GESU' ABBANDONATO
Giovedì santo, il dramma si addensa.
La cena con gli apostoli, per mangiare la Pasqua, fatta a Gerusalemme, nella casa indicata da Gesù, si svolse regolarmente, ma lo spirito del figlio dell’uomo era pieno di tristezza. Egli sapeva che sarebbe stata l’ultima, che Giuda l’avrebbe tradito, che anche gli altri apostoli l’avrebbero lasciato, che Pietro, il quale gli aveva giurato fedeltà fino alla morte, lo avrebbe rinnegato di lì a poco.
Durante la cena aveva annunciato ai commensali la sua dipartita e pronunciato parole oscure, facendo gesti simbolici…spezzò il pane e disse questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi, mangiatene pure; questo è il mio sangue, disse, versandosi il vino, bevetelo. Gli apostoli erano perplessi. Uno di voi mi tradirà…il gallo non canterà tre volte che tu mi avrai rinnegato disse a Pietro…
Con l’animo colmo di amarezza, finita la cena, uscì e si diresse verso il monte degli ulivi. Quivi giunto, in un podere chiamato Getsemani, che vuol dire frantoio, pregò due dei suoi discepoli più fedeli, di rimanere lì, di guardia, mentre lui si sarebbe diretto nel folto degli alberi in un posto isolato, per pregare.
Nel silenzio della notte, il suo cuore batteva in tumulto. Gesù aveva perso ogni contezza di sé, si dibatteva in un’ansia senza pari. La sua angoscia lo soffocava. Il figlio dell’uomo intravide il baratro. Ebbe paura. Il suo stato di agitazione lo portò ad eccessi quali una sudorazione ematica, fenomeno dovuto all’eccessiva dilatazione dei suoi capillari e dei suoi pori, e per la prima volta si rivolse al Padre chiedendo espressamente di essere sollevato da quella incombenza troppo grande. Fu un attimo di completo smarrimento, l’uomo che era in lui, dimostrò tutta la sua debolezza. Di fronte al silenzio del Padre, si rassegnò, si faccia la tua volontà.
Quando, ripresosi, tornò indietro, trovò i suoi discepoli addormentati e il suo animo cedette allo sconforto. Cosa poteva aspettarsi da uomini che non erano stati capaci di resistere per un’ora al sonno, per vegliarlo?
I fatti precipitarono: di fronte al manipolo di uomini mandati dai sacerdoti ad arrestarlo, chi di voi è Gesù di Nazaret? Sono io rispose, consegnandosi volontariamente. Il bacio di Giuda, che era il segnale convenuto fra il delatore e le guardie, per individuare l’uomo da arrestare, accompagnato dalle parole Salve Rabbi, servì solo da conferma.
Le guardie legarono il prigioniero per portarlo via, ma tra gli apostoli si verificò una reazione che portò ad una breve scaramuccia. Pietro che portava con sé una spada, la sguainò e colpì una guardia ferendola all’orecchio.
Gesù rimproverò Pietro, Non sai che debbo morire? Gli disse e poi rivolto alle guardie, Prendete me e lasciate andare gli altri, che non c’entrano.
A questo punto la passione è in pieno svolgimento. Dopo l’agonia spirituale di Gesù, svoltasi nel giardino del frantoio, inizia lo strazio della carne del figlio dell’uomo che lo condurrà tra tormenti crescenti, all’agonia vera del corpo martoriato.
Gesù è veramente solo, abbandonato di tutti, il suo animo è una pianura desolata, immensa e deserta.
Così si entra nel venerdì santo, il giorno più terribile per Gesù, quello della morte atroce ed infamante che avviene per croce.
Ancora una volta si rileva la vocazione di Gesù per i miserabili, gli ultimi della terra, dalla croce consolerà i due ladroni crocifissi insieme a lui, dicendo, oggi sarete con me in Paradiso.
La cena con gli apostoli, per mangiare la Pasqua, fatta a Gerusalemme, nella casa indicata da Gesù, si svolse regolarmente, ma lo spirito del figlio dell’uomo era pieno di tristezza. Egli sapeva che sarebbe stata l’ultima, che Giuda l’avrebbe tradito, che anche gli altri apostoli l’avrebbero lasciato, che Pietro, il quale gli aveva giurato fedeltà fino alla morte, lo avrebbe rinnegato di lì a poco.
Durante la cena aveva annunciato ai commensali la sua dipartita e pronunciato parole oscure, facendo gesti simbolici…spezzò il pane e disse questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi, mangiatene pure; questo è il mio sangue, disse, versandosi il vino, bevetelo. Gli apostoli erano perplessi. Uno di voi mi tradirà…il gallo non canterà tre volte che tu mi avrai rinnegato disse a Pietro…
Con l’animo colmo di amarezza, finita la cena, uscì e si diresse verso il monte degli ulivi. Quivi giunto, in un podere chiamato Getsemani, che vuol dire frantoio, pregò due dei suoi discepoli più fedeli, di rimanere lì, di guardia, mentre lui si sarebbe diretto nel folto degli alberi in un posto isolato, per pregare.
Il prezzo del tradimento |
Nel silenzio della notte, il suo cuore batteva in tumulto. Gesù aveva perso ogni contezza di sé, si dibatteva in un’ansia senza pari. La sua angoscia lo soffocava. Il figlio dell’uomo intravide il baratro. Ebbe paura. Il suo stato di agitazione lo portò ad eccessi quali una sudorazione ematica, fenomeno dovuto all’eccessiva dilatazione dei suoi capillari e dei suoi pori, e per la prima volta si rivolse al Padre chiedendo espressamente di essere sollevato da quella incombenza troppo grande. Fu un attimo di completo smarrimento, l’uomo che era in lui, dimostrò tutta la sua debolezza. Di fronte al silenzio del Padre, si rassegnò, si faccia la tua volontà.
Quando, ripresosi, tornò indietro, trovò i suoi discepoli addormentati e il suo animo cedette allo sconforto. Cosa poteva aspettarsi da uomini che non erano stati capaci di resistere per un’ora al sonno, per vegliarlo?
I fatti precipitarono: di fronte al manipolo di uomini mandati dai sacerdoti ad arrestarlo, chi di voi è Gesù di Nazaret? Sono io rispose, consegnandosi volontariamente. Il bacio di Giuda, che era il segnale convenuto fra il delatore e le guardie, per individuare l’uomo da arrestare, accompagnato dalle parole Salve Rabbi, servì solo da conferma.
Le guardie legarono il prigioniero per portarlo via, ma tra gli apostoli si verificò una reazione che portò ad una breve scaramuccia. Pietro che portava con sé una spada, la sguainò e colpì una guardia ferendola all’orecchio.
Gesù rimproverò Pietro, Non sai che debbo morire? Gli disse e poi rivolto alle guardie, Prendete me e lasciate andare gli altri, che non c’entrano.
A questo punto la passione è in pieno svolgimento. Dopo l’agonia spirituale di Gesù, svoltasi nel giardino del frantoio, inizia lo strazio della carne del figlio dell’uomo che lo condurrà tra tormenti crescenti, all’agonia vera del corpo martoriato.
Gesù è veramente solo, abbandonato di tutti, il suo animo è una pianura desolata, immensa e deserta.
Così si entra nel venerdì santo, il giorno più terribile per Gesù, quello della morte atroce ed infamante che avviene per croce.
Ancora una volta si rileva la vocazione di Gesù per i miserabili, gli ultimi della terra, dalla croce consolerà i due ladroni crocifissi insieme a lui, dicendo, oggi sarete con me in Paradiso.
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