LE GENERAZIONI E L'AMBIENTE

"Ci avete rubato il futuro" è l’accusa lanciata da Greta sulla faccia dei potenti di tutto il Mondo, riuniti all'ONU per discutere delle misure da adottare per la salvaguardia dell’ambiente. Trump alle sue spalle, osservava truce e si teneva alla larga, timoroso di affrontarla.

Non sarà certo tutto per merito del visino caparbio di quella ragazzina svedese che ha posto il problema di prendere coscienza da parte di tutti gli stati del fatto che è necessario intervenire subito con provvedimenti efficaci a difesa della natura e dell’ambiente, per evitare una catastrofe imminente ed immane, di portata globale, ma è significativo che a farlo sia stata una giovanissima appartenente alla generazione nata dopo l’inizio del nuovo millennio.



Maurizio era sensibile a questo problema. Per anni - pensava - abbiamo accettato la politica insensata del consumismo con la sciocca credenza che le risorse della Terra fossero interminabili, con la dissennata euforia dell’usa e getta, convinti che i rifiuti aumentati a dismisura, non ci potessero mai sommergere, cosa che invece è puntualmente avvenuta, che il mare avesse in sé la forza di reagire e rigenerarsi, per la profondità dei suoi abissi, e ne abbiamo fatto la pattumiera della Terra. Che le risorse di ossigeno dell’atmosfera fossero inesauribili ed invece abbiamo avvelenato l’aria che respiriamo. Ora abbiamo scoperto che la plastica, divenuta materia essenziale per ogni nostra iniziativa, è la causa principale del disastro annunciato e al quale non abbiamo voluto credere, nonostante lo spettacolo che era sotto i nostri occhi di animali, pesci ed uccelli morti per ingestione di quelle sostanze.

Ora, sbagliando ancora una volta, anziché preoccuparci di creare solidarietà tra i popoli e le singole persone, perché tutti collaborino al grande compito di salvare il salvabile, sembra che la nostra attività principale sia quella di individuare di chi sia la colpa di tutto quello che è avvenuto.

Maurizio aveva davanti a sé un post che qualcuno aveva pubblicato su Facebook, che trattava dell’argomento e volle leggerlo nella sede dello Zibaldino, che da poco aveva ricominciato a riunirsi con regolarità.

“Solo i maggiori di 50 anni e gli intelligenti di ogni età possono capire!” era la premessa sorprendente.

Alla cassa di un supermercato una signora anziana sceglie un sacchetto di plastica per metterci i suoi acquisti. La cassiera le rimprovera di non adeguarsi all'ecologia e le dice:
"Purtroppo la sua generazione non comprende il movimento ecologista. Noi giovani stiamo pagando per la vecchia generazione che ha sprecato tutte le risorse!"

La vecchietta si scusa con la cassiera e spiega:
"Mi dispiace, non c'era nessun movimento ecologista al mio tempo."

Mentre lei lascia la cassa, affranta, la cassiera aggiunge:
"Sono state le persone come voi che hanno rovinato tutte le risorse a nostre spese. È vero, non si faceva assolutamente caso alla protezione dell'ambiente nel vostro tempo."

Allora, un po' arrabbiata, la vecchia signora fa osservare che all'epoca restituivano le bottiglie di vetro registrate al negozio. Il negozio le rimandava in fabbrica per essere lavate, sterilizzate e utilizzate nuovamente: le bottiglie erano riciclate. La carta e i sacchetti di carta si usavano più volte e quando erano ormai inutilizzabili si usavano per accendere il fuoco. Non c’era il "residuo" e l’umido si dava da mangiare agli animali. Ma non conoscevano il movimento ecologista. E poi aggiunge:
“Ai miei tempi salivamo le scale a piedi: non avevamo le scale mobili e c’erano solo pochi ascensori.
Non si usava l’auto ogni volta che bisognava muoversi di due strade: camminavamo fino al negozio all'angolo. Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista.
Non si conoscevano i pannolini usa e getta: si lavavano i pannolini dei neonati.
Facevamo asciugare i vestiti fuori su una corda.
Avevamo una sveglia che caricavamo la sera.
In cucina, ci si attivava per preparare i pasti; non si disponeva degli aggeggi elettrici specializzati per cucinare senza sforzi e che però mangiano tutti i kwatt che Enel produce.
Quando si imballavano degli elementi fragili da inviare per posta, si usava come imbottitura della carta da giornale o dell’ovatta, in scatole già usate, non bolle di polistirolo o di plastica.
Non avevamo i tosaerba a benzina o i trattori: si usava l'olio di gomito per falciare il prato.
Lavoravamo fisicamente, non avevamo bisogno di andare in una palestra per correre sul tapis roulant che funzionano con l'elettricità.
Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista.

