TRECENTO

Giusto un anno fa ho iniziato insieme a mio figlio Giuseppe Simone questo blog, a puro scopo dilettantistico, nel senso proprio del diletto, del piacere che si prova a sproloquiare un po’ di qua un po’ di là, senza alcun percorso prestabilito e senza sapere come potrebbe andare a finire. Bene, con questo siamo a trecento post pubblicati con altrettante fotografie (le ultime sono in arrivo), e la cosa non mi sembra vera.

Non crediate che io con questo pensi di aver fatto chissà che. Né tanto meno Giuseppe: il divertimento che ne abbiamo tratto, dal trovare ogni giorno o quasi, qualcosa da dire con le parole o le immagini, è stato sufficiente ricompensa per il piccolo sforzo compiuto. Ora siamo a guardarci indietro e ci sembra che sia valsa la pena; tutti i giorni abbiamo trovato qualcosa su cui appuntare l’attenzione e proporla ai pochi che ci hanno seguito, come in un colloquio ininterrotto, un chiacchiericcio, un parlottare del più e del meno, come si fa in famiglia, senza pretese e senza aspettarsi niente dagli altri, se non un po’ di tempo e di attenzione.

Siamo tutti impegnati in qualche lavoro ed il tempo per le divagazioni è poco, per cui possiamo capire il silenzio di molti o di pochi, a seconda di come si vede il bicchiere, mezzo pieno o mezzo vuoto, ma alla fin fine, che importa? E poi piantiamola con queste metafore da “politicamente corretto” o scorretto, fa lo stesso.

Parliamo della sostanza. Che sostanza abbiamo dato a questi post? Nessuna. Non aspettatevi da noi un approfondimento, un messaggio, o una rivelazione. Noi siamo quelli della leggerezza. Ci piace sfiorare ogni argomento e toccare qualche curiosità, mai giungere al cuore della “res”. Questo è compito di altri. Noi sentiamo il bisogno di attaccarci al particolare, al trascurabile, all’inconsiderato. Con buona pace di chi crede di scoprire l’uovo di Colombo. Le connessioni, le differenze, le distorsioni sono il nostro pane. Siamo i cavalieri dell’improbabile, dell’inverosimile, dell’incongruo, dell’incontaminato. Ci piace cavalcare l’effimero, il trascurabile, l’impalpabile. Dateci un punto di riferimento e noi esploriamo tutt’intorno alla ricerca della pagliuzza d’oro sperduta nel mare dell’inconsistenza.

Le foto. Guardiamo le foto e troviamo cos’hanno a che vedere con i testi. All’apparenza nulla, nella maggior parte dei casi; altre volte l’accostamento è un lampo che ti richiama qualcosa del senso più o meno palese del “pezzo”.

Ma dove ciò non appare, che bello scoprire che esiste un sottilissimo filo che può ricondursi ad un luogo, ad un’idea, ad una persona noti, come una vena nascosta che corre sotto il senso svelato delle parole, che la foto in qualche modo richiama, come un’eco di cui si è persa l’origine, ma di cui si avverte il fascino fragile e fuggevole.

Perdonatemi questa scorribanda e non attribuitela ad un modo come un altro per cercare di attirare l’attenzione su di me o su Giuseppe. Noi continueremo a mettere legna sul fuoco, (mai carne, Giuseppe è vegetariano), fino a quando avremo qualcosa di cui parlare tra di noi, sommessamente come abbiamo fatto finora. Il nostro Zibaldino è aperto a tutti e tutti possono collaborare, portatori d’acqua come noi, entrando, iscrivendosi e proponendo nuove strade in questo guazzabuglio di parole, mezze idee, lampi e tuoni da palcoscenico di quart’ordine.

Buon anno Zibaldino, ospiti e mentori, a voi!


P.S. Giuse, adesso voglio vedere che foto proponi per questo anniversario. Auguri.

Prove di stampa - 2018

Commenti

  1. Complimenti davvero, questo testo é meraviglioso. É stato un piacere leggerlo. Marcello Nolé

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  2. Grazie Marcello, finalmente qaulcuno batte un colpo. Ti aspetto per altre occasioni.

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