ESSERE

Ho navigato nel gran mare del Nord, inseguendo la radice “es” di alcune parole, ho trovato il passaggio via via più difficoltoso, a causa dei numerosi iceberg che si sono presentati, fino ad arrivare, ora, con questo ultimo scritto sull’argomento, alla sostanza del tutto, al vero Pack glaciale, dove non è possibile procedere oltre, dove ci si deve arrestare, e sostare. Farò solo una piccola escursione a terra, sul ghiaccio, per capire qualcosa di questa essenza, che si presenta sotto il nome fintamente semplice di “essere”, per poi tornare a bordo, prima che la morsa del gelo stringa a sé, inglobi, la mia nave, impedendole di tornare indietro.

Dai primi reperti che ho trovato, risulta che l’essere è il punto di partenza di ogni discorso filosofico, che ha al centro il tema dell’esistenza, parola che deriva dal latino “ex” congiunto aé“sistere” e vuol dire “stare saldo”, come anche l’essere proviene da un’antica radice indo-europea “as”, divenuta poi “es”, che contiene in sé il senso dell’esistere. Questo è il rovello intorno a cui si sono sviluppate le filosofie di tutte le culture, da quelle antichissime orientali, secoli e secoli prima di Cristo, a quelle più vicine a noi nel tempo e nello spazio, l’essenza dell’esistenza, l’essere, come entità a sé, con un suo significato ontologico, quello vero che potrebbe essere diverso da come ci appare, con il suo svilupparsi nel tempo, cioè nel divenire, oppure rappresentare l’Essere Supremo da cui tutto proviene, secondo alcune credenze religiose. Talvolta con l’esistente si intende anche il creato, così com’è.

Oblò del ferry per l'isola di Capraia (Livorno - 2018)

Avrete capito subito che questo non è pane per i miei denti, cosa per cui sono risalito subito sulla nave rompighiaccio, pregando il comandante di impartire l’ordine alla ciurma, di fare retromarcia fin quando possibile e tornare verso lidi più ospitali. Ora navighiamo di nuovo tra iceberg, che però sembrano sempre meno fitti e comunque il comandante sa il fatto suo, a svicolare tra l’uno e l’altro, senza rischio di impatti non graditi.

Ho portato con me solo dei campioni di carotaggio che ho raccolto sul pack ed ora sono sul mio tavolo di lavoro, nella cabina ben riscaldata. Combinandoli in un certo modo, per caso, si è composto un titolo “L’Insostenibile Leggerezza dell’Essere”, di Milan Kundera, scrittore ceco, molto noto negli anni ’80 del secolo scorso, ora un reperto da riscoprire. Il libro, comparso inizialmente in Francia, narra le vicende di quattro intellettuali cechi uniti in una complessa relazione amorosa. nel turbine della repressione sovietica della Primavera di Praga del 1968, ricco di considerazioni filosofiche sul senso della vita. Dove la leggerezza dell’essere si traduce nella imponderabilità degli eventi storici e nella impossibilità di instaurare rapporti duraturi. Niente di escatologico (dal greco “escatòs”, “ultimo”), quindi, nessun riferimento ai destini ultimi dell’umanità.

Dall’oblò della cabina vedo terre avvicinarsi tinteggiate a tratti dl verde, segno che siamo entrati in un tratto di mare col clima temperato. La nave ha un grande sussulto per l’impatto con un’ondata anomala e sul mio tavolo i reperti ruzzolano, scomponendosi e ricomponendosi in maniera da formare diversi scritti. Riesco a leggere a mala pena i primi nomi, che si avvicendano scompostamente per il rullare della nave. “Esprimere”, “Eseguire”, “estinguere”, “espellere”, “espugnare” e mentre cerco di dare un ordine ad essi, per trarne un qualche significato, sento uno sghignazzo provenire da un punto esterno della nave, che non riesco a localizzare; sul tavolo è rimasto solo “esilarare”. Tutte parole che cominciano con “es”, qualcuno forse si sta prendendo gioco di me?

Mi viene in mente il titolo di un altro romanzo, questa volta rievocato dalla condizione in cui sono su questa strana nave, sulla quale sono salito un po’ inconsciamente. Non so bene dove mi trovo, né perché mi ci trovo. L’equipaggio mi è sconosciuto ed il comandante, il quale pure mi invita a pranzo al suo tavolo, non parla mai dei fini della spedizione che stiamo facendo. “La Biblioteca del Capitano Nemo” è il titolo del libro, scritto dallo svedese Per Olov Enquist, che parla di un altro libro, “L’Isola Misteriosa”, dove, seguendo un percorso stabilito, è possibile alfine giungere alla soluzione di tutto il mistero che è ancora una volta e per sempre quello dell’essere.

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