo una corsa in macchina, magari fino alla riva del lago. Al rifiuto di Maurizio che disse di essere molto stanco, l’ultimo degli invitati, che stava uscendo, Marcello  si offrì di accompagnarla fuori, a fare una passeggiata.

 Ti rapisco la tua compagna e te la riporto tra poco, Sottinteso, le faccio prendere un po’ d’aria e poi la riporto a casa. Tra Maurizio e Marcello la fiducia era assoluta, Erano amici da sempre e non c’era stato mai niente che non andasse tra di loro.

Ma sì, vai, falla svagare, ma tornate presto.

Appena usciti loro, Maurizio si era messo a letto e si era addormentato, per cui non si accorse del momento in cui Chiara rientrò.

Da allora non si era mai parlato di come fosse andata la gita serale insieme a Marcello; Chiara non aveva raccontato niente e Maurizio non aveva chiesto a che ora lei fosse rientrata.

Galeotto fu il racconto di Carver quella sera di due anni dopo la festa. A Maurizio venne in mente che alcune situazioni descritte nel racconto, ricorrevano identiche nel ricordo di quella serata in cui 

Marcello aveva portato Chiara al lago.

A proposito, chiese Maurizio a Chiara, non mi hai mai detto a che ora sei rientrata quella volta che uscisti con Marcello.   

Non è che, quello che è successo alla protagonista del racconto, per caso, sia capitato anche a te? Chiese improvvisamente serio Maurizio a Chiara.

Cosa?

Come nel racconto di Carver, anche tu mi hai tradito?

Si dice che i cornuti ci ripensino; fai pure tu così? Furono le parole sbagliate di Chiara, offesa, ma sulle difensive.

E’ una cosa avvenuta due anni fa, che importanza può avere?


Ne ha. Ho diritto di conoscere la verità.

Se fosse successo qualcosa, credi che non te ne saresti accorto in questi due anni che siamo stati insieme? E’ cambiato forse qualcosa tra di noi? Ti ho dato l’impressione di amarti di meno? Oppure ho fatto qualcosa per arrecarti disonore?

La mente di Maurizio ormai era completamente offuscata dalla gelosia.

Voglio la verità.

La tua è una gelosia postuma, non ti rendi conto? Anche se fosse successo qualcosa, dopo due anni, a te cosa comporterebbe?

Che non potrei più amarti come prima.

A questo punto, siamo? Allora fai conto che sia avvenuto, quella notte Marcello e io abbiamo fatto l’amore. Tanto se lo nego non mi credesti mai e ti rimarrebbe sempre il dubbio. Meglio una falsa verità che un dubbio vero. Consolati. Che vuoi fare adesso?  Mi vuoi lasciare?

Debbo riflettere.

E da quel momento il silenzio era caduto tra loro e non c‘era stato più modo di smuovere la situazione.

Uscito dal circolo, mentre tornava a casa, Maurizio era molto contrariato per il bisticcio accaduto tra Pancrazio lui e gli altri. La giornata, sul far della sera, si era messa proprio male. Ma il suo pensiero ora era concentrato su come risolvere l’altro pasticcio, quello tra lui e Chiara, che gli stava maggiormente a cuore. Magari, se prendendo il coraggio a due mani, avesse offerto a Chiara una via d’uscita, proponendole una buona soluzione, con un colpo d’ala, avrebbe potuto rovesciare le sorti di quella serata.

Dalle prime parole che avrebbe detto, alla presenza di Chiara, sarebbe dipeso il corso della sua vita futura.

Nel suo cuore si agitavano due opposte ipotesi, ma certo dipendeva da lui se quella giornata, nel futuro della sua vita, sarebbe stata annoverata tra quelle pari o tra quelle dispari. Da come avrebbe impostato il discorso e da come avrebbe reagito Chiara e da cosa egli intendeva per felicità.    

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