ALTRI BEI TIPI

Si era in gita per non so dove ed ecco che Chiara disse a Maurizio:
- Abbiamo finito di parlare di bei tipi? Manigoldi e manutengoli, farabutti e biscazzieri, procaccia e puttanieri, marmaglia e giocolieri?
- Per la verità, sarei ancora intenzionato a ragionare alquanto di quella infinita quantità di tipi di malaffare e malavitosi, dediti al vizio, con una coscienza nera come la notte, e la viltà d’animo dipinta sul volto, che ne pensi?
- Si può fare, purché tu abbia qualcosa di originale, che possa sbalordirmi.
- Bene, procediamo. Farabutto. Che sapresti dirmi del farabutto? Conosci qualcuno al quale daresti del farabutto?
- Non è difficile immaginare che il farabutto sia come il filibustiere, solo che il primo opera sulla terraferma, mentre il secondo scorrazza sui mari e non tutti i mari, o oceani, perché la filibusta vera è quella dei Caraibi.



- Brava. Le due parole hanno una medesima radice inglese ‘freebooter da ‘free’ libero e ‘booter’ bottino, quindi entrambe si riferiscono ad un bottino da arraffare liberamente. Una volta scesa dalla nave corsara però, la parola ha preso anche altri significati, come mascalzone in genere, mestatore, imbroglione e ladro. Un ampio repertorio di ‘ottime’ qualità, da fare invidia al peggiore dei bucanieri. Una condanna senza possibilità di appello. Eppure la parola in sé, non è di uso proprio corrente; è come se si avvertisse una ritrosia ad usarla, un po’ perché alquanto austera e come si diceva, definitiva, ma anche perché datata, rimanda a tempi non più attuali e per i mascalzoni di oggi, che pure sono tanti, si preferiscono termini più vicini a noi.
- Mi hai chiesto se ne conosco di farabutti, ebbene, sì, c’è uno al quale direi volentieri che è un farabutto. Non mi ha rubato niente, ma è lo stesso un farabutto e un giorno ti dirò perché e chi è.
- Posso andare avanti?
- Certo, continua, è interessante quello che dici.
- Quello che diciamo tutt’e due. Questo è un discorso a due voci: mettiamo un mattone ciascuno e costruiamo un castello…di parole
-Pensi che ci sia una differenza tra ‘furfante’ e ‘balordo’?
- Mi sembrano entrambi poco offensivi, due ladruncoli da strada, uno più furbo e l’altro imbambolato.
- Il furfante ha un’origine fuorviante: la prima cosa che ho pensato è ‘viene da “fur-furis”, ladro e quindi significa ‘ladro che cammina per strada’. E invece, no. Deriva da ‘foris’ che sta per ‘fuori’ e ‘facere’ ed insieme significano ‘fare al di fuori della legge’. Dalla stessa radice viene la parola ‘forfait’, spesso usata con significati diversi, che richiamano però sempre il concetto del ‘fuori’. Fuori mercato nelle contrattazioni a forfait; fuori delle mie possibilità, quando do forfait, desisto dal fare qualcosa.
- Il balordo, invece, mi sembra l’imbranato. Molti lo usano per designare proprio chi non è in possesso delle sue facoltà intellettive, il dimentico. Solo che, quando ha un’inclinazione a delinquere, il balordo può essere più pericoloso del furfante, col quale condivide quella inclinazione. Ma il furfante sa dove fermarsi, il balordo no e può combinare guai a non finire.
- Cara, stiamo per arrivare; dobbiamo prepararci a scendere, ma voglio chiederti ancora una cosa. Cosa pensi del ‘briccone’?
- Macchiavelli mi sembra che abbia detto che in una certa occasione in cui era costretto a stare senza fare niente, “si ingaglioffava coi villani del luogo, giocando tutto il giorno a bric e brac. Il briccone non sarà per caso una specie di gaglioffo?
- A me sembra piuttosto un ladrone come quello di Pinocchio. Al vezzeggiativo, poi ‘bricconcello’ è buono giusto per definire un bambino un po’ discolo. Certo nessuno direbbe che un mafioso è un briccone. Piuttosto un becero. Mentre il briccone va bene per un furbo di tre cotte, del quale più volentieri si direbbe “quello? Lascia stare . È una lenza…” .
- Se non vi decidete a scendere, perderete il gruppo. La voce è quella dell’autista del bus, che si è fermato, né gentile, né sgarbata, solo annoiata.

Commenti

  1. Ahaha, spassosissima questa carrellata di mal-fattori! Il passaggio dall'elzeviro a una sola voce al dialogo "platonico" poi rende il tutto ancora più godibile.
    Mi chiedo, a questo punto, se ci sia un pari assortimento anche tra i bene-fattori.

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  2. Grazie per l'apprezzamento. Quanto ai bene-fattori, pensiamoci.

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