Bevevamo l'acqua alla fontana quando avevamo sete.
Non avevamo tazze o bottiglie di plastica da gettare.
Si riempivano le penne d'inchiostro invece di comprare una nuova penna ogni volta.
Rimpiazzavamo le lame di rasoio invece di gettare il rasoio intero dopo alcuni usi.
Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista.

Le persone prendevano il bus o il treno e i bambini si recavano a scuola in bicicletta o a piedi invece di usare la macchina di famiglia con la mamma come un servizio di taxi 24 h su 24.
I bambini tenevano lo stesso astuccio per diversi anni, i quaderni continuavano da un anno all'altro, le matite, le gomme, i temperamatite e gli altri accessori duravano fintanto che potevano, non un astuccio tutti gli anni e dei quaderni nuovi gettati a fine giugno, così come matite e gomme con uno slogan diverso ad ogni occasione.
Ma, è vero, noi non conoscevamo il movimento ecologista!

C’era solo una presa di corrente per stanza e non una serie multipresa per alimentare tutta la panoplia degli accessori elettrici indispensabili ai giovani di oggi.
Allora non farmi incazzare col tuo movimento ecologista!

Ci lamentiamo solo di non aver avuto abbastanza presto la pillola, per evitare di generare giovani idioti come voi, che si immaginano di aver inventato tutto, a cominciare dal lavoro.
Giovani che non sanno scrivere 10 righe senza fare 20 errori di ortografia, che non hanno mai aperto un libro oltre che dei fumetti, che non sanno chi abbia composto il bolero di Ravel... (che pensano sia un grande sarto), che non sanno dove passa il Danubio quando proponi loro la scelta tra Vienna e Atene. Ma che credono comunque di poter dare lezioni agli altri, dall'alto della loro ignoranza!"

Grazie di non stampare questo messaggio al fine di preservare l'ambiente. Ma non perdere l’occasione di diffonderlo!

"STRONZATE!", tuona Ottavio col suo vocione, "Cos'è questo pigolare sull'ambiente, fatto di ripicche da una generazione all'altra col rimbalzare le responsabilità del disastro che come umanità, abbiamo combinato su questa povera Terra, per cui sembra che il processo di naturale dissolvimento scritto nelle stelle sia stato vorticosamente accelerato proprio da noi che ora ci stracciamo le vesti, avendo finalmente capito (non tutti, però, ce ne sono ancora di capatoste come Trump, il più ridicolo e più pericoloso degli imperatori mai comparsi sul pianeta), che esso è irreversibile e ormai inarrestabile, e ci porterà presto al collasso, a causa dei cambiamenti climatici, prodotti dagli squilibri ambientali da noi determinati?"

Al che Maurizio reagisce, aggiungendo: "Una cassiera giovane ed arrogante apostrofa in modo provocatorio una vecchietta per la scelta che essa ha fatto, di portare la sua spesa, in una busta di plastica (invece che di carta, immagino, sebbene pure per la carta esistano motivi ambientali, legati alla piaga della deforestazione, che ne sconsiglino l’uso indiscriminato), accusando lei e tutti quelli della sua generazione di insensibilità nei confronti del problema ambientale e questa, che non si fa passare la mosca per il naso, orgogliosamente rivendica il modello di vita che vigeva ai suoi tempi, nei quali, anche in mancanza di movimenti per la salvaguardia dell’ambiente, si era - di fatto - più rispettosi della natura di quanto non lo si sia oggi."

