OBSOLETO

Quando non sono impegnati in qualche ricerca, o in una discussione in pubblico nella sede dello Zibaldino, o altrove, Chiara e Maurizio cosa fanno? Se ne stanno sotto le coperte? Manco pe’ niente. Semmai sopra; ma questo non è un blog pornografico e quindi non possiamo andare a spiare cosa avviene tra i due nei momenti di relax, o di abbandono, o di semplice riposo. O ardente passione.

Ma non dobbiamo nemmeno credere che il loro interesse sia limitato ai soli rapporti di natura intellettuale o spirituale, anche se solo di essi abbiamo finora parlato, senza pagare alcun dazio alla carne, che, seppur contenuta da buoni freni inibitori, urla, come diceva Totò, reclamando i propri diritti.

Per cui è facile immaginare che tutte le volte in cui essi si sono trovati da soli, all’aperto, o in un locale chiuso, abbiano rivolto le loro attenzioni a loro stessi, o meglio, quelle dell’uno all’altra, con ben altri pensieri ed intenzioni che non gli approfondimenti di quesiti linguistici, o giù di lì. Ricordiamoci di come essi si siano conosciuti e di come il loro rapporto sia nato sotto la cappa del sentimento e non dell’utilità che le conoscenze di lei potessero apportare al progetto, allora solo in embrione, del lavoro di ricerca che era nella mente di lui.

- Ma l’amore può essere obsoleto? – Chiese Maurizio a Chiara, in un momento di grande intimità, mentre accarezzava teneramente (omissis)  di lei e lei aveva in mano (omissis su inervento della  censura - inutili le proteste: questa non è pornografia, ma poesia, se permettete: il luogo comunque era un letto).
- Cosa intendi, caro? Mica l’amore è uno strumento, o una moda: non può essere né obsoleto, né caduco.
- Adamo quando Dio gli presentò Eva, uscita fresca dal suo costato, lì per lì non seppe che farsene; stava bene già per conto suo, quella necessità di avere una compagn(i)a, non l’aveva avvertita fino a prima che Dio stesso gliene parlasse, a cose già fatte. Ora che lei era lì, che fa, diceva di non averne bisogno? Disse grazie e si pose ad osservare gli attributi del “regalo” ricevuto e notò per prima cosa i punti del corpo di lei che divergevano dai suoi.

La poverina era priva di quell’organo col quale egli annaffiava l’albero della conoscenza, piante e frasche. In compenso aveva tante altre cose che, a ben guardare, erano per lui di interesse più che notevole.

Stazione ferroviaria - Olimpia, 2019

- Allora, secondo te è da allora che la donna fu presa dal complesso di castrazione?
- Ma va là! Dio capì come si stavano mettendo le cose, tra i due, e, senza lasciar vedere, rimediò provvisoriamente con delle foglie di fico, una per lui e una per lei, per coprire quel che era meglio non mostrare in pubblico. Per il resto li lasciò liberi; volle ignorare il fatto che Lui sapeva in anticipo come il tutto sarebbe andato a finire, e pensò così di collaudare il principio del libero arbitrio, da poco inventato; che decidessero loro del proprio destino.
- E’ da allora dunque che i nostri due progenitori hanno cominciato a xxxxxxxx come ricci?
- In effetti, da allora uomini e donne non hanno fatto che accoppiarsi, pensare di accoppiarsi, rimpiangere di non potersi accoppiare più, (per ragioni cui pure, la natura, avrebbe pure potuto trovare rimedi permanenti, non lasciando tutto in mano all’inventiva umana che dopo secoli e secoli è arrivata al ritrovato posticcio delle pillole blu, molto più efficace, comunque delle pozioni magiche del passato, o dei rimedi a base di essenze e cibi, cosiddetti erotogeni, formaggio pecorino, ostriche ed altre leccornie che, dicono, aiutano).
- Dal che deduco che l’amore non è assolutamente obsoleto, anzi tra le cose conosciute dagli uomini, è quella che ha dimostrato una capacità di resistenza e di vitalità in crescita di consensi e largamente usata nella buona e nella cattiva sorte. L’amore è il sole che irraggia la vita dell’uomo ed è premio e consolazione per buoni e cattivi, ricchi e poveri, giovani e vecchi.
- Obsoleto è invece ciò che “non è più solito”, ciò che è caduto in disuso, che non serve più, un ferro vecchio, un attrezzo da museo, una roba che alla vetustà, alla decadenza ed all’inefficienza, unisce per taluni anche un senso di repellenza, di rifiuto come un abito uscito fuori moda.
- Non mi dire che anche qui, mi farai l’etimologia della parola?
- L’hai detto. L’etimologia del termine, piana e semplice, è tutta nel nome: “ob”, contro, più “solescere”, da “solere”, che vuol dire “essere solito”; obsoleto è ciò che va contro il solito, cioè l’insolito. Ma questa parola merita qualche considerazione in più: sembra che anche il termine “obsoleto” soffra della stessa malattia di cui muoiono le cose fuori moda. E’ quello che pensano alcuni ricercatori, ai quali questa parola non piace molto e dicono che essa stessa sia ormai “obsoleta”, non più usata e, se usata, da dismettere, dimenticare. A me è simpatica per come scoppietta in bocca, non mi sembra affatto demodé e non la abbandonerei tra le cianfrusaglie del tempo.
- Hai ragione – disse Chiara, rivestendosi, - Che forse con il tramonto del sole, facciamo tramontare anche la parola “tramonto”? Anche se, è vero, il sole sorge ogni giorno, ciò ch’è obsoleto, no.

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