LA LIBRERIA DI NEMO
C’era nella sala delle riunioni un piccolo spazio, in un angolo, nemmeno tanto bene illuminato, in cui era sistemato uno scaffale che, da quando si era costituito il circolo, era sempre vuoto. Sebastiano ogni tanto si ricordava, quando puliva per terra, di dare una spolverata anche ai ripiani del mobile, togliendo e buttando nel cestino, tutt’al più, qualche foglio di giornale, lì abbandonato dai frequentatori del locale.
Marisa, l’amica che Silvana aveva presentato agli altri per l’ammissione, ricevendone il pieno plauso, perché la ragazza si fece conoscere presto per le sue qualità estetiche, ma soprattutto intellettuali, aveva scoperto quello spazio e vi si era affezionata. A parer suo, quel piccolo angolo andava valorizzato ed, essendo lei un’appassionata lettrice di libri, il suo pensiero corse subito ad una libreria. Quel piccolo mobile si prestava a meraviglia ad ospitare una raccolta di libri, la cui presenza avrebbe reso più evidente il carattere di destinazione letteraria dell’ambiente, che il gruppo voleva dare ad esso.
Un circolo letterario, disse un giorno che trovò Maurizio e Sebastiano al bar, dove non si trova neanche un libro, nemmeno un sillabario, mi sembra come una pescheria senza pesci. Che ne dite se, con il contributo di tutti, cerchiamo di organizzare una piccola libreria, utilizzando quel mobile scaffale che è in fondo alla sala?
Maurizio si mostrò subito interessato. La tua un’idea mi piace molto; è stupenda, disse.
Lo scaffale è a tua disposizione, disse Sebastiano annuendo come aveva fatto il capo. Puoi farne quello che vuoi.
Sì ma i libri dove li prendiamo? Si intromise Ottavio.
Silvana, anch’essa entusiasta dell’idea, fece subito una proposta:
Ci potremmo tassare tutti e, nei limiti delle possibilità di ciascuno, impegnarci ad offrire un libro al mese alla nostra comunità. Chi non può sarà esentato, chi può di più, offrirà di più a suo piacimento. Così in breve potremmo avere un discreto numero di libri.
Conosco un posto, annunciò Marisa, che dall'accoglimento della sua proposta, aveva tratto nuova energia ed emetteva scintille di entusiasmo, dove l’antica libreria “La FONTE”, che come sapete, purtroppo ha chiuso i battenti, lasciando orfana la nostra città di un ritrovo culturale importante, ha depositato tutti i libri invenduti e i fondi di magazzino che si sono trovati nello sgombero dei locali della ex libreria. Si tratta di un materiale immenso e di grande importanza che andrà vagliato e valutato, ma che potrebbe anche dare risultati sorprendenti: i documenti più antichi risalgono ai primi dell’ottocento. Se volete prenderò contatti con la persona che per tanti anni ha retto le sorti della gloriosa istituzione, la gentile signora Concetta, da sempre animatrice di quel focolaio del sapere, che conosco da tempo, per essere autorizzati, noi del circolo a visionare ed eventualmente prelevare tutto il materiale che possa essere di nostro interesse, visto che altrimenti sarebbe destinato al macero.
Gli occhi dei presenti, si accesero di immediato stupore.
Maurizio sembrava pensieroso.
Qualcosa non va? Chiese cortesemente Marisa, combattuta tra l’eccitazione per un futuro radioso che già intravedeva per il circolo, che le dava alla testa con un leggero senso di vertigine, e il timore annidato nel suo petto, che tutto finisse in una rovinosa caduta dell’interesse generale, per una falla nel tessuto esile della prima euforia, che, come succcede per un pallone che si sgonfia, ne avrebbe potuto determinare l’afflosciamento repentino, magari di fronte alle prime difficoltà che sicuramente si sarebbero presentate per la realizzazione del progetto.
No, stavo pensando, rispose Maurizio. Mi è tornato in mente un episodio del quale sono stato testimone, molto tempo fa, avvenuto proprio a La Fonte. Concetta aveva messo da parte un libro per un ragazzo che frequentava assiduamente la libreria; si trattava di una edizione straordinaria di “Ventimila Leghe Sotto i Mari” con delle belle illustrazioni d’epoca, che fece immediatamente colpo sul ragazzo, interessatissimo all’acquisto, ma reso titubante dal prezzo piuttosto alto del volume che sapeva di non poter pagare. Concetta, allora, con un gesto che mi commosse, trovò il modo di non deludere il giovane cliente, che sapeva affezionato ai libri e alla libreria, accettando un importo di molto inferiore a quello di copertina, dicendo:
Domani verrai a darmi una mano per la sistemazione dei nuovi arrivi negli scaffali, così, lavorando, mi ripagherai della quota del prezzo mancante.