"Ritengo", irrompe di nuovo Ottavio, "che entrambi i due punti di vista siano sbagliati. Comincerei col dire che, purtroppo, negli ultimi tempi ci siamo incattiviti: al concetto di solidarietà tra le generazioni, che era il fulcro su cui si basava il sistema mutualistico, per il reperimento delle risorse ed assicurare uno stabile welfare per tutti, si è sostituito il concetto contrario di mettere una generazione contro l’altra, nella ricerca delle responsabilità di quanto accaduto finora. Operazione quanto mai infruttuosa ed anzi dannosa, per il malanimo che suscita tra padri e figli e nonni e nipoti. Le generazioni non sono formazioni generiche di persone nate negli stessi anni, ma sono aggregazioni di individui nati durante un determinato periodo della storia, della durata, solitamente, di dieci, venti o più anni, in cui si sia verificata una frattura o una svolta significativa tra il periodo precedente e quello successivo e in cui sia possibile rinvenire caratteristiche comuni dei suoi componenti, dovute a fenomeni di costume o altro, tali da poterli distinguere da quelli delle altre. Per esempio una generazione è quella dei nati negli anni di guerra, una diversa, quella dei nati nel periodo della ricostruzione; generazione alla quale fece seguito quella del boom economico, e, ancora, quella della successiva crisi, ecc. Nel passaggio da una generazione all'altra, non si riscontra mai una vera e propria separazione, ma è come in una staffetta, in cui il testimone passa, con esiti di volta in volta diversi.

L’affondo arriva da parte di Chiara, la quale inaspettatamente, porta la discussione al centro della questione di interesse: "Per questo motivo", dice, "non si possono imputare ad una generazione precedente le colpe della degenerazione di quello che chiamiamo progresso, come non si possono rivendicare meriti per un modello di vita pregresso, che non produceva i guasti di quella degenerazione, semplicemente perché all'epoca il progresso non era ancora arrivato e pertanto anche la sua degenerazione non si conosceva, perché era di là da venire. Quello che la giovane cassiera vuole imputare alla innocente vecchietta, è confusamente riferibile a tre capi di accusa, distinti ma collegati: insensibilità nei riguardi del problema ambientale e conseguente disastro; sperpero delle risorse limitate del pianeta; aver creato un sistema socio economico che privilegia i vecchi a scapito dei giovani. Se si è rotto il patto di solidarietà tra generazioni, la colpa non è imputabile ai componenti di una sola di esse. Molti fattori hanno influito sulle cause del presente stato di cose. Soprattutto economici, politici e demografici. Penso che quando si parla genericamente di risorse sperperate dai vecchi e di giovani chiamati a rimborsarle, ci si voglia riferire al problema delle ricchezze naturali, come l’acqua, l’aria, il cibo, che sono ormai da razionare, al grande debito pubblico accumulato dal nostro Paese, che pesa su tutti; ma il pensiero va inevitabilmente anche sul futuro pensionistico delle giovani generazioni. Ma qui la causa principale, oltre a quella economica, è il decremento della natalità. I contributi dei lavoratori attivi, che servono al pagamento delle pensioni dei lavoratori a riposo, non bastano più a coprire la spesa pensionistica, perché i lavoratori giovani sono di meno rispetto al passato, per il decremento demografico e perché i giovani non trovano lavoro a causa delle mutate condizioni economiche. Di chi la colpa? Si tratta di un tema troppo grande che coinvolge tutti ed alla creazione del quale abbiamo concorso tutti. E tutti andiamo in cerca delle responsabilità. Della politica, dirà qualcuno e dei politici corrotti. Della scienza, che ha fornito agli uomini la possibilità di distruggere il pianeta, della tecnologia che ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, con la richiesta di sempre maggiore quantità di energia. Degli Stati che non vogliono rinunciare ai benefici del benessere, e trascurano di salvaguardare il mondo che verrà. Del modello di sviluppo economico globale basato su una crescita senza limiti. Tutte cose insostenibili, ma difficili da superare."

Nel silenzio che si era creato dopo queste ultime affermazioni, si levò la voce di Silvana, meditabonda e come se parlasse tra sé e sé: "Posso dire qualcosa a proposito della vecchietta incazzusa? Non mi piace il suo stile! L’accenno alla contraccezione, altra cosa ai suoi tempi sconosciuta, al solo fine di evitare di far nascere figli idioti, ignoranti e presuntuosi, a mio parere è quanto mai disdicevole sulla bocca di una mite vecchietta. Scoperto il preservativo, lo vorrebbe anche intelligente! Far passare gli spermatozoi buoni e bloccare quelli cattivi. Ma poi come si permette di dire che i ragazzi di oggi sanno meno di quelli di ieri? Io direi che è esattamente il contrario, non c’è paragone tra i ragazzi arcidigitalizzati e quelli di una volta solo alfabetizzati e quanto a Ravel, non solo sanno del Bolero, ma sanno anche del Pop del Rock, del Rap, del’Hip-Hop, del Soul, del Blues e, perché no?, anche un poco di Jazz. Lei quante ne sa oltre al Bolero di Ravel?"

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