LA BARRIERA DELL'INCOMPRENSIONE

Succede (dal latino "sub-cèdere", "andare sotto", "accadere", sia con riferimento all'ordine temporale delle cose, sia senza, donde "successo", "che è accaduto", in particolare quello che si desiderava che accadesse - es. "il tentativo di fuga ha avuto successo") talvolta che quello che diciamo, che a noi sembra chiarissimo, sia frainteso in tutto o in parte dall'ascoltatore, con conseguenze spesso poco simpatiche. 

Battaglia di Anghiari (diorama) - Anghiari Museo della Battaglia 2018

Ciò dipende da una nostra insufficienza nell'esprimerci o dalla personalità e dal modo di ragionare dell'interlocutore, e dalla sua capacità di recepire quello che viene detto. Questo è un dato di fatto di cui quotidianamente siamo costretti a fare esperienza. Non essere compresi, fin nelle sfumature che a noi sembrano evidenti, è frustrante al punto che il senso di delusione che resta in noi, si può tradurre in risentimento nei confronti dell'ascoltatore che non è capace, a nostro avviso, di immedesimarsi nella nostra stessa persona, come pretenderemmo. Il fenomeno è molto diffuso e riguarda sia le polemiche che sorgono tra grandi personaggi della cultura ed opinionisti che si confrontano su argomenti di grande importanza, sia nei rapporti fra uomini comuni, che continuamente si scambiano notizie, informazioni, opinioni, con conseguenze che possono portare talvolta alla rottura di rapporti amichevoli a causa appunto di talune incomprensioni, ritenute assolutamente intollerabili dall'una e dall'altra parte.

Volutamente parlo di "frontiera dell'incomprensione" e non di "barriera", perchè la prima è la linea lungo la quale due entità si incontrano, anche se su fronti diversi, mentre la barriera separa e non consente il contatto tra le due parti divise da essa. La barriera si crea quando le opinioni sono totalmente opposte una all'altra; allora c'è chiusura e nessuna mediazione fra esse è possibile; mentre la frontiera è un luogo d'incontro e di confronto, per cui, anche se non siamo d'accordo su tutto, almeno concordiamo su alcune cose fondamentali e quindi un dialogo è possibile.

Le divergenze insorgono a causa della nostra individualità che è carattere distintivo proprio dell'essere umano, per cui nessuno di noi è perfettamente uguale ad un altro. Indagare fino a che punto l'individualità di un soggetto possa condizionare il suo modo di rapportarsi con gli altri, in questo campo delle idee, credo che sia impresa tutt'altro che facile.

L'individualità non consiste nel fatto di essere più o meno forti di carattere, per cui, per esempio, una personalità più marcata può subornare quella meno determinata, ma nel fatto di sapere che ognuno di noi è un individuo a sè, unico, irripetibile e le varie parti che lo compongono, voglio dire le sue caratteristiche, non sono raffrontabili con quelle di un altro individuo, cosa per cui una perfetta aderenza del modo di essere, di sentire e di pensare dell'uno, rispetto agli altri, non potrà mai esserci.
Infatti le divergenze di opinioni sono la norma e anche quando pensiamo di essere della stessa idea, qualche punto di non concordanza si trova sempre.

I fattori che possono influire su questo fenomeno sono tanti e non tutti facilmente decifrabili; molti attengono al carattere degli individui, alla loro capacità di esprimersi e di recepire, alla loro disponibilità, all'intelligenza e alla preparazione dei dialoganti. Altri hanno origine nelle condizioni psichiche del soggetto, che sono diverse da un momento all'altro e spesso non sono rilevabili.
Se dico che con la caduta del governo Renzi, che tanto aveva fatto sperare per via della ventata di novità che aveva apportato, abbiamo perso un'opportunità, per colpa dei suoi avversari, uomini di mezza tacca, rispetto a lui, che però, coalizzati, sono riusciti ad abbatterlo, mi potrei trovare di fronte ad un ventaglio di ipotesi interpretative molto ampio. Tra chi non sarebbe assolutamente d'accordo (barriera), a chi sarebbe d'accordo solo in parte (frontiera), per esempio bene Renzi, ma disaccordo sugli "uomini di mezza tacca"; a chi, condividendo l'intero assunto, avrebbe comunque qualcosa da aggiungere o precisare (qui si aprirebbe un ampio spazio che potremmo chiamare "terra di nessuno").
Il fatto è che la mia individualità mi porta a credere che il mio pensiero sia stato tradotto in parole in modo esattamente uguale a come è stato da me pensato, cosa che quasi mai è; aggiungi che l'individualità del destinatario del messaggio, nel recepirlo così com'è, cioè, non esattamente corrispondente a quello da me pensato, non abbia la stessa struttura mentale mia (cosa che normalmente è), allora egli può legittimamente percepire del messaggio quello che a lui sembra più corrispondente al senso delle parole usate, secondo il suo modo vedere e non il mio. 

Se dico "il nemico è alle porte", vi sarà chi farà fatica ad individuare il nemico, chi riterrà che non sia alle porte e chi invece crederà che non esista alcun pericolo. Dove la frontiera e dove la barriera?

P.S. Volevo aggiungere che la frontiera è teoricamente illimitata, ma si può oltrepassare. La barriera è di solito un ostacolo che blocca una via, si può solo aggirare.


Post originale su FB: 14 dicembre 016 8:38



























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