LA DISCENDENZA 13

Fiorella conserva una vecchia cartella, ereditata dalla madre, gelosamente custodita, in cui sono archiviati documenti di grande importanza per le memorie di famiglia, alcuni perfino di rilevanza storica, visto che si riferiscono a momenti della storia nazionale, quali ad esempio l'8 settembre 1943 e il così detto "sbandamento" dell'esercito italiano, oppure il 18 aprile 1948, data di quella prima votazione politica dopo il ventennio di dittatura fascista, il cui esito fu veramente decisivo per il corso successivo degli avvenimenti. Si tratta di lettere, appunti, scritti vari, di componenti della famiglia, e conoscenti, alcuni dei quali erano emigrati da tempo in altri Paesi, ma avevano mantenuto i contatti con il paese di origine, Bellante. Esse denotano due cose abbastanza significative: l'abitudine che c'era fra queste persone di servirsi della comunicazione scritta per dibattere di argomenti vari, dagli interessi, agli affari, alle questioni di famiglia (i dissidi tra padre e figlio!), ma anche di temi più elevati, quali la religione, la politica e la cura che i destinatari ponevano nella conservazione delle lettere, per motivi affettivi, ma, penso, anche per una valutazione dell' importanza che queste testimonianze dirette di fatti ed avvenimenti avrebbero potuto acquisire a futura memoria.



A rileggerli quei documenti ancora palpitanti di vita, di difficile interpretazione, riaccendono l'interesse per la conoscenza del tempo passato, non inutilmente e tentare una collocazione definitiva di fatti e persone che ne sono state protagoniste a loro insaputa e capire fino in fondo, ciò che è accaduto per conservare la memoria della famiglia, nel contesto di quel tempo nel quale i vari componenti di essa sono vissuti. Vi sono verità anche scomode e dolorose che vanno affrontate perché fanno parte di una eredità irrinunciabile, che bisogna conoscere per accettare. In questo dossier è possibile trovare il grido disperato di un padre che minaccia la maledizione del figlio, accusato di irriconoscenza per il fatto di non corrispondere alla sua richiesta di aiuti economici dopo i sacrifici sostenuti per farlo studiare ("invece di pensare ad altro, vedi di preoccuparti di tuo padre che è ridotto quasi alla miseria.... alla mia età sono costretto ancora a lavorare... e sono stufo di insulti e frecciate che devo sopportare dal fango del paese... Quindi ti raccomando di finirla... Credo che vorrai ancora essere mio figlio") e altre cose ripetute in un fiume di parole ininterrotto.

Il tema dei pettegolezzi e della malignità dei compaesani ricorre anche in altri contesti, quali ad esempio la supplica del figlio diretta al padre, ritenuto il più disposto della famiglia a comprendere la sua situazione e alle sorelle e alla madre perché non diano credito a quel che si diceva, a proposito di una "giovinetta" della quale egli si dichiara follemente innamorato e che intende sposare contro ogni loro diverso avviso, avvertendoli che altrimenti sarà rottura fra di loro ("altrimenti mi vi alienerete"). E' questo amore, professato liberamente e senza condizioni, che costituirà il motivo principale del dissidio insanabile che si creerà tra il figlio e gli altri appartenenti al nucleo familiare, una vera e propria faida dalla quale non si uscirà fuori neanche dopo la nascita delle figlie, una storia che commuove e non trova una giustificazione plausibile nella realtà dei fatti. Un amore tenace, bellissimo che illumina la vita della giovane coppia reietta, che deve affrontare mille difficoltà, economiche e di organizzazione, ma che alla fine ha resistito a prove di grande impatto, quali la guerra, che li ha visti divisi, lui richiamato alle armi, lei sola con le figlie piccole che affronta con coraggio un'esistenza precaria senza cedimenti.

Rapporti umani veri della cui semplicità ci si può fare un'idea leggendo una lettera, scritta dal papà di Fiorella alla moglie per affidarle il compito di esecutrice testamentaria, per l'ipotesi tutt'altro che improbabile di un suo decesso in guerra, affinché ella proceda all'esatta assegnazione alle persone giuste da lui scelte, di piccoli beni senza valore (tra questi i due volumi di "Guerra e Pace" di Tolstoj), ai quali egli era molto affezionato. Precauzione questa che può far sorridere, ma non più di tanto: siamo al centro di "Un piccolo mondo antico" ancora possibile.

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