LUPUS IN FABULA

"Lupus in fabula" si traduce 'il lupo nel discorso. La 'Fabula' latina è quindi, in questo caso, il discorso, e affabulare vuol dire saper fare un bel discorso. Normalmente un discorso vuole affermare qualcosa. Mira ad uno scopo. Lo scopo può essere quello di dare un insegnamento , e allora si parla di 'morale della favola'. come avviene per esempio con tutte le favole di Esopo; oppure può tendere ad altro fine, come quello di istruire, di divertire, di sbalordire o di far ridere. Anche purtroppo imbonire, come fanno i ciarlatani, piazzisti o politici da strapazzo.

Un buon affabulatore, riesce a fare tutte queste cose, a seconda delle circostanze. Affabula anche chi racconta una barzelletta e sa come richiamare l'attenzione dell'ascoltatore. La storiella dei pazzi che avevano numerato le barzellette di un libriccino e se le raccontavano dicendo ad alta voce ogni volta un numero di riferimento al libro e tutti ridevano, è sintomatica: quando un estraneo prova a dire 76! 98! 101!, nessuno ride. ?Perchè?', chiede a quelli che gli stanno intorno; 'perchè tu non le sai raccontare!' è la risposta, del tutto logica.

Le favole sono come le barzellette, se non le sai raccontare, non servono a niente. Ho citato Esopo, lui sì che le sapeva raccontare! Il lupo stava a monte, l'agnello in basso. "Perchè intorbidi la mia acqua?" "e come potrei fare se l'acqua scorre da te a me?" "Va bene, ma sei mesi fa mi hai insultato!" "Com'è possibile sei mesi fa non ero ancora nato?" "Allora è stato tuo padre!" e se lo mangiò. Basta un pretesto qualsiasi per chi è abituato ad usare la violenza.

Nelle favole ricorre spesso il lupo; in quella di Cappuccetto Rosso, il lupo cattivo si traveste da nonna e si mette nel letto con la cuffia di lei, per ingannare l'ingenua bambina: 'Che orecchie lunghe che hai!' 'per udirti meglio' ; ma dopo una lunga pantomima: 'Che denti lunghi che hai!' 'Per mangiarmiti meglio!'

Anche S. Francesco dovette affrontare un lupo che si aggirava nelle campagne intorno a Gubbio spargendo il terrore tra i contadini ed i passanti e il santo lo ammansì con le sue parole. Pensate la forza, il potere di quelle parole!

Il lupo e la favola stanno spesso insieme. Fin dal tempo dei romani. E il detto 'lupus in fabula' risale a quei tempi. Cicerone l'ha usata in uno dei suoi famosi discorsi. All'epoca si riteneva che il fatto di essere visti da un lupo facesse perdere la voce al malcapitato. O che quanto meno la sua voce, per la paura , diventasse roca.

Invece noi, ma da molto tempo, usiamo la stessa espressione, in una circostanza particolare, e cioè, quando, se si sta (s) parlando di una persona e questa inaspettatamente appare, tutti all'improvviso tacciono e allora, sottovoce, qualcuno dice "lupus in fabula'. Esiste anche un'altra espressione più o meno analoga, ma più forte e meno bella: 'si parla del diavolo e spuntano le corna'.

Il lupo nel discorso. Perchè il lupo? Penso che il motivo sia che nel passato i lupi erano una presenza abbastanza frequente; a Roma l'immagine del lupo rappresenta un'icona della sua fondazione; ma anche nel medioevo e giù lungo i secoli, essi costituivano una minaccia concreta, soprattutto per le comunità agricole e pastorali. Questo è stato il motivo per cui sono stati pressocchè sterminati ed al giorno d'oggi esistono associazioni per la protezione del lupo, al fine di evitarne l'estinzione.

Non so se in Sardegna, dalle parti di Olbia, dal tempo dei Nuraghi ad oggi, vi siano mai stati i lupi. Certo è che adesso v'è una bella realtà che ha preso il nome dalla locuzione in discorso. "Lupus in Fabula" è il nome di un Vermentino di Sardegna, prodotto dalle Tenute Olbios, vino bianco, fresco, fruttato, ottimo per aperitivi si accompagna bene con il pesce, il cui produttore, con spirito e tempismo, ha preso lo spunto, per la denominazione, proprio dal lupo della favola, quel lupo che quanto meno te lo aspetti, si presenta.

Solo che qui, con il vino, te lo aspetti, e come! eppure ogni volta, l'assaggio è una sorpresa. Mi auguro gradita. Per gli amanti (del vino, ma anche per gli amanti tout-court), consiglio di berlo in primavera, vendemmia 2015, oppure, meglio l'ultima , 2016, alla temperatura di non più di 4, 5 gradi cent..

9 febbraio 2017



Repetita iuvant? Non lo so. In questo caso ripropongo quanto scritto tre anni fa, senza modifiche, non perché sia convinto delle bontà del testo, che, invece, riletto ora mi sembra che lasci molto a desiderare, ma perché sono a corto di argomenti.

L'idea, forse, non era del tutto peregrina, non tanto dalla parte del 'lupus', quanto piuttosto della 'fabula', intorno alla quale ci sarebbe molto da dire. Chissà, per esempio, Maurizio come avrebbe impostato il discorso? Mi riservo di parlarne con lui e di tornarci sopra. A presto.

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