Ben volentieri, rispose il giovane, domani, dopodomani e tutto il tempo che lei vorrà. Mi piace lavorare con i libri. E, dopo aver a lungo ringraziato, uscì portando con sé il prezioso pacchetto. Camminando, i suoi piedi non sembravano toccare terra.
Quello che ci hai raccontato è molto bello, disse ispirata Marisa e mi suggerisce un pensiero suggestivo ed allettante, a proposito della nostra libreria da costituire qui e subito.
Il locale dove sono stati scaricati, in attesa di smaltimento, gli scarti della libreria La Fonte, è uno scantinato umido e buio, dove si accede per una scalinata ripida. Praticamente un lungo budello che non si sa dove finisce, lungo il quale sono ammassati tutti quei libri ormai fuori dal mondo, oltre a documenti, carte, mappe ecc.
Pensate, la storia che or ora ci ha narrato Maurizio, di quel libro dalle belle illustrazioni, il titolo del libro, il ragazzo innamorato dell’ignoto, che non vedeva l’ora di immergersi in quel mare di fantasie visionarie del grande scrittore francese, non vi sembra profetica per il nostro sodalizio, dal momento in cui anche noi dello Zibaldino, entrando in quello sterminato scantinato della Fonte, è come se scendessimo nel ventre del “Nautilus” affondato in fondo all’oceano, e ci chiudessimo nel locale a tenuta stagna ove era la grande biblioteca, senza sapere quello che potremmo trovare? Vedrete, sarà un’avventura meravigliosa.
E scopriremo cosa si nascondeva di così tanto misterioso in questo luogo senza fine del Capitano Nemo, Comandante del “Nautilus”, dove si trovava la soluzione per tutte le cose. Concluse Maurizio. Ci proclamiamo figli spuri del Comandante Nemo, anche noi andiamo alla ricerca di qualcosa che non sappiamo cosa sia, ma che ci attrae in modo irresistibile.
Propongo di dare un nome alla libreria che andremo a costituire, la cui sovraintendente sarà la sua stessa ideatrice, la qui presente Marisa Depistula. Essa si chiamerà
LA LIBRERIA DEL CAPITANO NEMO.
Marisa, l’amica che Silvana aveva presentato agli altri per l’ammissione, ricevendone il pieno plauso, perché la ragazza si fece conoscere presto per le sue qualità estetiche, ma soprattutto intellettuali, aveva scoperto quello spazio e vi si era affezionata. A parer suo, quel piccolo angolo andava valorizzato ed, essendo lei un’appassionata lettrice di libri, il suo pensiero corse subito ad una libreria. Quel piccolo mobile si prestava a meraviglia ad ospitare una raccolta di libri, la cui presenza avrebbe reso più evidente il carattere di destinazione letteraria dell’ambiente, che il gruppo voleva dare ad esso.
Un circolo letterario, disse un giorno che trovò Maurizio e Sebastiano al bar, dove non si trova neanche un libro, nemmeno un sillabario, mi sembra come una pescheria senza pesci. Che ne dite se, con il contributo di tutti, cerchiamo di organizzare una piccola libreria, utilizzando quel mobile scaffale che è in fondo alla sala?
Maurizio si mostrò subito interessato. La tua un’idea mi piace molto; è stupenda, disse.
Lo scaffale è a tua disposizione, disse Sebastiano annuendo come aveva fatto il capo. Puoi farne quello che vuoi.
Sì ma i libri dove li prendiamo? Si intromise Ottavio.
Silvana, anch’essa entusiasta dell’idea, fece subito una proposta:
Ci potremmo tassare tutti e, nei limiti delle possibilità di ciascuno, impegnarci ad offrire un libro al mese alla nostra comunità. Chi non può sarà esentato, chi può di più, offrirà di più a suo piacimento. Così in breve potremmo avere un discreto numero di libri.
