SCILINGUAGNOLO

Non credo che di ogni parola si debba per forza trovare la derivazione esatta fra le pieghe della evoluzione linguistica; a volte basta un po’ di fantasia: “scilinguagnolo” è una parola così singolare, dal significato così intuitivo, che andare ad ipotizzare una improbabile origine nella fusione in un tardo latino di “sub” e “lingua” per formare “sublinguaneus” e intendere, come effettivamente è, quel particolare anatomico che è “sotto la lingua”, cioè il frenulo che lega la lingua alla parte inferiore della bocca, mi sembra oltre che superfluo, fuorviante.

Diga di Provvidenza, L'Aquila - 2013

Noi con lo scilinguagnolo, la parola lo dice, intendiamo una parlantina senza freni, spontanea, irruente o quanto meno fluente, piena di immaginazione, che simpaticamente si impone, senza lasciare spazio ad eventuali oppositori.

Cioè esattamente il contrario di quella che dovrebbe essere la funzione dell’organo, di tenere a freno la lingua. Ma la cosa si spiega proprio con la fantasia di chi l’ha ideata, che voleva dire una parlantina sciolta, come chi, essendosi trattenuto dal parlare, improvvisamente si ritrovi a parlare come un torrente in piena, o meglio ancora come una massa d’acqua che precipiti a valle, una volta rotti gli argini di una diga.

Ecco la funzione del frenulo, che appare quando viene eliminata. Una volta sciolta la lingua dal frenulo, le parole escono in modo irrefrenabile. “Guarda quel ragazzino, così tranquillo, come ha tirato fuori uno scilinguagnolo, chi l’avrebbe detto?”

La particolarità del termine ha in sé, un connotato di scherzosa ironia, anche se sfumato. In ogni caso il contenuto di questo esercizio linguistico, deve essere di arguzia intelligente, che si addice ai giovani, di qualcosa che si imponga senza strafare, garbata, che faccia sorridere e non dormire. Come una fiamma che guizza nel camino, scoppiettante e allegra: attenti a non stare troppo vicino, una favilla potrebbe balzare fuori e colpire inattesa qualcosa di infiammabile.

Per quanto riguarda l’uso che si può fare di questa parola, a me sembra che l’ambito ideale sia quello domestico, o di una riunione familiare, al più una manifestazione studentesca, o una riunione di lavoro, sindacale o politica. Sarebbe riduttivo se detto in occasione di un discorso pubblico o accademico, o fuori luogo per l’arringa di un avvocato in un processo penale importante.

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