LEPIDO - LAIDO

Ecco due parole che richiedono un po' di attenzione. Sono l'una il contrario dell'altra. Lepido è carino, aggraziato; evoca bei pensieri e fiori e profumi. Laido non si può guardare: è ripugnante e scivoloso; solleva lo stomaco e puzza di fogna.

Underground (presso Bagni di Mario, Bologna) - 2017

La prima si lega di più al modo di parlare, garbato e sensato e di presentarsi della persona, che deve essere di aspetto gradevole, ben vestita e sorridente in modo simpatico, piuttosto che a quello che lo stessa dice e fa.

Uno scherzo fatto con arguzia, una sottile allusione, che non ferisca, un richiamo a fatti commendevoli, possono essere definiti lepidi.

La seconda attiene soprattutto all'aspetto lascivo del soggetto, come specchio della ben più grave condizione di bassezza del proprio animo.

Lepido trova il suo corrispettivo in aulico, laido in lubrico. Lubrico ha la stessa origine di lombrico e ne porta alcuni connotati: è viscido, striscia nella fanghiglia putrida.

Lepido è termine raro, caduto più volte in disuso e poi riapparso per la gioia dei pochi. Deriva dal latino "lepor" che vuol dire "grazia" ma al contrario di molte altre parole che hanno nel nome una gradevole corrispondenza con il loro significato originario, a mio parere, lepido non porta in sé che un senso preso in prestito. Non mi sembra parola particolarmente pregnante. E' piuttosto scialba, direi per assonanza appena "tiepida" e si fa fatica ad attribuirle il significato suo.

Ben altra cosa avviene con laido, che trasuda sconcezza nel suono stesso della parola e c'è una remora a pronunciarla, quasi per timore di sporcarsi.

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