FAGOCITARE
Le monadi, che secondo Leibnitz rappresentano le particelle minime, uniche, indistruttibili ed indivisibili della materia, costituite da una parte fisica ed una spirituale, non hanno porte né finestre. Costituiscono quindi piccoli mondi incomunicabili in cui si riflette l’intero universo. Un po' come le molecole o penso le cellule (a questo punto avrei già potuto rimediare tre bocciature al liceo). Le cellule più banalmente (ah, sto' banalmente!), non hanno bocca e nemmeno, orecchie. Quindi per mangiare - sì perché le cellule mangiano, lo sapevate? - si sono dovute inventare un sistema che consiste nell’estendersi con la loro pellicola esterna fino a circondare l’elemento che vogliono mangiarsi ed inglobarlo dentro la propria membrana, che, una volta richiusa non lascia scampo.
Di fronte a tanto ingegno della natura, abbiamo dovuto creare un termine apposta per indicare questo processo e lo abbiamo chiamato "fagocitosi", che per la verità non è dei più commestibili. Il fatto è che, soprattutto per descrivere fenomeni scientifici, noi abbiamo sempre fatto ricorso alla lingua greca, come la più ricca di espressioni significative e anche in questo caso, l’origine di questa parola è da ricercare in quella lingua, dove "phagein" significa "mangiare" (pensate all’esofago che viene pure da lì) e "kytos", "cellula".
Vuol dire che a quel tempo, i greci conoscevano già la fagocitosi? Non credo, siamo stati noi che una volta scoperto il processo, per dargli un nome dignitoso, abbiamo pensato ad unire le due parole greche che ho citato ed il gioco è stato fatto! Una volta che abbiamo digerito l’origine della fagocitosi, forse possiamo arrivare a parlare del verbo italiano "fagocitare", come ci siamo riproposti.
Ora si può capire perché ho fatto questa lunga premessa. Non siamo più in un laboratorio scientifico e non stiamo assistendo ad un processo di fagocitosi delle cellule. Ma siamo nella normale società delle relazioni e dei consumi, dove questo processo si ricrea tale e quale, ma in senso figurato, con una frequenza pari quasi a quella delle cellule. Tutte le volte che un organismo maggiore "si mangia" quello minore, come per fagocitosi, noi diciamo che il primo ha fagocitato il secondo. Anche qui l’atto del mangiare non è materiale, ma ugualmente l’organismo fagocitato viene inglobato nel primo, fatto proprio, assorbito. Ciò avviene tra le persone, i gruppi, le istituzioni, le imprese , le banche ecc.
Nel mondo moderno, dove è normale che il più grande, che è anche il più forte, distrugga il più piccolo e debole, facendolo scomparire o fagocitandolo, vedi per esempio la guerra commerciale tra i colossi della distribuzione, che si avvicendano senza pietà al comando di organismi sempre più estesi ed elefantiaci, come gli ipermercati, non può passare sotto silenzio la violenza, la prepotenza insita nell’atto del fagocitare. Il fagocitato perde la sua personalità e individualità ed, entrando a far parte dell’organismo fagocitante, non si distingue più da esso. La moglie che entra a far parte della famiglia del marito, viene fagocitata, così come l’Ucraina è stata fagocitata dalla Russia di Putin. Non si salva nessuno.
Attualmente nel nostro Paese, dove si è creato un governo ibrido, tra monadi che operano ognuna per sé e cellule in cerca di elementi da inglobare, si corre il rischio che una parte delle due metà in cui il governo stesso è diviso, venga fagocitata dall’altra, con buona pace di un contratto di governo che avrebbe dovuto essere del cambiamento.
Cambiare tutto perché non cambi nulla è l’insegnamento che Tommasi di Lampedusa ci ha lasciato parlando dell’indimenticabile Principe di Salina, conoscitore dell’attitudine gattopardesca della nostra classe dirigente a camuffarsi, cambiando in continuazione casacca.
Ai Weiwei, ceramica, Palazzo Strozzi Firenze 2016 |
Di fronte a tanto ingegno della natura, abbiamo dovuto creare un termine apposta per indicare questo processo e lo abbiamo chiamato "fagocitosi", che per la verità non è dei più commestibili. Il fatto è che, soprattutto per descrivere fenomeni scientifici, noi abbiamo sempre fatto ricorso alla lingua greca, come la più ricca di espressioni significative e anche in questo caso, l’origine di questa parola è da ricercare in quella lingua, dove "phagein" significa "mangiare" (pensate all’esofago che viene pure da lì) e "kytos", "cellula".
Vuol dire che a quel tempo, i greci conoscevano già la fagocitosi? Non credo, siamo stati noi che una volta scoperto il processo, per dargli un nome dignitoso, abbiamo pensato ad unire le due parole greche che ho citato ed il gioco è stato fatto! Una volta che abbiamo digerito l’origine della fagocitosi, forse possiamo arrivare a parlare del verbo italiano "fagocitare", come ci siamo riproposti.
Ora si può capire perché ho fatto questa lunga premessa. Non siamo più in un laboratorio scientifico e non stiamo assistendo ad un processo di fagocitosi delle cellule. Ma siamo nella normale società delle relazioni e dei consumi, dove questo processo si ricrea tale e quale, ma in senso figurato, con una frequenza pari quasi a quella delle cellule. Tutte le volte che un organismo maggiore "si mangia" quello minore, come per fagocitosi, noi diciamo che il primo ha fagocitato il secondo. Anche qui l’atto del mangiare non è materiale, ma ugualmente l’organismo fagocitato viene inglobato nel primo, fatto proprio, assorbito. Ciò avviene tra le persone, i gruppi, le istituzioni, le imprese , le banche ecc.
Nel mondo moderno, dove è normale che il più grande, che è anche il più forte, distrugga il più piccolo e debole, facendolo scomparire o fagocitandolo, vedi per esempio la guerra commerciale tra i colossi della distribuzione, che si avvicendano senza pietà al comando di organismi sempre più estesi ed elefantiaci, come gli ipermercati, non può passare sotto silenzio la violenza, la prepotenza insita nell’atto del fagocitare. Il fagocitato perde la sua personalità e individualità ed, entrando a far parte dell’organismo fagocitante, non si distingue più da esso. La moglie che entra a far parte della famiglia del marito, viene fagocitata, così come l’Ucraina è stata fagocitata dalla Russia di Putin. Non si salva nessuno.
Attualmente nel nostro Paese, dove si è creato un governo ibrido, tra monadi che operano ognuna per sé e cellule in cerca di elementi da inglobare, si corre il rischio che una parte delle due metà in cui il governo stesso è diviso, venga fagocitata dall’altra, con buona pace di un contratto di governo che avrebbe dovuto essere del cambiamento.
Cambiare tutto perché non cambi nulla è l’insegnamento che Tommasi di Lampedusa ci ha lasciato parlando dell’indimenticabile Principe di Salina, conoscitore dell’attitudine gattopardesca della nostra classe dirigente a camuffarsi, cambiando in continuazione casacca.
Strepitosa immagine, Giuse.
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