FULMINE A CIEL SERENO
E che potevamo fare? E’ accaduto tutto in un lampo; un vero fulmine a ciel sereno. Sebastiano, ignaro di tutto quello che si era detto fino ad allora, era entrato nella stanza della biblioteca, dove i soci erano riuniti ed avendo sentito l’invito rivolto da Maurizio a Pancrazio a tenere una lezione sulle origini della letteratura italiana, si mise clamorosamente a battere le mani, dicendo:
Illustrissimo dottor professor Pancrazio dei Pancrazii, prego ci illumini sul tema proposto dal Presidente. Dal canto mio, successivamente, vi terrò una dotta lezione sulla scomposizione dell’atomo, dalla preistoria ad oggi e fece un inchino con tanto di cappello (che non c’era), portato col braccio in alto e con ampio gesto, fatto roteare, fino a strusciare sulla superficie del pavimento polveroso.
Nessuno aveva notato Pancrazio che si era alzato e portato davanti a Sebastiano, impegnato nella sua pantomima. Quello che si materializzò sotto gli occhi di tutti fu l’immagine di Pancrazio che all’improvviso, caricava un destro con tutto il suo peso e lo scaricava con violenza sulla faccia dell’amico, mandandolo a gambe all’aria.
‘Mbè, non lo credereste, questo semplice fatto diede luogo il giorno dopo ad una discussione accesa, non sulle conseguenze dell’accaduto, (Sebastiano al pronto soccorso aveva dichiarato di essere caduto ed aver bussato la faccia contro un palo, diagnosi: frattura del setto nasale con prognosi di gg.30; parapiglia generale; Maurizio sull’orlo di una crisi di nervi), bensì sul modo corretto di usare l’espressione “fulmine a ciel sereno” in corrispondenza o in antitesi al “colpo di fulmine”.
Il colpo di fulmine, per esempio, disse Maurizio, è capitato a me, quando ho visto Chiara per la prima volta, sono rimasto totalmente affascinato; il mio fu veramente un amore a prima vista, che mi fece invaghire immediatamente di lei.
Ma posso dire anche che l’aver incontrato Chiara in maniera così fortuita fu per me una fortuna, che cambiò la mia vita ed in questo senso intervenne come un fulmine a ciel sereno, per l’eccezionalità, non a tutti capita di avere un incontro così.
Chiara, che era presente, atteggiò il viso a sorpresa ed incredulità, schermendosi modestamente.
Nel colpo di fulmine, continuò, c’è l’emozione del fatto improvviso e c’è anche il fascino del turbine, il “soffio di lampi lontani”, come diceva Pascoli, che coglie all’improvviso, che fa sbattere le finestre, che scuote dall’inerzia in cui si cade di fronte ad un fenomeno della natura, ma manca il cielo sereno.
Jeunes filles en fleurs nei pressi di Punta Aderci, Vasto. Foto di Luciana del Grande
Ciò che distingue il fulmine a ciel sereno, dal colpo di fulmine è proprio l’anomalia del cielo sereno, che si riscontra nella prima delle due espressioni equivalenti. L’assurdità di come ciò possa accadere, senza il contesto della tempesta meteorologica, fa la differenza.
Cosa è dunque questo fulmine a ciel sereno? Seguitò a dire Maurizio. Vediamo di esaminare meglio il fenomeno, e poi vediamo di individuare il modo migliore del suo uso metaforico.
Con un cielo completamente sereno, il sole che risplende, la luce che abbaglia, vedere un guizzo nel cielo che da un punto indefinito dell’azzurro, si dirige verso terra, desta sorpresa e meraviglia.
Ma, per davvero si possono generare fenomeni elettrici con il cielo sereno? No, ma i meteorologi dicono che in determinati casi ciò può avvenire, e la spiegazione è abbastanza semplice.
I fulmini originano sempre da una nuvola e si scaricano o a terra, o contro un’altra nuvola, o si risolvono all’interno della nube originaria. Gli esperti distinguono fulmini negativi, che scoccano nella parte bassa del cumulo-nembo e puntano dritto a terra, da quelli positivi, che invece partono dal fronte più alto dell’ammasso nuvoloso e attraversano il cielo in senso longitudinale, percorrendo a volte distanze notevoli, (fino a 20 chilometri, dicono), prima di cadere a terra e sono quelli più pericolosi.
In questi casi può avvenire che un fulmine, scaturito da un fronte nuvoloso che si trova in una zona dove è in corso una tempesta, finisca in un tratto di cielo privo di nuvole e qui il fenomeno si manifesta con questa particolarità.
