SURRETTIZIO
- A volte mi capita di avere un concetto del tutto sbagliato a proposito di parole che pure uso abbastanza correntemente. E quando me ne accorgo, è sempre troppo tardi chi sa quante figuracce ho fatto nel frattempo. “E poi si vanta di far parte dello Zibaldino” avrà detto qualcuno, “sai, quella combriccola di saccenti messa su da quel Maurizio che ora crede di essere un Cruscone, non si dice così? Un accademico della Crusca. Mentre lui e i suoi seguaci, non fanno che scoprire l’acqua calda a proposito di certi termini astrusi che vanno a trovare solo loro.”
- Non ti crucciare, amica mia; a chi non capita di prendere delle cantonate mentre si parla, liberamente, a braccio? A volte si usano parole che non sono punto adatte, se non del tutto sbagliate.
Se ne stavano seduti sugli sgabelli, quelli alti, all’americana, davanti al bancone del Bar dell’Olmo e discorrevano quietamente sotto l’occhio benevolo di Sebastiano, il barman, anche lui sodale del circolo, ancorché saltuario per via del lavoro. Si trattava di due vecchie conoscenze, Ottavio e Silvana, i quali, in attesa che arrivasse qualche altro adepto per aprire la porta sul retro, si intrattenevano sorseggiando un caffè.
Ottavio ascoltava serio, in realtà poco interessato, girando lentamente il cucchiaino nella tazza.
- Per la verità, non ci ho mai pensato, ma credo che sarei caduto nello stesso errore. Surrettizio e surroga non hanno la stessa radice?
- Nient’affatto! Surrettizio viene dal latino “sub” più “repere”, la cui combinazione vuol dire “strisciare sotto”, quindi, in un contesto più ampio, agire in malafede, con l’inganno, strisciando come un serpente e insinuandosi sotto ogni passaggio, come la polvere o le malelingue. Alcuni ritengono più probabile una origine dal verbo latino quasi identico “sub” più “rapere”, con il significato di “rapire”, sottrarre con sotterfugi. Ma siamo sempre nello stesso ambito di cosa fatta malavitosamente.
- E surrogare, allora, da cosa deriva? - chiese cortesemente Ottavio.
- Surrogare deriva da “sub” più “rogare”, che vuol dire appunto “sostituire” . Per i romani era un tipo di sostituzione molto particolare: si trattava di far eleggere uno al posto di un altro. Ma poi, col passar del tempo, ha assunto molti altri significati, sempre nell'ambito della sostituzione.
- Come il caffè con la cicoria?
- Anche, ma non solo.
- Ho sentito che “succedaneo” è un altro termine che significa la stessa cosa – disse di passaggio Sebastiano, mentre allungava un braccio per posare una tazzina sul bancone, davanti ad un uomo in piedi a poca distanza dai due.
- Infatti succedaneo è un sinonimo di surrogato e vuol dire sostituto.
A questo punto Silvana, finito di sorbire il suo caffè, guardò distrattamente il suo orologio da polso e disse:
- Guarda, però, sono quasi le dieci e non si vede ancora nessuno. Posso farti una confessione? - rivolta ad Ottavio, abbassando la voce – però promettimi che non lo racconterai a nessuno; penso che questa gestione del circolo da parte di Maurizio sia largamente deficitaria. Ci vorrebbe uno di polso, con più autorità; Maurizio è un pappamolla.
Ottavio non si aspettava che l’informale conversazione con Silvana, di colpo, prendesse questa piega e rimase alquanto sconcertato.
- Ho molta stima di Maurizio e non penso che sia un pappamolla - ribatté con non molta convinzione. Chi ci vedresti meglio al posto suo? - chiese dopo, ma solo per far vedere che non era del tutto alieno dalle preoccupazioni della sua collega ed amica.
- Ci vedrei benissimo te – rispose subito la ragazza. – Ed al posto di quella sciacquetta di Chiara, mi proporrei io, a stare accanto a te.
