STRAMBOTTO SPICCIOLATO

Succede che, se comincio, anche un po’ per caso, a parlare di un argomento, mi ci affeziono e, dopo “chiuso” il pezzo, mi soffermo a pensarci, così come fa un innamorato che, riaccompagnata a casa la ragazza, rimasto solo, si sofferma per un poco a bighellonare nei pressi dell’abitazione di lei, restio ad abbandonare il luogo per lei caro, per non dissipare l’alone di piacere rimasto dopo l’ultimo bacio, e così facendo, cerco di prolungare l’attimo dell’abbandono, aggiungendo qualcosa al già detto, magari emerso durante l’indugio della mente su di esso.


Dello strambo, soggetto non facilmente configurabile per via della sua variabilità, ma connotato quasi sempre di una forma di anomalia simpatica, che ispira dolcezza, ho detto nel precedente post, senza certamente esaurire il tema e mi piace tornarci per dire che egli non è lo “strano”, lo straniero che viene da lontano, ma è l’originale che sta tra di noi, dalla idee un po’ contorte, ma con qualcosa di insolito, magari anche geniale, il birichino un po’ dondolone, che reagisce nel modo più naturale, anche rude, ma non nasconde sotterfugi.

Ciò si nota ancora di più nel vezzeggiativo “strambotto”, formato da “strano” e “motto”, che all’origine era un componimento poetico popolare, breve, scherzoso, andato di moda nei secoli XIV e XV dell’era volgare ed ormai desueto, ha lasciato sul campo, il suo significato più verosimile, che è quello di persona o cosa piacevolmente “stramba”. Con l’aggiunta di una buona dose di bonarietà affettuosa da parte di chi ne fa uso, per qualificare ciò che gli sta a cuore pur nella notazione non taciuta della stramberia.

Strambotto “spicciolato” si chiamava a quel tempo, la poesiola burlesca, o anche amorosa, non compresa in una raccolta di componimenti simili, che talvolta venivano anche musicati. Stessa sorte è toccata anche ad un altro tipo di componimento avente le stesse caratteristiche, che andò sotto il nome ugualmente allusivo di “frottole”. Come gli strambotti, anche le frottole dovevano essere, nella considerazione generale, niente di serio. Nonsensi o poco più, i primi e vere e proprie panzane le seconde.

Ma torniamo a quello che più ci interessa. Può essere strambotto un vecchio generale, sul tipo del Barone di Charlus, che nel salotto di un circolo mettiamo pure della Duchessa di Guermantes o della sig,ra Verdurin, racconti delle sue imprese belliche, confuse ogni tanto con le sue conquiste di letto? Direi di no. Affermativo solo per le frottole. Il bamboccione che crede ancora alla Befana (a proposito auguri per domani, 6 gennaio), per non perdere i benefit che la Beata Ignoranza comporta, e scrive la letterina che consegna ai genitori come latori del messaggio di richiesta regali, può anche essere strambotto, per furberia, ma non so fino a quanto gradito agli increduli, solerti destinatari.

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