ASPERGERE
Non finiremo mai di compiacerci della ricchezza di vocaboli della lingua italiana, della quale, per inciso, ho letto che è una delle più studiate al mondo, a meno si trattasse di una ‘fake news’, tanto oggi siamo abituai a dubitare di tutto, che per ogni più sottile sfumatura del nostro modo di esprimerci, ci mette a disposizione un ventaglio di possibilità che arricchiscono e impreziosiscono il nostro linguaggio, per far sì che quello che diciamo, corrisponda il più esattamente possibile a quello che avevamo pensato di dire.
Propongo un’altra carrellata di parole che vertono più o meno su uno stesso tema che, per quanto limitato, si presta ad illustrare ciò che è stato da me appena detto, ponendo in particolare l’accento sulla importanza dei prefissi nella formazione dei lemmi.
Termini come irrorare, aspergere, cospergere, soffondere e, al contrario, adergere, erigere, ergere, astergere, gravitano tutti su una sola azione, che può essere quella di versare, spandere o spargere e nella forma contraria, raccogliere, asciugare, strofinare, pulire, in una varietà di toni veramente esemplare.
Per ognuna di queste parole, c’è un modo di utilizzo che possiamo chiamare generico, ed uno specifico, come per una vocazione che ciascuna di esse mostra, per un certo senso e non per un altro, sempre rientranti però, nella stessa sfera di significato.
Aspergere significa, come il sinonimo irrorare, spandere acqua, annaffiare, bagnare; ma nel suo uso più comune e quasi esclusivo, significa irrorare con acqua benedetta, qualcosa o qualcuno, per mezzo di uno strumento apposito detto aspersorio, costituito da un bastoncino con una capsula forata ad una estremità, che serve a trattenere e poi a spargere intorno il liquido trattenuto, con un largo gesto del sacerdote che imprime scosse allo strumento dall’alto verso il basso, per far fuoruscire il liquido ivi contenuto, in minuscole gocciole che si disperdono nell’ambiente. Cospergere o cospargere sono varianti dello stesso termine, che potrebbero, a seconda del contesto, apportare piccole differenze di senso accentuando od attenuando la sacralità della cerimonia.
Soffondere è anche uno spargere, ma anziché acqua, in questo caso quello che si spande è la luce, che si accende in modo soffuso, per poi aumenta di intensità, fino ad un massimo stabilito. O una musica, discreta, insinuante, che si diffonde nell’ambiente poco alla volta.
Tra i vocaboli che invece indicano un’azione contraria al versare, cioè raccogliere e asciugare, figura il poco usato “astergere”, che è l’esatto contrario di “aspergere”, con la differenza che nell’atto del versare abbiamo visto che prevale il senso del sacro, si asperge acqua per benedire, per quanto riguarda il contrario, siamo in pieno campo laico, si aspergono le lagrime dell’amante, le macchie di sangue versato per un delitto perfetto, ecc. Eccezionalmente, però anche il bordo della coppa che ha contenuto il “sangue di Cristo”, cioè l vino, durante il sacrificio della messa.
Un caso a sé è quello del verbo “adergere”, derivato da “ergere”, che significa innalzare (ergeva con fierezza il capo, erigere un monumento); occupa una sfera particolare che è quella della nobiltà di pensiero e di azione. Adergere la mente ai grandi problemi dell’umanità, come pure adergersi a difensore dei deboli.
Anche il verbo “espungere” rientra nell’ambito semantico del togliere, e si usa genericamente per indicare l’azione di spuntare da una lista, un nome o un oggetto. Più tecnicamente vuol dire togliere da un testo una parola, una frase o un intero capitolo, quando si ritiene che non siano autentici, inseriti da mano ignota, all’insaputa o contro la volontà dell’autore.
“Eludere”, infine, indica l’atto di sfuggire ad un obbligo, quasi un togliersi di mezzo, a proprio vantaggio, per non incorrere in conseguenze pesanti. Si presta a perfezione per frasi tipo: ha eluso la sorveglianza dei custodi per fuggire; si dice anche : ha eluso le tasse. L’elusione non è la semplice evasione, che possono fare tutti, ma qualcosa di più raffinato ed ingegnoso richiede la conoscenza del sistema per trovarne i punti deboli, le eventuali smagliature per mezzo delle quali trovare il modo di non pagare il dovuto.
