LA FORMA DELL'ACQUA

A cosa pensassero esattamente gli autori del bel film diretto e portato all’Oscar da Guillermo del Toro quando ne hanno deciso il titolo non mi è noto. Qui vorrei solo approfittare della suggestione che esso puntualmente induce nella platea per continuare a ragionare di forma ed essenza delle cose.

Se identificare l’essenza del fiume si era rivelato tutto sommato un compito abbastanza fattibile, l’invito a estendere tale esercizio, ponendosi ciascuno la domanda “qual è la mia essenza?”, si è presto rivelato un proposito troppo ambizioso, un “rospo” difficile da mandar giù in un solo boccone.

Postumia, SLO - 2016

Ripartiamo quindi da un caso di più agevole trattazione e chiediamoci quale sia la forma, o essenza, dell'acqua. La risposta più immediata è chiaramente nessuna o, al massimo, quella del recipiente che momentaneamente la contiene. Allo stesso tempo tutti sappiamo però che l'acqua, intesa come molecola, ha una formula ben precisa – la celebre H2O – che ne stabilisce in maniera univoca e ineludibile la composizione: due atomi di idrogeno e uno d’ossigeno.

C'entra dunque qualcosa la formula dell'acqua con la sua forma? La risposta è senz’altro si, non fosse altro per l'etimologia. Formula infatti non è altro che il diminutivo latino di forma, e qual è quindi il compito della formula se non quello di condensare e rendere intelligibili, avvalendosi di un appropriato simbolismo, le caratteristiche della forma di un dato oggetto, sia esso materiale, come un composto chimico, o immateriale, come sono ad esempio le figure geometriche.

Prima di tornare alla form(ul)a dell’acqua, consideriamo quindi una semplicissima formula geometrico-matematica:
       x2 + y2 = r2

tale codice, anche se immagino che per molti sarà rimasto sepolto nei ricordi delle lezioni di geometria analitica delle superiori, non fa altro che tradurre, nel linguaggio simbolico della matematica, la definizione della circonferenza con centro nell’origine e raggio di lunghezza pari ad r, come luogo geometrico dei punti nel piano cartesiano la cui distanza dall’origine degli assi è esattamente uguale ad r.

Si noti come la vera e propria forma del cerchio – che è quella della O di Giotto e non quella dell’uovo di Colombo – sia in questo caso interamente determinata dalla sua formula, ossia dalla sua definizione o essenza. Nel caso della circonferenza sono quindi soddisfatte le identità: essenza=formula=forma.

Sebbene possa apparire di primo acchito sorprendente, a un risultato del tutto analogo si giunge anche nel caso della molecola d’acqua. Tutti sappiamo infatti che tale molecola ha una sua formula specifica, ma pochi sono, credo, al corrente del fatto che la molecola d’acqua ha anche una ben precisa forma, quella che trovate qui sotto rappresentata in figura.


Fonte: https://www.chimica-online.it/download/molecola-dell-acqua.htm

A voi che sembra? A me ricorda la testa di un insetto, diciamo una formica, con due antenne assai prominenti. Essa deve poi sottostare a ben precise condizioni. In primo luogo, la misura dell’angolo tra le “antenne” non è arbitraria, bensì esattamente pari a 104,5 gradi. Allo stesso tempo, la distanza tra la punta delle antenne e la testa dell’insetto è ugualmente prefissata e pari 0,9584 Angstrom. La molecola dell’acqua ha quindi sempre questa forma e queste misure e non può averne altre, altrimenti la molecola stessa non si comporrebbe e gli atomi che vi contribuiscono se ne rimarrebbero per conto loro a fluttuare nell’aria.

Anche nel caso dell’acqua quindi, la formula, nel definirne l’essenza, ne detta anche la forma a livello microscopico. Di conseguenza avremo essenza= formula=forma, come nel caso della circonferenza.

Se la forma essenziale dell’acqua, ossia quella dettata dalla sua formula, è sempre la stessa a livello microscopico, a livello macroscopico le forme dell’acqua che percepiamo con i sensi sono, come sappiamo, le più disparate: lo stesso identico decimetro cubo d’acqua può presentarsi allo stato liquido, ad esempio mentre ristagna sul fondo di una brocca o precipita dal cielo sotto forma di gocce di pioggia; se la temperatura scende sotto lo zero esso si manifesterà invece allo stato solido, pendendo magari in ghiaccioli da una grondaia o vorticando nell’aria come una schiera di cristalli di neve; al di sopra di una data temperatura esso addirittura evapora e quasi non lo vediamo più, essendosi disperso come vapore nell’aria.

Riassumendo, esiste una forma essenziale dell’acqua: quella che a livello atomico è implicata dalla sua formula. Tutte le forme sensibili dell’acqua che concretamente osserviamo hanno carattere accidentale e non essenziale, in quanto si avvicendano nel tempo assecondando le diverse situazioni contingenti a cui la sostanza si trova esposta.

Al contrario, la componente profonda della forma dell’acqua, la sua essenza, catturata dalla formula, è:
  1. immobile, ossia immutabile (non è soggetta al divenire)
  2.  immateriale (è sostanzialmente un elenco di ingredienti, una ricetta)
  3.  eterna, ossia non si crea e non si distrugge.
Il discorso fatto per l’acqua si estende ovviamente immediatamente a qualsiasi tipo di molecola o composto chimico, per ciascuno dei quali esisterà come sappiamo una precisa formula, che ne detta l’essenza, a cui faranno da contraltare tutta una serie di stati fisici accidentali e dipendenti dalle condizioni ambientali contingenti.

Ma se esiste una formula eterna e immutabile per ciascuna sostanza chimica, ne esisterà una con caratteristiche analoghe anche per le sostanze viventi?

E se esiste, si tratta di una formula universale, come quella dell’acqua, o piuttosto di una formula specifica per ogni individuo particolare? E, sempre ammesso che esista, tale formula/essenza è separabile dal sostrato materiale (corpo) in cui essa è incapsulata?

Ho esordito sullo Zibaldino ponendo fin da subito tutta una serie di questioni sull’individuo, ed è lì che alla fine vorrei tornare a parare. Qualche piccolo passo avanti mi sembra che un po’ alla volta lo stiamo facendo.

Commenti

  1. Mi piace che il solo spunto dato dal titolo di un film, per quanto immaginifico ti abbia indotto a tante riflessioni. Il tuo ragionamento sull'acqua e la sua essenza è calmo, pacato e, scusa il bisticcio, non fa acqua da nessuna parte. Non parlo di lectio magistralis, perchè qui abbiamo bandito qualsiasi riferimento a questioni accademiche, ma il livello è comunque alto. Te ne siamo grati.

    RispondiElimina

Posta un commento