OPINIONI

Lucio Di Eugenio "Domanda: è legittimo avere pensieri propri derivati da informazioni ed esperienze su cui si è riflettuto o si possono solo esprimere opinioni ben fondate su dati di fatto e studi derivati da autorevoli pensieri altrui? Se è valida la seconda proposizione praticamente dovremmo tacere quasi tutti sui social e limitarci a parlare di futilità senza azzardarci a manifestare i nostri pensieri, imperfetti e malfondati. Il quesito è aperto e ci induce ad una attenta autocritica".

Street art (aut. scon.) Teramo, 2018

Ma è possibile che, quando parla Lucio, qualunque cosa dica, susciti in me il desiderio immediato di rispondergli? Evidentemente ha qualcosa di speciale, non con tutti è così. I quesiti che pone sono legittimi e pertinenti ed aprono delle prospettive sulle quali vale la pena soffermarsi. Ora egli si chiede: è possibile avere idee proprie, meditate, su qualunque cosa o dobbiamo dipendere dal giudizio altrui, Grandi maestri o Grandi Fratelli che, dall’alto della loro statura, impongono il loro punto di vista, tanto autorevole da chiuderci la bocca? Il quesito è di importanza fondamentale: esiste o no, al di là delle apparenze, il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni? O dobbiamo rinchiuderci nel nostro stato di minorità intellettuale, rispetto a chi ne sa più di noi e tacere per sempre? E non riguarda solo i social, sui quali in effetti si commettono degli abusi da parte di persone che non avendo nulla da dire, si permettono di insolentire gli altri, ma tutta la nostra vita di relazione, dove peraltro è più difficile lasciarsi andare e ci vuole maggior coraggio a dire apertamente quello che si pensa. Ne va della democrazia che su quella libertà è anche fondata.

Proprio in questi giorni sto leggendo il libro di Baricco intitolato “The Game”, che parla della rivoluzione digitale, nel quale, tra le varie cose che egli dice, di grande interesse, afferma che un grande merito di questa rivoluzione è quello di aver favorito l’eliminazione della categoria dei sacerdoti, dal prete al postino, cioè tutte quelle persone che, per il ruolo istituzionale che rivestono, fungevano da mediatori tra noi e le cose, o le idee, mediante un modo di utilizzare il nostro cervello non più in maniera lineare, come era una volta, anche nelle scuole, dove l’insegnamento avveniva per gradi, una nozione alla volta, ma in maniera diffusa, a raggiera, secondo il nostro estro e capacità, proprio come avviene col computer, internet, il web e i social.

Quindi allora, è lecito chiedersi quello che si chiede Lucio e la risposta non può che essere affermativa; temperata però con il richiamo che Lucio opportunamente fa, ad un sano uso della facoltà di autocritica. Ognuno esprima liberamente le proprie opinioni che non possono essere censurate nemmeno dai più autorevoli esperti. E’ chiaro però che, di fronte ad una contestazione motivata, o si trovano valide ragioni per controbattere, o si deve tacere e cedere all’interlocutore. Senza scorno, con lealtà, secondo il metodo della dialettica che è il sale di ogni contrasto ed aiuta a crescere e mettersi all’altezza per quanto possibile.

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