DUBBIO

Sul dubbio se ne son dette tante, da parte di eccellenti pensatori e scrittori, che cedo alla tentazione anch'io proponendovi una espressione forte, che potrebbe rientrare tra quelle detestabili da scegliere come motto: il dubbio è il nutrimento dell'anima. E guardate che ho detto anima e non animo, quindi navighiamo proprio nelle acque di quella laguna che, avendo a che fare con la coscienza, è più materia da confessionale che non da blogger da strapazzo.

Sito della strage di Sabbiuno (BO) - 2015

Escluso però ogni riferimento fideistico, proviamo a ragionare su quanto affermato.

A mio parere il vero credente è quello assalito in ogni momento dal dubbio, perché ciò vuol dire che il suo spirito si pone delle domande. Mentre chi dice di credere e basta, ha uno spirito che riposa tranquillamente e non vuole sapere altro; la sua forza in realtà è una debolezza. Egli ha paura di dubitare.

Traggo dal Dizionario etimologico on line la seguente definizione: "stato d’animo incerto tra diversi pensieri contrari, quasi dica che ondeggia tra due pensieri". E’ il "dubium" latino, conosciuto fin dall’antichità, che si contrappone alla certezza. Credo anzi che si possa affermare che il dubbio è una dei più antichi modi di atteggiarsi della mente umana, sovrastata alle origini da eventi di cui si ignorava tutto e pertanto il dubbio doveva essere una condizione permanente del primitivo. Poi sono venute le verità. Non si poteva seguitare a vivere in una condizione di perpetua incertezza, ed ecco che certezze vengono fornite da personaggi ambigui, stregoni e maghi e successivamente religioni e sacerdoti, in ogni caso, qualcosa a cui aggrapparsi nei momenti di panico e di bisogno.

Il dubbio si contrappone alle verità, anzi tout-cour alla Verità che è quella rivelata nella nostra società occidentale a guida cristiana, sotto varie forme. E' stato sagacemente affermato che la contrapposizione non è negazione. Nel caso della Verità, anzi, ne è una riaffermazione. Se io dubito dell'esistenza di una cosa, è perché la cosa esiste. Se non esistesse non potrei dubitarne.

E’ un cul-de-sac dal quale non si esce; ma a noi non interessa risolvere problemi filosofici di così alto livello, bensì argomentare su questa bella facoltà che ci è data di mettere in discussione ogni cosa. Mi viene in mente una parola "apodittico", un aggettivo che confligge con il dubbio, per il quale rimando ad un post precedente che ripropongo a parte.

Commenti

  1. Quanto mai intrigante la foto da te messa: chiamasi spartiacque, ma a me ha fatto venire in mente 'discrimina', che più che sostantivo è una voce verbale di 'discriminare'. Noi non discriminiamo nessuno, ma un limite c'è nel discorso vero-falso, ed è il dubbio che si avventura sulla cresta di quello spartiacque. Ognuno deve trovare la sua via.

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