CATASTROFE

Nessuna paura, compagni: il vostro amico Maurizio non si è iscritto al partito dei catastrofisti e non ha sposato l’ideologia del tanto peggio tanto meglio. Siamo di fronte ad un momento cruciale per la nostra vita futura. Non, per fortuna, come per Salvini, di fronte ad una scelta “tra la vita e la morte”. Egli, con questa espressione pleonastica, si riferiva alla triste sorte di questa povera Italia, al piccolo conflitto nazionale tra lui e l’altro vice-premier, per il predominio politico su questa piccola e sfortunata Nazione. Su di noi, invece incombe una scelta molto più impegnativa, e determinante, che influirà sul destino più grande dell’Europa: dobbiamo decidere se vogliamo più Unione tra gli Stati, o meno unione che vuol dire lasciare la porta aperta allo scioglimento dell’Europa Unita.

Terremoto di L'Aquila - Fotografia 2011

In questo senso sì che possiamo parlare di vita e di morte, dell’UNIONE. Se dovessero prevalere i sovranisti, di cui si è fatto portabandiera proprio il nostro Salvini, con le sue tristi falangi, tutto quello che abbiamo fatto finora per un’Europa forte, unita e solidale, sarà stato inutile.

Se, come tutti i pronostici sembrano confermare, avviene il contrario, e cioè ci sarà una sonora sconfitta di questi guastatori ed una solenne affermazione di quelli che vogliono un’Europa più unita e migliore, sarà impegno di tutti fare sì che l’Unione, con la rinuncia dei vari Stati ad altre quote di sovranità, passi dall’unione alla Federazione degli Stati Uniti d’Europa, come era nell’idea dei padri fondatori.

E la catastrofe, allora? Per una volta usiamo questa parola nel suo significato originario, che non è morte e distruzione, ma è semplicemente “capovolgimento”, “rovesciamento”: dal greco “katà”, giù e “strephein”, voltare. Come voltare pagina, cambiare stagione, addio sovranisti, addio populisti, addio fanculisti, addio alle pacchiane contraddizioni di chi vuole da un lato rivendicare le radici giudaico-cristiane dell’Europa, per mietere voti fra i credenti ingenui e dall’altra sono pronti a demolirla, con o senza radici, e sono perfino alleati di coloro che profanano le tombe e i monumenti degli ebrei.

Una catastrofe purificatrice, senza fuoco né fiamme, portata avanti dalle nuove generazioni, preoccupate per le sorti del pianeta, assediato dall’immane problema ecologico e dai capovolgimenti climatici, ed a rischio sopravvivenza, per l’indifferenza e l’egoismo dei vari capi di Stato, “in tutt’altre faccende affaccendati”.

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