PALINGENESI CON IL VIRUS
E’ stato detto autorevolmente non sprechiamo questo tempo in cui siamo costretti a stare senza fare niente (per modo di dire) e anzi approfittiamone per riscoprire vecchi valori dimenticati, l’altruismo, la generosità, la solidarietà, per rinnovarci interiormente, ed attuare, così, una vera rinascita spirituale, nella contingenza in cui tutti ci troviamo del corona virus che ci sta falcidiando? Soprattutto gli anziani, è vero, un’intera generazione di improduttivi, decimata in tutto il mondo, non è già un rinnovamento? E poi i maschi più delle femmine. Non si è detto che il mondo in mano all’altra metà del cielo, sarebbe più vivibile?
Nel frattempo, però ci siamo dimenticati, così presi dai guai nostri, di tutti gli altri problemi che affliggono la Terra, dai migranti, ai siriani, dai bambini che muoiono di fame in Africa e in altri continenti, per colpa della guerra o per colpa del clima. Potremmo distinguere moribondi politici da moribondi economici.
Vogliamo vedere nel piccolo, come questa palingenesi possa essere vista da un osservatorio che più microscopico non si può? Lo Zibaldino, per esempio, anch’esso nelle spire del diavolo.
Cazzo, questo virus ci ha proprio rotto le scatole, disse Chiara appena uscita da una quarantena durata ventotto giorni, il doppio del normale, perché fatta prima in Cina per entrare, poi in Italia per tornare.
Zitta, le disse Maurizio da sotto la mascherina, non si comincia un discorso con cazzo! Anzi cazzo non si dovrebbe proprio dire, specie da una ragazza di buona famiglia.
E si vede allora che io non sono di buona famiglia! Punto. Comunque cazzo a parte, caro il mio moralista, quel che mi preme dire è che non ne posso più di questa clausura. Ho bisogno di aria aperta, di compagnia, di belle discussioni. Quando riapriamo il nostro circolo? Sebastiano, quando riapri il bar?
Appena mi danno il permesso. Per ora ti posso fare solo uno smart coffee working, con la napoletana, a casa mia.
Erano in cinque, intorno all’aiuola circolare, con zampillo centrale, che circondava l’olmo dalla larga chioma, che spandeva un’ombra piacevole anzichenò, malgrado non facesse poi così caldo: i tre già nominati, con l’aggiunta non proprio trascurabile di Pancrazio e Licius. Più o meno seduti sul bordo del muricciolo, a distanza regolamentare (un metro e mezzo), uno dall’altro. Solo l’ultimo era in piedi, anzi per la precisione su un solo piede, tenendo l’altro spavaldamente appoggiato alla spalletta, con la gamba sollevata, in forte trazione.
Ieri ho sentito, principiò a dire Pancrazio, approfittando di un momento di silenzio, mentre i cervelli meditabondi degli altri lavoravano sommessamente - Dove? Chiese Licius - alla tv e sennò dove? rispose per inciso l’interrogato - che questa mergenza del virus, potrebbe riuscire utile per farci ritrovare noi stessi, con una palaingenesi generale, una rinascita di una seconda vita, come fusse che uno ricomincia daccapo. Io per me avrei qualche difficoltà, primo perché non mi sono mai perso e non saprei come fare a ritrovarmi, due perché mia madre è vecchia e, povera donna, non ce la farebbe mai a partorirmi un’altra volta. Grande come sono, poi, vorrei vedere chi…
Ma che cosa stai dicendo? lo interruppe d’impulso Licius, pronto a riprendere le bestialità dell’amico. La palingenesi è una rinascita spirituale, un rinnovamento, un modo di dimenticare quello che siamo stati, per acquisire una nuova personalità.
Ugualmente non ci sto, caro sapientone, rispose piccato il ripreso - breve pausa per rivolgere uno sguardo agli altri, in cerca di consensi - che dite, aggiunse poi, lo vogliamo chiamare signor Saputello? E con il pollice faceva cenno verso il suo avversario - O Raccattatore, visto che gli sta bene tutto quello che dicono gli altri?
Licius aveva molta pazienza e, conoscendo il tipo che era Pancrazio, non si offese.
Secondo quello che hai appena detto, continuò allora il greve, io non sarei più Pancrazio e chi dovrei essere? Licius, per caso? Ma tu sei matto…
La palingenesi, cominciò Mauritius - quando saliva in cattedra, gli piaceva chiamarsi in latino, col l’us finale - è una parola di nobilissima origine. Viene dal greco palin che significa di nuovo e genesis, che è l’origine, la nascita. Quindi vuol dire proprio rinascita. Ma rinascita di che?
Non del mio bar, proruppe Sebastiano. Con i seicento euro che mi ha dato Conte, non ci pago metà dell’affitto.
Lo so caro amico, rispose il dotto, ma noi qui stiamo parlando di ben altra cosa che non del benessere materiale…
Questo lo può fare chi ha la pancia piena, caro Maurizio, non un piccolo commerciante come sono io.
E’ come dopo una guerra, una catastrofe universale, con il pericolo di estinzione per l’umanità, che ci deve ricordare quello che siamo, è un processo di purificazione, una catarsi…
Una cata…che? Interloquì Pancrazio. Vuoi forse dire le catacombe, coi leoni dei romani?