Di fronte ad una simile affermazione, Ottavio ebbe netta la sensazione di essere caduto in una trappola, quella che Silvana proponeva era una vera e propria congiura di palazzo e lui non sapeva come fare ad uscirne, senza offendere la proponente, ma soprattutto senza tradire il suo amico Maurizio.
- Senti queste sono cose che si discutono insieme agli altri, apertamente. Se tu hai delle rimostranze da fare, falle pure, quando siamo tutti riuniti. Non son cose da trattare surrettiziamente, di nascosto e con l’inganno. Ti ringrazio per la proposta che mi hai fatto e per la stima che così mi tributi, ma non posso accettare. Tu mi hai fatto capire l’importanza della parola surrettizio ed ora non posso metterla in pratica, sapendo cosa significa.
- Caro Ottavio – rispose Silvana – non ti montare la testa, con ‘sto surrettizio o non surrettizio. Io non ti ho detto di agire in maniera surrettizia. Ti ho chiesto semplicemente se accettavi la candidatura per una prossima elezione degli organi del circolo, che intendo proporre all’assemblea appena possibile. La tua risposta è no?
- No.
- Benissimo vorrà dire che mi rivolgerò ad un altro o proporrò direttamente me stessa. Ora debbo andare, tanto non verrà nessuno…
- Ah, dimenticavo – disse ancora Silvana, scendendo dal trampolo sul quale era appollaiata, grazie per il caffè e…alla prossima volta, ciao!
- Ma io non te lo avevo offerto – disse Ottavio ad una Silvana che era già arrivata all’uscita del bar.
- Non fa niente - rispose lei praticamente già fuori, distratta – sarà per un’altra volta!
- Co…sa? – Lei di sicuro non udì. Sebastiano, alla cassa, rideva sotto i baffi.
- Ahhhh! Le donne!!!! . disse ammiccando - Due caffè, vero? – mentre già batteva l'importo.
- Col supplemento correzione, sì. Quant’è?
Sempre poco, per un'amica. Cosa non si farebbe per una donna?
- Non ti crucciare, amica mia; a chi non capita di prendere delle cantonate mentre si parla, liberamente, a braccio? A volte si usano parole che non sono punto adatte, se non del tutto sbagliate.
Festa della Balorda, Modena - 2013 |
Se ne stavano seduti sugli sgabelli, quelli alti, all’americana, davanti al bancone del Bar dell’Olmo e discorrevano quietamente sotto l’occhio benevolo di Sebastiano, il barman, anche lui sodale del circolo, ancorché saltuario per via del lavoro. Si trattava di due vecchie conoscenze, Ottavio e Silvana, i quali, in attesa che arrivasse qualche altro adepto per aprire la porta sul retro, si intrattenevano sorseggiando un caffè.
- Credevo - diceva Silvana, appoggiata al banco con i gomiti - che il termine surrettizio fosse derivato da surrogato, con il significato di “sostituto”. Che dire “in modo surrettizio”, significasse che una persona o cosa si sostituisse con un’altra della stessa specie, che deve assolvere gli stessi compiti o funzioni. E questo perché il surrogato che noi conosciamo è la mistura fatta con la cicoria, che si prendeva al posto del caffè, al tempo della guerra, come diceva mio nonno, perché il caffè era scomparso. Al più, fortunati quelli che riuscivano a sostituirlo con l'orzo. Ma era comunque una porcheria. Invece ho scoperto che significa una cosa del tutto diversa; surrettizio è ciò che viene fatto di frodo, di nascosto. Lo sapevi?
Ottavio ascoltava serio, in realtà poco interessato, girando lentamente il cucchiaino nella tazza.
- Per la verità, non ci ho mai pensato, ma credo che sarei caduto nello stesso errore. Surrettizio e surroga non hanno la stessa radice?
- Nient’affatto! Surrettizio viene dal latino “sub” più “repere”, la cui combinazione vuol dire “strisciare sotto”, quindi, in un contesto più ampio, agire in malafede, con l’inganno, strisciando come un serpente e insinuandosi sotto ogni passaggio, come la polvere o le malelingue. Alcuni ritengono più probabile una origine dal verbo latino quasi identico “sub” più “rapere”, con il significato di “rapire”, sottrarre con sotterfugi. Ma siamo sempre nello stesso ambito di cosa fatta malavitosamente.
