RITORNO A FANFALUCA BAY

Ho già parlato di fanfaluche, ma oggi voglio tornarci, così come si torna alle varie Cold Mountain, alle quali la filmologia americana e non solo quella ci ha abituati, i luoghi mitici della memoria (a breve termine), le Valley, Country e County, dove un Overlook Hotel ci attende e perché no a quel Bodega Bay di Hitchcock invasa dagli uccelli, che merita una rivisitazione.

Cammino di Santiago, 2016

L'immagine di partenza è la stessa, un gran fuoco che da noi chiameremmo "fucaracc", dal quale si levano a tratti sprazzi di faville lanciate in aria dallo scoppio di una bolla d'aria creatasi nel cuore della bragia dove le fibre umide del legno o della paglia esalano sibilando l'ultimo vapore incalzato dalla fiamma, spettacolo pirotecnico in miniatura, nella cappa del camino dei nostri sogni, destinato a durar molto poco.

Le fanfaluche sono cose da poco, non hanno consistenza. Sono i sedimenti sul fondo del barile dell'immaginazione umana, forse potrebbe essere quella speranza rimasta imprigionata nel vaso di Pandora, dopo che tutti i mali erano fuggiti da esso, spargendosi per il mondo, mentre lei, la più umile, non aveva fatto in tempo ad uscire prima che il vaso venisse richiuso.

Voglio dire che è il gradino più basso della fantasiosità, l'ultimo scampolo epperò dotato di grande potenzialità. La speranza, appunto che anche le fanfaluche possano avere del buono aiutando a menar bene la vita.

Bugie grosse come palloni inconsistenti, numerose come faville effimere, si sollevano in aria in continuazione e poi scompaiono. Che sarebbe il mondo senza le bugie? Senza l'infinito caleidoscopio offerto dalle risorse di una fantasia che non conosce limiti. Ometto il punto interrogativo, perché la frase contiene già la risposta: un mondo grigio, senza le fanfaluche.

La bugia è ricca di significato anche quando apparentemente è fine a se stessa. E' stato accertato che molti mentono non per procurarsi un vantaggio e nemmeno per arrecare danno ad altri, ma per il semplice gusto di mentire. Che non è il caso del mitomane. Questi è afflitto da fantasmi, affetto da egotismo, l'altro, il mentitore puro, è lucido, sereno, solo ama inventare cose che non esistono o che non sono mai accadute. Non è quello che fa ogni narratore?

Ma il termine fanfaluca non vuol dire solo bugia. E' proprio la bolla d'aria o di sapone, la balla, la palla, la panzana, l'inverosimile arzigogolo dell'illusionista.

La fantasia di un pazzo? Ho già detto di no con il mitomane, ma non posso non ammettere che c'è del genio in certe invenzioni, come, si dice, c'è della lucidità in quella follia.

Ricordate la scena allucinata del film di Fellini, "Amarcord", nella quale i "vitelloni" di Rimini di notte prendono il mare per veder passare al largo il transatlantico fantasma che sfila interminabile sotto i loro occhi ammirati ("com'è, com'è'", chiede il cieco ai vicini di barca; "è meraviglioso!" rispondono), fantasma, sì, perché non è transitato mai un transatlantico in Adriatico. A quel tempo. Oggi sì, passano in continuazione le grandi navi da crociera e sono come la peste quando vanno ad intasar Venezia che di suo sta già male.

E i fuochi, i rumori di guerra: il mondo è una polveriera. Son forse fanfaluche? Magari!

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