A me è capitato, intervenne Ottavio di osservare che ciò è possibile. Percorrendo in bicicletta i sei chilometri che separano Tortoreto Lido da Giulianova, un pomeriggio, col cielo perfettamente sereno, ho notato che mentre a Tortoreto la strada era asciutta, a Giulianova, improvvisamente divenne allagata. Chiesi ad un passante cosa fosse successo e quello mi rispose che c’era stato un violento temporale con lampi e fulmini, di cui, a distanza di pochi chilometri io non avevo avuto nessun sentore. In quel caso, a Tortoreto qualcuno avrebbe ben potuto vedere un fulmine a ciel sereno.
Intascata con soddisfazione, la testimonianza a suffragio della tesi che stava sostenendo, Maurizio riprese con maggior convinzione:
Fin qui il fenomeno meteorologico, che per la sua eccezionalità ha dato luogo al modo di dire metaforico, buono per sottintendere ogni situazione in cui un evento si manifesti con la imprevedibilità e la potenza di un fulmine, in un contesto eccezionale.
Resta da vedere se questa potenza, unita alla imprevedibilità, che è sempre motivo di scombussolamento, in quanto normalmente, chi agisce, non è preparato a questa eventualità, abbia una valenza solo positiva o solo negativa, entrambe le cose insieme, o disgiuntamente.
Allora osserviamo che, mentre il colpo di fulmine viene usato con un senso di cosa piacevole e, anzi, è riservato quasi esclusivamente per indicare, come detto sopra il caso dell’innamoramento subitaneo ed irresistibile, il fulmine a ciel sereno ha una valenza più ampia, prestandosi ad un uso più vario, con un senso sia positivo, come nella maggior parte dei casi, che negativo, come nel caso di un’eredità imprevista da parte di uno zio emigrato in America, di cui da tempo avevamo perso le tracce, che in un primo momento provoca una grande gioia, ma alla fine, a conti fatti, si rivela una delusione, per il fatto che, per come stanno le cose, l’accettazione dell’eredità comporterebbe anche l’accollo di grandi rischi che l’erede non è disposto a correre, costringendolo infine alla rinuncia.
Ma che si sa di Sebastiano? Chiese all’improvviso Licio rilevatore.
E’ a casa col volto tumefatto e un grosso cerotto sul naso; ne avrà per 30 giorni ma lo rivedremo prima, conoscendo il tipo. Per il momento ha affidato la gestione del bar a Silvana, che è sua amica e va tutte le sere a trovarlo, dopo la chiusura.
E Pancrazio?
E’ in quarantena volontaria. E’ già stato da Sebastiano e i due si sono chiariti. Ha promesso che per farsi perdonare, al ritorno di Sebastiano offrirà a tutti un banchetto riparatore. A suo tempo appureremo cosa intende per “banchetto”.
Illustrissimo dottor professor Pancrazio dei Pancrazii, prego ci illumini sul tema proposto dal Presidente. Dal canto mio, successivamente, vi terrò una dotta lezione sulla scomposizione dell’atomo, dalla preistoria ad oggi e fece un inchino con tanto di cappello (che non c’era), portato col braccio in alto e con ampio gesto, fatto roteare, fino a strusciare sulla superficie del pavimento polveroso.
Nessuno aveva notato Pancrazio che si era alzato e portato davanti a Sebastiano, impegnato nella sua pantomima. Quello che si materializzò sotto gli occhi di tutti fu l’immagine di Pancrazio che all’improvviso, caricava un destro con tutto il suo peso e lo scaricava con violenza sulla faccia dell’amico, mandandolo a gambe all’aria.
‘Mbè, non lo credereste, questo semplice fatto diede luogo il giorno dopo ad una discussione accesa, non sulle conseguenze dell’accaduto, (Sebastiano al pronto soccorso aveva dichiarato di essere caduto ed aver bussato la faccia contro un palo, diagnosi: frattura del setto nasale con prognosi di gg.30; parapiglia generale; Maurizio sull’orlo di una crisi di nervi), bensì sul modo corretto di usare l’espressione “fulmine a ciel sereno” in corrispondenza o in antitesi al “colpo di fulmine”.
Il colpo di fulmine, per esempio, disse Maurizio, è capitato a me, quando ho visto Chiara per la prima volta, sono rimasto totalmente affascinato; il mio fu veramente un amore a prima vista, che mi fece invaghire immediatamente di lei.
Ma posso dire anche che l’aver incontrato Chiara in maniera così fortuita fu per me una fortuna, che cambiò la mia vita ed in questo senso intervenne come un fulmine a ciel sereno, per l’eccezionalità, non a tutti capita di avere un incontro così.
Chiara, che era presente, atteggiò il viso a sorpresa ed incredulità, schermendosi modestamente.
Nel colpo di fulmine, continuò, c’è l’emozione del fatto improvviso e c’è anche il fascino del turbine, il “soffio di lampi lontani”, come diceva Pascoli, che coglie all’improvviso, che fa sbattere le finestre, che scuote dall’inerzia in cui si cade di fronte ad un fenomeno della natura, ma manca il cielo sereno.