- E surrogare, allora, da cosa deriva? - chiese cortesemente Ottavio.
- Surrogare deriva da “sub” più “rogare”, che vuol dire appunto “sostituire” . Per i romani era un tipo di sostituzione molto particolare: si trattava di far eleggere uno al posto di un altro. Ma poi, col passar del tempo, ha assunto molti altri significati, sempre nell'ambito della sostituzione.
- Come il caffè con la cicoria?
- Anche, ma non solo.
- Ho sentito che “succedaneo” è un altro termine che significa la stessa cosa – disse di passaggio Sebastiano, mentre allungava un braccio per posare una tazzina sul bancone, davanti ad un uomo in piedi a poca distanza dai due.
- Infatti succedaneo è un sinonimo di surrogato e vuol dire sostituto.
A questo punto Silvana, finito di sorbire il suo caffè, guardò distrattamente il suo orologio da polso e disse:
- Guarda, però, sono quasi le dieci e non si vede ancora nessuno. Posso farti una confessione? - rivolta ad Ottavio, abbassando la voce – però promettimi che non lo racconterai a nessuno; penso che questa gestione del circolo da parte di Maurizio sia largamente deficitaria. Ci vorrebbe uno di polso, con più autorità; Maurizio è un pappamolla.
Ottavio non si aspettava che l’informale conversazione con Silvana, di colpo, prendesse questa piega e rimase alquanto sconcertato.
- Ho molta stima di Maurizio e non penso che sia un pappamolla - ribatté con non molta convinzione. Chi ci vedresti meglio al posto suo? - chiese dopo, ma solo per far vedere che non era del tutto alieno dalle preoccupazioni della sua collega ed amica.
- Ci vedrei benissimo te – rispose subito la ragazza. – Ed al posto di quella sciacquetta di Chiara, mi proporrei io, a stare accanto a te.
Di fronte ad una simile affermazione, Ottavio ebbe netta la sensazione di essere caduto in una trappola, quella che Silvana proponeva era una vera e propria congiura di palazzo e lui non sapeva come fare ad uscirne, senza offendere la proponente, ma soprattutto senza tradire il suo amico Maurizio.
- Senti queste sono cose che si discutono insieme agli altri, apertamente. Se tu hai delle rimostranze da fare, falle pure, quando siamo tutti riuniti. Non son cose da trattare surrettiziamente, di nascosto e con l’inganno. Ti ringrazio per la proposta che mi hai fatto e per la stima che così mi tributi, ma non posso accettare. Tu mi hai fatto capire l’importanza della parola surrettizio ed ora non posso metterla in pratica, sapendo cosa significa.
- Caro Ottavio – rispose Silvana – non ti montare la testa, con ‘sto surrettizio o non surrettizio. Io non ti ho detto di agire in maniera surrettizia. Ti ho chiesto semplicemente se accettavi la candidatura per una prossima elezione degli organi del circolo, che intendo proporre all’assemblea appena possibile. La tua risposta è no?
- No.
- Benissimo vorrà dire che mi rivolgerò ad un altro o proporrò direttamente me stessa. Ora debbo andare, tanto non verrà nessuno…
- Ah, dimenticavo – disse ancora Silvana, scendendo dal trampolo sul quale era appollaiata, grazie per il caffè e…alla prossima volta, ciao!
- Ma io non te lo avevo offerto – disse Ottavio ad una Silvana che era già arrivata all’uscita del bar.
- Non fa niente - rispose lei praticamente già fuori, distratta – sarà per un’altra volta!
- Co…sa? – Lei di sicuro non udì. Sebastiano, alla cassa, rideva sotto i baffi.
- Ahhhh! Le donne!!!! . disse ammiccando - Due caffè, vero? – mentre già batteva l'importo.
- Col supplemento correzione, sì. Quant’è?
Sempre poco, per un'amica. Cosa non si farebbe per una donna?
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