Conosco un posto, annunciò Marisa, che dall'accoglimento della sua proposta, aveva tratto nuova energia ed emetteva scintille di entusiasmo, dove l’antica libreria “La FONTE”, che come sapete, purtroppo ha chiuso i battenti, lasciando orfana la nostra città di un ritrovo culturale importante, ha depositato tutti i libri invenduti e i fondi di magazzino che si sono trovati nello sgombero dei locali della ex libreria. Si tratta di un materiale immenso e di grande importanza che andrà vagliato e valutato, ma che potrebbe anche dare risultati sorprendenti: i documenti più antichi risalgono ai primi dell’ottocento. Se volete prenderò contatti con la persona che per tanti anni ha retto le sorti della gloriosa istituzione, la gentile signora Concetta, da sempre animatrice di quel focolaio del sapere, che conosco da tempo, per essere autorizzati, noi del circolo a visionare ed eventualmente prelevare tutto il materiale che possa essere di nostro interesse, visto che altrimenti sarebbe destinato al macero.
Gli occhi dei presenti, si accesero di immediato stupore.
Maurizio sembrava pensieroso.
Qualcosa non va? Chiese cortesemente Marisa, combattuta tra l’eccitazione per un futuro radioso che già intravedeva per il circolo, che le dava alla testa con un leggero senso di vertigine, e il timore annidato nel suo petto, che tutto finisse in una rovinosa caduta dell’interesse generale, per una falla nel tessuto esile della prima euforia, che, come succcede per un pallone che si sgonfia, ne avrebbe potuto determinare l’afflosciamento repentino, magari di fronte alle prime difficoltà che sicuramente si sarebbero presentate per la realizzazione del progetto.
No, stavo pensando, rispose Maurizio. Mi è tornato in mente un episodio del quale sono stato testimone, molto tempo fa, avvenuto proprio a La Fonte. Concetta aveva messo da parte un libro per un ragazzo che frequentava assiduamente la libreria; si trattava di una edizione straordinaria di “Ventimila Leghe Sotto i Mari” con delle belle illustrazioni d’epoca, che fece immediatamente colpo sul ragazzo, interessatissimo all’acquisto, ma reso titubante dal prezzo piuttosto alto del volume che sapeva di non poter pagare. Concetta, allora, con un gesto che mi commosse, trovò il modo di non deludere il giovane cliente, che sapeva affezionato ai libri e alla libreria, accettando un importo di molto inferiore a quello di copertina, dicendo:
Domani verrai a darmi una mano per la sistemazione dei nuovi arrivi negli scaffali, così, lavorando, mi ripagherai della quota del prezzo mancante.
Ben volentieri, rispose il giovane, domani, dopodomani e tutto il tempo che lei vorrà. Mi piace lavorare con i libri. E, dopo aver a lungo ringraziato, uscì portando con sé il prezioso pacchetto. Camminando, i suoi piedi non sembravano toccare terra.
Quello che ci hai raccontato è molto bello, disse ispirata Marisa e mi suggerisce un pensiero suggestivo ed allettante, a proposito della nostra libreria da costituire qui e subito.
Il locale dove sono stati scaricati, in attesa di smaltimento, gli scarti della libreria La Fonte, è uno scantinato umido e buio, dove si accede per una scalinata ripida. Praticamente un lungo budello che non si sa dove finisce, lungo il quale sono ammassati tutti quei libri ormai fuori dal mondo, oltre a documenti, carte, mappe ecc.
Pensate, la storia che or ora ci ha narrato Maurizio, di quel libro dalle belle illustrazioni, il titolo del libro, il ragazzo innamorato dell’ignoto, che non vedeva l’ora di immergersi in quel mare di fantasie visionarie del grande scrittore francese, non vi sembra profetica per il nostro sodalizio, dal momento in cui anche noi dello Zibaldino, entrando in quello sterminato scantinato della Fonte, è come se scendessimo nel ventre del “Nautilus” affondato in fondo all’oceano, e ci chiudessimo nel locale a tenuta stagna ove era la grande biblioteca, senza sapere quello che potremmo trovare? Vedrete, sarà un’avventura meravigliosa.
E scopriremo cosa si nascondeva di così tanto misterioso in questo luogo senza fine del Capitano Nemo, Comandante del “Nautilus”, dove si trovava la soluzione per tutte le cose. Concluse Maurizio. Ci proclamiamo figli spuri del Comandante Nemo, anche noi andiamo alla ricerca di qualcosa che non sappiamo cosa sia, ma che ci attrae in modo irresistibile.
Propongo di dare un nome alla libreria che andremo a costituire, la cui sovraintendente sarà la sua stessa ideatrice, la qui presente Marisa Depistula. Essa si chiamerà
LA LIBRERIA DEL CAPITANO NEMO.
Commenti
Posta un commento