Jeunes filles en fleurs nei pressi di Punta Aderci, Vasto. Foto di Luciana del Grande
Ciò che distingue il fulmine a ciel sereno, dal colpo di fulmine è proprio l’anomalia del cielo sereno, che si riscontra nella prima delle due espressioni equivalenti. L’assurdità di come ciò possa accadere, senza il contesto della tempesta meteorologica, fa la differenza.
Cosa è dunque questo fulmine a ciel sereno? Seguitò a dire Maurizio. Vediamo di esaminare meglio il fenomeno, e poi vediamo di individuare il modo migliore del suo uso metaforico.
Con un cielo completamente sereno, il sole che risplende, la luce che abbaglia, vedere un guizzo nel cielo che da un punto indefinito dell’azzurro, si dirige verso terra, desta sorpresa e meraviglia.
Ma, per davvero si possono generare fenomeni elettrici con il cielo sereno? No, ma i meteorologi dicono che in determinati casi ciò può avvenire, e la spiegazione è abbastanza semplice.
I fulmini originano sempre da una nuvola e si scaricano o a terra, o contro un’altra nuvola, o si risolvono all’interno della nube originaria. Gli esperti distinguono fulmini negativi, che scoccano nella parte bassa del cumulo-nembo e puntano dritto a terra, da quelli positivi, che invece partono dal fronte più alto dell’ammasso nuvoloso e attraversano il cielo in senso longitudinale, percorrendo a volte distanze notevoli, (fino a 20 chilometri, dicono), prima di cadere a terra e sono quelli più pericolosi.
In questi casi può avvenire che un fulmine, scaturito da un fronte nuvoloso che si trova in una zona dove è in corso una tempesta, finisca in un tratto di cielo privo di nuvole e qui il fenomeno si manifesta con questa particolarità.
A me è capitato, intervenne Ottavio di osservare che ciò è possibile. Percorrendo in bicicletta i sei chilometri che separano Tortoreto Lido da Giulianova, un pomeriggio, col cielo perfettamente sereno, ho notato che mentre a Tortoreto la strada era asciutta, a Giulianova, improvvisamente divenne allagata. Chiesi ad un passante cosa fosse successo e quello mi rispose che c’era stato un violento temporale con lampi e fulmini, di cui, a distanza di pochi chilometri io non avevo avuto nessun sentore. In quel caso, a Tortoreto qualcuno avrebbe ben potuto vedere un fulmine a ciel sereno.
Intascata con soddisfazione, la testimonianza a suffragio della tesi che stava sostenendo, Maurizio riprese con maggior convinzione:
Fin qui il fenomeno meteorologico, che per la sua eccezionalità ha dato luogo al modo di dire metaforico, buono per sottintendere ogni situazione in cui un evento si manifesti con la imprevedibilità e la potenza di un fulmine, in un contesto eccezionale.
Resta da vedere se questa potenza, unita alla imprevedibilità, che è sempre motivo di scombussolamento, in quanto normalmente, chi agisce, non è preparato a questa eventualità, abbia una valenza solo positiva o solo negativa, entrambe le cose insieme, o disgiuntamente.
Allora osserviamo che, mentre il colpo di fulmine viene usato con un senso di cosa piacevole e, anzi, è riservato quasi esclusivamente per indicare, come detto sopra il caso dell’innamoramento subitaneo ed irresistibile, il fulmine a ciel sereno ha una valenza più ampia, prestandosi ad un uso più vario, con un senso sia positivo, come nella maggior parte dei casi, che negativo, come nel caso di un’eredità imprevista da parte di uno zio emigrato in America, di cui da tempo avevamo perso le tracce, che in un primo momento provoca una grande gioia, ma alla fine, a conti fatti, si rivela una delusione, per il fatto che, per come stanno le cose, l’accettazione dell’eredità comporterebbe anche l’accollo di grandi rischi che l’erede non è disposto a correre, costringendolo infine alla rinuncia.
Ma che si sa di Sebastiano? Chiese all’improvviso Licio rilevatore.
E’ a casa col volto tumefatto e un grosso cerotto sul naso; ne avrà per 30 giorni ma lo rivedremo prima, conoscendo il tipo. Per il momento ha affidato la gestione del bar a Silvana, che è sua amica e va tutte le sere a trovarlo, dopo la chiusura.
E Pancrazio?
E’ in quarantena volontaria. E’ già stato da Sebastiano e i due si sono chiariti. Ha promesso che per farsi perdonare, al ritorno di Sebastiano offrirà a tutti un banchetto riparatore. A suo tempo appureremo cosa intende per “banchetto”.
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