ADOMBRARE

Potrebbe essere una nota a piè del post intitolato “Aduggiare” (Zibaldino del 26.02.2020), ma invece merita uno spazio tutto suo, perché si tratta di un verbo dai sensi diversi, tutti molto bene specificati, o, scusate la banalità della battuta, semplicemente adombrati.

Il richiamo all’ombra, che in “aduggiare” era piuttosto negativo, in quanto si era di fronte ad un’ombra in qualche modo nociva, qui assume aspetti diversi che vanno dal semplice “fare ombra”, come nel caso molto favorevole dell’albero sul ciglio della strada, in estate, a quello di “coprirsi”, come quando, con piacevole stupore, ancora in estate, assistiamo al fenomeno dell’improvviso adombrarsi del cielo di nuvole tempestose, che annunciano imminente tempesta, fino alla gamma di significati figurati specie nell’uso del modo intransitivo, “adombrarsi”.





L'immagine può contenere: 1 persona
                                                             Testa  di ragazza, composizione di Valentina Aielli
                                                      


In senso metaforico, l’adombrarsi può essere anche più incisivo di un semplice evento naturale, perché, quando per esempio, si adombra la mente di pensieri gravi, l’effetto, sull’individuo può superare la violenza del temporale. Ma la mente può adombrarsi anche di pensieri lieti, in certi periodi dell’anno, o in prossimità di alcune feste (Natale, Pasqua), o di vacanze. Ed allora è tutt’un’altra storia.

L’oratore in una conferenza, può adombrare qualcosa di non detto, ma appena accennato, o addirittura, alluso.

Nella contingenza, in cui ci siamo venuti a trovare in seguito all’infezione globale da coronavirus, alcuni scienziati, politici e giornalisti, con l’intento di rassicurare la popolazione, sulla pericolosità del contagio, potenzialmente letale del virus in questione, hanno ottenuto l’effetto contrario, adombrando ipotesi non sufficientemente suffragate dal senso comune, né dalla scienza, così che, quelli che dovevano essere appelli alla calma, si sono tramutati in altrettanti segnali di allarme, con le conseguenze che si possono immaginare.

Hanno cioè adombrato uno scenario che alterna a messaggi tranquillizzanti, altri vivamente preoccupanti.

Ma tornando al concetto di “adombrare”, per godere fino in fondo del potere mistificatorio della parola in esame, che mentre indica una cosa ne sottende un’altra, pensiamo a quanta carica ci sia, nell’attuale fase di incertezza che stiamo attraversando, oggi che tutto è relativo, e quanta veridicità possa essere contenuta, nel parlare adombrato, smussato, addolcito dall’ombra, anziché affermare qualunque cosa in modo autoritativo ed apodittico.

Il mondo è un’allegoria, la vita è un’allegoria. Tutto si adombra di un velo, la realtà non esiste, fuori del vissuto. Sul volto degli anziani, l’età non adombra con le rughe il tempo trascorso e la storia di ognuno?

Si adombra il permaloso, qualunque cosa si dica sul suo conto, che non sia millanteria e blandizia.

Così come la tempesta che coglie repentina, c’è anche un improvviso mutar d’animo, per cose, a volte di poco conto, altre importanti, sorte come ostacoli imprevisti, sul percorso che immaginavamo piano, e non lo era poi del tutto.

Anche gli animali hanno di simili sbalzi di umore: il cavallo che si adombra per una causa ad esso nota, quale uno scoppio ed ha un sobbalzo, quando proprio non imbizzarrisce; Zenni, il gatto di casa che la notte di Capodanno, appena iniziano i botti di mezzanotte, fugge impazzito e va nascondersi sotto il letto, non è pur’esso “adombrato”?

Commenti