IPERSONNIA

Il mondo si divide tra chi dorme troppo e chi per niente. Naturalmente stiamo parlando del genere homo (e non del gatto, che anche lui, quanto a sonno…).

I primi sono i capitalisti del sonno, quelli che, anche se fossero minoranza nel paese (globale, eh?) avrebbero ugualmente più della metà delle risorse di sonno disponibili per l’intera umanità, spesso senza alcun merito personale, avendo ereditato una complessione organica predisposta che non richiede a loro nessuno sforzo per dormire, gli altri sono gli insonni, quelli che, contano le pecore, si sforzano di pensare cose belle, ma immancabilmente si ritrovano a rimuginare le peggiori, le provano tutte, anche quello che sembrerebbe un rimedio infallibile per far venire il sonno, come vedere la TV e invece niente, non chiudono occhio, o se lo chiudono, questo accade giusto quando è ora di alzarsi ed affrontare il nuovo giorno da mortodisonno.




                                                    Almeno un bel sogno. Foto di Luciana Del Grande



Il nome del disturbo di questa seconda categoria di persone, non proletari del sonno, ma appartenenti a quella infima categoria che va sotto il nome di sottoproletariato (che più sotto di così…neanche quelli che hanno il sonno a sprazzi, o a singhiozzo!), che non si sa dove va a sbarcare il …lunario (mai termine più appropriato), tutti lo conoscono ed è insonnia, con tutte le sue conseguenze e concause.

Più difficile che tutti sappiano quello dell’altro disturbo, cioè del dorminpiedi, che si chiama ipersonnia, con l’accento sulla o.

Anche questa anomalia è oggetto di studi approfonditi della scienza medica e neurologica in particolare, ma sembra che al momento la cura sia solo sintomatica, potendo essa avere origine o indotta, ed è il caso di ipersonnia a seguito dell’assunzione di determinati farmaci che comportano come effetto indesiderato la sonnolenza e qui basta non assumere più quel farmaco, o genetica ed allora sono cavoli.

A Teramo, quando ero giovane, esisteva un simpatico personaggio che non per colpa sua, si portava dietro il non simpatico soprannome di “magneedùrm”, solo perché era affetto da un rilasciamento dei muscoli che regolano l’apertura e chiusura delle palpebre, che apparivano sempre quasi del tutto chiuse.

E questa potrebbe rientrare fra le cause accidentali, o concause.

Finito di parlare, Pancrazio si lasciò andare sulla sedia e guardò il folto gruppo degli ascoltatori, incantati e non ancora paghi delle belle parole che lui aveva pronunciato. Era la prima volta che rimetteva piede al circolo, dopo l’ultimo incidente e aveva voluto farlo, sorprendendo tutti per la cura della sua prolusione.

Dopo qualche attimo, un grande applauso scoppiò nella sala e tra i primi a congratularsi con l’improvvisato conferenziere, furono Sebastiano e Maurizio, quest’ultimo aveva le lagrime agli occhi ed un sorrisetto un po’ tirato, qualcosa di mezzo tra la commozione e l’irritazione. Chi l’avrebbe detto, proprio Pancrazio?

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