Propongo un’altra carrellata di parole che vertono più o meno su uno stesso tema che, per quanto limitato, si presta ad illustrare ciò che è stato da me appena detto, ponendo in particolare l’accento sulla importanza dei prefissi nella formazione dei lemmi.
Termini come irrorare, aspergere, cospergere, soffondere e, al contrario, adergere, erigere, ergere, astergere, gravitano tutti su una sola azione, che può essere quella di versare, spandere o spargere e nella forma contraria, raccogliere, asciugare, strofinare, pulire, in una varietà di toni veramente esemplare.
Leo "asperge" Giulia - Tivoli, 2015 |
Per ognuna di queste parole, c’è un modo di utilizzo che possiamo chiamare generico, ed uno specifico, come per una vocazione che ciascuna di esse mostra, per un certo senso e non per un altro, sempre rientranti però, nella stessa sfera di significato.
Aspergere significa, come il sinonimo irrorare, spandere acqua, annaffiare, bagnare; ma nel suo uso più comune e quasi esclusivo, significa irrorare con acqua benedetta, qualcosa o qualcuno, per mezzo di uno strumento apposito detto aspersorio, costituito da un bastoncino con una capsula forata ad una estremità, che serve a trattenere e poi a spargere intorno il liquido trattenuto, con un largo gesto del sacerdote che imprime scosse allo strumento dall’alto verso il basso, per far fuoruscire il liquido ivi contenuto, in minuscole gocciole che si disperdono nell’ambiente. Cospergere o cospargere sono varianti dello stesso termine, che potrebbero, a seconda del contesto, apportare piccole differenze di senso accentuando od attenuando la sacralità della cerimonia.
Soffondere è anche uno spargere, ma anziché acqua, in questo caso quello che si spande è la luce, che si accende in modo soffuso, per poi aumenta di intensità, fino ad un massimo stabilito. O una musica, discreta, insinuante, che si diffonde nell’ambiente poco alla volta.
Tra i vocaboli che invece indicano un’azione contraria al versare, cioè raccogliere e asciugare, figura il poco usato “astergere”, che è l’esatto contrario di “aspergere”, con la differenza che nell’atto del versare abbiamo visto che prevale il senso del sacro, si asperge acqua per benedire, per quanto riguarda il contrario, siamo in pieno campo laico, si aspergono le lagrime dell’amante, le macchie di sangue versato per un delitto perfetto, ecc. Eccezionalmente, però anche il bordo della coppa che ha contenuto il “sangue di Cristo”, cioè l vino, durante il sacrificio della messa.
Un caso a sé è quello del verbo “adergere”, derivato da “ergere”, che significa innalzare (ergeva con fierezza il capo, erigere un monumento); occupa una sfera particolare che è quella della nobiltà di pensiero e di azione. Adergere la mente ai grandi problemi dell’umanità, come pure adergersi a difensore dei deboli.
Anche il verbo “espungere” rientra nell’ambito semantico del togliere, e si usa genericamente per indicare l’azione di spuntare da una lista, un nome o un oggetto. Più tecnicamente vuol dire togliere da un testo una parola, una frase o un intero capitolo, quando si ritiene che non siano autentici, inseriti da mano ignota, all’insaputa o contro la volontà dell’autore.
“Eludere”, infine, indica l’atto di sfuggire ad un obbligo, quasi un togliersi di mezzo, a proprio vantaggio, per non incorrere in conseguenze pesanti. Si presta a perfezione per frasi tipo: ha eluso la sorveglianza dei custodi per fuggire; si dice anche : ha eluso le tasse. L’elusione non è la semplice evasione, che possono fare tutti, ma qualcosa di più raffinato ed ingegnoso richiede la conoscenza del sistema per trovarne i punti deboli, le eventuali smagliature per mezzo delle quali trovare il modo di non pagare il dovuto.
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