ONTOLOGIA MARZIANA

L'ontologia è la branca che, all'interno di una data dottrina filosofica, si pone le domande basilari sull'essere. Ci si interroga quindi su che cosa è e che cosa non è (o non è più) e su che cosa è cosa.

Come vedete, sono esattamente le domande che tutti i bambini pongono ai propri genitori intorno ai tre anni, che vengono poi inevitabilmente spiazzate col tempo da altre questioni più "pratiche".

Nei romanzi e racconti di Philip K. Dick, uno dei maestri riconosciuti della letteratura di fantascienza novecentesca, avevo già in precedenza notato come i quesiti ontologici fossero sempre implicitamente al centro della narrazione.

Casa abbandonata, Nauplia 2019

Che cos'è la "cosa" che ha preso il posto di un tal padre di famiglia? (La cosa padre)
Quale mondo è reale e quale solo immaginato? (La svastica sul sole)
Che cosa distingue l'uomo dal robot inanimato? (Gli androidi sognano pecore elettriche?)
In cosa differisce la condizione di veglia da quella di un perdurante sogno? (Ubik e Un labirinto di morte)

Nel romanzo di Dick che ho appena terminato di leggere, Le tre stimmate di Palmer Eldritch, la domanda sull'essere non si limita, tuttavia, a rimanere sullo sfondo; essa viene posta in maniera del tutto esplicita e diretta.

Nella vicenda ci troviamo infatti collocati ad un futuro snodo dell'evoluzione umana in cui, per capire cosa ne sarà dell'uomo di lì in poi, sarà necessario chiedersi che cosa è o, ancora più crucialmente, non è l'uomo ora.

E, con un misto di sorpresa e di compiacimento, ho notato che il tema viene svolto dallo scrittore (uno dei miei preferiti in assoluto) lungo direttrici che fanno esplicitamente riferimento alla metafisica di Aristotele, il maestro ineguagliato e ineguagliabile di "coloro che sanno".

Nel romanzo sono infatti i protagonisti stessi a ragionare in termini di "essenza" e "accidenti" e di "potenza" e "atto", concetti cardine dell'ontologia aristotelica.

Su di questa si innesta la teologia cristiana, da cui viene tratto il concetto stesso di stimmate.

Le stimmate, come sappiamo, sono segni. Esse però non hanno di certo carattere meramente accidentale, come potrebbero avercelo alcuni tratti esteriori quali un dato taglio di capelli o il fatto di indossare un certo abito (che notoriamente non "fa il monaco").

Un individuo con le stimmate e lo stesso individuo senza le stimmate non sono la stessa persona: il manifestarsi di tali segni ci indica infatti un tratto profondo, essenziale, del soggetto.

Nella tradizione cristiana le stimmate sono, come sappiamo, il simbolo della presenza stessa del cristo nella persona e, con evidente analogia, nel romanzo di Dick esse indicano la comunione con un'entità aliena, ossia ciò che è altro dall'uomo, che è, anzi, radicalmente NON uomo.

Allorché nella persona compaiano, a seguito di un incontro ravvicinato con l'Altro-da-se, le stimmate di Palmer Eldritch, le domande che sorgono sono quindi le seguenti: che cosa ne è stato dell'uomo che esisteva prima? E' ancora presente, almeno nella sua essenza, o è la stessa essenza della persona ad essere andata perduta e ciò che rimane è solo un vuoto simulacro?

Col sottinteso che, se non siete voi per primi ad occuparvi di ontologia marziana, sarà quest'ultima prima o poi ad occuparsi di voi.

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