TUTTI I SALMI FINISCONO IN GLORIA

E’ un componimento poetico a carattere religioso, che si recitava o si cantava con accompagnamento o meno di uno strumento musicale a corde.

In quali occasioni?

Diverse. Gli ebrei avevano sette salmi che venivano recitati nell’atto di accedere al Tempio. Una raccolta di Salmi è stata inclusa nella Bibbia, Vecchio Testamento; più della metà di essi sono attribuiti al Re David.

E perché si dice tutti i salmi finiscono in gloria?

E’ un aforisma, un proverbio, un modo di dire. Siccome i Salmi, quale che sia l’argomento trattato, finiscono tutti con la parola Gloria, il detto vuole affermare in modo ironico, una cosa scontata, che cioè di alcune cose si conosce l’esito fin dall’inizio, anche se, stando alle apparenze, le cose sembrino andare in tutt’altra direzione, e quando alla fine si deve constatare che la conclusione era quella prevista, si dice che è stato come nei Salmi, dove la fine è sempre quella.

Ad interrogare su questa materia, dopo che se ne era ampiamente parlato, era il magister Maurizio ed a rispondere, nella maniera puntuale che si può ammirare sopra, l’immarcescibile Pancrazio, ormai completamente reintegrato nella comunità degli adepti della parola parlata che frequentavano il sedicente circolo dello Zibaldino, con sede presso il Bar dell’Olmo, gentilmente concesso dal buon Sebastiano.

Mi sembra di stare al catechismo, disse l’interrogato, quanti sono i peccati mortali? Dio è Uno o Trino? Voi vi divertite, sì? Aggiunse rivolto ai presenti, poi ritornò all’interrogante: non è per caso che fai queste domande a me, che sono rientrato da poco, per prendermi per il culo ancora una volta, così solo per inaugurare il nuovo corso, davanti a tutti? Sbottò Pancrazio, il cui carattere nel frattempo, non era cambiato per niente, come si può vedere, mentre Maurizio lo ascoltava sornione e sorrideva sotto i baffi (aveva i baffi Maurizio? La cronaca non ne parla).



                                         Senza titolo - Foto di Luciana Del Grande




In effetti, rispose alfine il beffardo, ma solo per finta, per saggiare le nuove capacità di resistenza dell’uomo che aveva davanti, non molto propenso a farsi trattare come un figliuol prodigo appena pentito, il tuo caso potrebbe rientrare benissimo nella tipologia da te così brillantemente illustrata. Non hai tu forse fatto un grande casino, qui, in questo circolo, che a momenti ammazzavi il nostro povero Sebastiano, per una sciocchezza che era nata solo nella tua testa, e non avevi forse tu pensato che dopo quell’incidente, conclusosi con la tua fuoruscita, non ti saresti più fatto vedere da queste parti?

E cosa pensi, che noi non credessimo che, invece, tu saresti tornato ben presto, con la coda tra le gambe, ad offrire il calumet della pace e a chiedere perdono a Sebastiano e a tutti noi, per l’accaduto, con la promessa che nulla del genere sarebbe più successo qui per colpa tua?

Come credi che sia finita, questa storia, ammesso che sia finita? Come volevasi dimostrare: possiamo ben dire che qui, come nei Salmi, l’ultima parola è Gloria. Abbiamo fatto pace, tu hai dimostrato di aver fatto notevoli progressi, ma una cosa devi ancora imparare a fare, devi essere meno permaloso.

Io non sono permaloso…solo che se uno cerca di prendermi per il culo…

Arieccoci, con ‘stò culo! Alzò la voce Maurizio. Ma ti sembra un bel modo di parlare, di fronte alle signore e a tutti noi? Un’espressione come per esempio Prendere in giro, ti sembra troppo delicata?

E tu ti dovevi inventare tutto ‘sto papocchio per farmi questa cazziata? Si difese maldestramente il retrivo, Guarda che non è ancora detta l’ultima parola…Se mi fate incazzare, ve li do io i Salmi e poi vedete dove ve li potete mettere i gloria.

Maurizio vide che con Pancrazio non ce l’avrebbe mai fatta, perché il tipo, da quel punto di vista, era irrecuperabile, ma a lui era simpatico e decise che lo avrebbe accettato per quello che era, perciò pensò di cambiare completamente argomento.

Ma insomma, Pancrà, parliamoci chiaro, quando è che ci porti a pranzo alla campagnola, come hai promesso, per farti perdonare, per sugellare la pace e mettere una pietra sopra questa brutta storia?

Pancrazio aveva riassunto un atteggiamento da agnellino e teneva gli occhi a terra. Poi, di colpo il suo sguardo si allargò su tutti i presenti, dominandoli:

Intanto per oggi vi faccio sbafare un aperitivo, che ne dite, brava gente?

Che tutti i salmi finiscano in gloria. Evviva Pancrazio, fu un grido unanime.

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