Pancrazio, ti prego, non rendermi il compito sempre più difficile. Le catacombe non c’entrano niente e comunque là non c’era nessun leone.
Allora ditemi di che cazzo state parlando, altrimenti vado via e non torno più.
E’ che vogliamo sentici tutti migliori…
Allora io sono a posto!
Nel frattempo, però ci siamo dimenticati, così presi dai guai nostri, di tutti gli altri problemi che affliggono la Terra, dai migranti, ai siriani, dai bambini che muoiono di fame in Africa e in altri continenti, per colpa della guerra o per colpa del clima. Potremmo distinguere moribondi politici da moribondi economici.
Vogliamo vedere nel piccolo, come questa palingenesi possa essere vista da un osservatorio che più microscopico non si può? Lo Zibaldino, per esempio, anch’esso nelle spire del diavolo.
Il Settimo Sigillo - Film di Ingmar Bergman - La partita a scacchi tra il Cavaliere e la Morte |
Cazzo, questo virus ci ha proprio rotto le scatole, disse Chiara appena uscita da una quarantena durata ventotto giorni, il doppio del normale, perché fatta prima in Cina per entrare, poi in Italia per tornare.
Zitta, le disse Maurizio da sotto la mascherina, non si comincia un discorso con cazzo! Anzi cazzo non si dovrebbe proprio dire, specie da una ragazza di buona famiglia.
E si vede allora che io non sono di buona famiglia! Punto. Comunque cazzo a parte, caro il mio moralista, quel che mi preme dire è che non ne posso più di questa clausura. Ho bisogno di aria aperta, di compagnia, di belle discussioni. Quando riapriamo il nostro circolo? Sebastiano, quando riapri il bar?
Appena mi danno il permesso. Per ora ti posso fare solo uno smart coffee working, con la napoletana, a casa mia.
Erano in cinque, intorno all’aiuola circolare, con zampillo centrale, che circondava l’olmo dalla larga chioma, che spandeva un’ombra piacevole anzichenò, malgrado non facesse poi così caldo: i tre già nominati, con l’aggiunta non proprio trascurabile di Pancrazio e Licius. Più o meno seduti sul bordo del muricciolo, a distanza regolamentare (un metro e mezzo), uno dall’altro. Solo l’ultimo era in piedi, anzi per la precisione su un solo piede, tenendo l’altro spavaldamente appoggiato alla spalletta, con la gamba sollevata, in forte trazione.
Ieri ho sentito, principiò a dire Pancrazio, approfittando di un momento di silenzio, mentre i cervelli meditabondi degli altri lavoravano sommessamente - Dove? Chiese Licius - alla tv e sennò dove? rispose per inciso l’interrogato - che questa mergenza del virus, potrebbe riuscire utile per farci ritrovare noi stessi, con una palaingenesi generale, una rinascita di una seconda vita, come fusse che uno ricomincia daccapo. Io per me avrei qualche difficoltà, primo perché non mi sono mai perso e non saprei come fare a ritrovarmi, due perché mia madre è vecchia e, povera donna, non ce la farebbe mai a partorirmi un’altra volta. Grande come sono, poi, vorrei vedere chi…
Ma che cosa stai dicendo? lo interruppe d’impulso Licius, pronto a riprendere le bestialità dell’amico. La palingenesi è una rinascita spirituale, un rinnovamento, un modo di dimenticare quello che siamo stati, per acquisire una nuova personalità.
Ugualmente non ci sto, caro sapientone, rispose piccato il ripreso - breve pausa per rivolgere uno sguardo agli altri, in cerca di consensi - che dite, aggiunse poi, lo vogliamo chiamare signor Saputello? E con il pollice faceva cenno verso il suo avversario - O Raccattatore, visto che gli sta bene tutto quello che dicono gli altri?
Licius aveva molta pazienza e, conoscendo il tipo che era Pancrazio, non si offese.
Secondo quello che hai appena detto, continuò allora il greve, io non sarei più Pancrazio e chi dovrei essere? Licius, per caso? Ma tu sei matto…
La palingenesi, cominciò Mauritius - quando saliva in cattedra, gli piaceva chiamarsi in latino, col l’us finale - è una parola di nobilissima origine. Viene dal greco palin che significa di nuovo e genesis, che è l’origine, la nascita. Quindi vuol dire proprio rinascita. Ma rinascita di che?
Non del mio bar, proruppe Sebastiano. Con i seicento euro che mi ha dato Conte, non ci pago metà dell’affitto.
Lo so caro amico, rispose il dotto, ma noi qui stiamo parlando di ben altra cosa che non del benessere materiale…
Questo lo può fare chi ha la pancia piena, caro Maurizio, non un piccolo commerciante come sono io.
E’ come dopo una guerra, una catastrofe universale, con il pericolo di estinzione per l’umanità, che ci deve ricordare quello che siamo, è un processo di purificazione, una catarsi…
Una cata…che? Interloquì Pancrazio. Vuoi forse dire le catacombe, coi leoni dei romani?
Pancrazio, ti prego, non rendermi il compito sempre più difficile. Le catacombe non c’entrano niente e comunque là non c’era nessun leone.
Allora ditemi di che cazzo state parlando, altrimenti vado via e non torno più.
E’ che vogliamo sentici tutti migliori…
Allora io sono a posto!
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