IMPAPOCCHIARE

Con termine di origine regionale entrato a pieno titolo nel vocabolario della lingua italiana, “papocchio” si dice di un pasticcio, sia nel senso di cosa pasticciata, arrangiata, arronzata, sia di imbroglio, artificio tendente ad infinocchiare chicchessia, facendo uso di un pasticcio anche male assortito. Così il corrispondente “impapocchiare” descrive figurativamente l‘azione dell’impapocchiamento, che sarebbe la raffazzonata anche se ingegnosa macchinazione messa in opera al fine di far credere, imbrogliare o semplicemente prendere in giro qualcuno.

Monumento ai caduti della Grande Guerra, certosa di Bologna - 2018

Né si dica che l’origine popolana dell’espressione sia limite all’uso di essa in un contesto che non sia di stretta osservanza accademica. Infatti solo la favolosa immaginazione di un popolo che per forza di cose ha dovuto aguzzare l’ingegno per cavarsela di fronte alle molte difficoltà della vita, poteva creare un termine così colorito e di vasto impiego, proprio perché rispecchia le numerose occasioni in cui, impapocchiare nel senso di creare un’impalcatura, posticcia quanto vuoi, ma efficace a far cadere nel tranello chi di dovere, è tanto più necessario se si vuole seguitare a sopravvivere.

Direte ma c’erano già “infinocchiare”, “gabellare”, “mettere nel sacco” e chissà quante altre espressioni per descrivere l’azione posta al fine di ingannare qualcuno. Ma nessuna è così ricca di significato come “impapocchiare” che contiene oltre all’idea dell’inganno, del raggiro, anche quella del mezzo usato che non è dei più artificiosi, potendo anche essere la modesta trovata di un uomo qualunque messo alle strette e costretto ad arrampicarsi sugli specchi fino alle soglie dell’immaginifico sconclusionato. Certo che poi il papocchio può non riuscire e saran dolori.

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