LAZZARONI
Il povero Lazzaro - il risorto - non c'entra niente. I lazzaroni napoletani prendono il nome dalla parola spagnola "làzaro", che vuol dire "lacero", "cencioso" ed era l'appellativo che gli spagnoli in epoca borbonica, davano ai ragazzi popolani della città partenopea.
Non era certo una gratificazione, in quanto gli spagnoli avevano il massimo disprezzo per quella marmaglia turbolenta e geniale che costituiva la parte più giovane della popolazione dominata, quella più propensa a non sottostare al giogo degli stranieri e più lesta nel procurare disordini e rivolte popolari. Nel XVII secolo la situazione a Napoli non era delle migliori. Come prima e come dopo, del resto. La dominazione spagnola imponeva sempre maggiori balzelli sulla popolazione stremata e spesso nascevano tumulti che venivano repressi duramente dalla polizia militaresca del Vicerè.
Era una bella mattinata di luglio del 1647 e Tomaso Aniello detto Masaniello, di anni 27 a capo di una banda di alabardieri si esibiva in piazza del mercato nella rievocazione di una storica battaglia contro i turchi, quando all'improvviso scoppiò un tumulto per la sollevazione dei bottegai i quali si rifiutarono di pagare l'ennesima tassa imposta quella volta sulla frutta. I giovani alabardieri si schierano subito dalla parte dei rivoltosi e Masaniello, preso il comando, guidò la folla all'assalto della reggia. Il Vicerè fu costretto a riconoscergli il grado di Capitano del popolo fedele al re di Spagna e per dieci giorni Masaniello esercitò il potere, spadroneggiando in vario modo. Allo scadere del decimo giorno, il popolo che lo aveva acclamato lo abbandonò ed egli finì ucciso da mano ignota.
I lazzaroni però restarono e formarono una gendarmeria che da corpo armato a difesa del popolo, passò a difendere gli interessi della classe dominante, tanto che nel periodo risorgimentale, essi si schierarono fino alla fine con la casata borbonica, senza mai sposare la causa italiana.
Vai a capire la storia. L'Italia ha conosciuto un'infinità di Masanielli, arruffapopoli che in brevissimo tempo hanno conosciuto una parabola prima fortemente ascendente nelle loro fortune politiche, poi di colpo nel baratro ed i Lazzaroni sempre dalla parte sbagliata.
E non c'è rimedio, questo schema si ripete in continuazione e nessuno che metta giudizio.
Come ora. C'è stata una votazione che ha premiato coloro che a sud come a nord, in nome del popolo, hanno fatto promesse pazzesche, sollevando grandi aspettative ed il popolo li ha presi sul serio. Ci crede ed aspetta. Storia Maestra di vita? Sarà...speriamo.
Popolo, 2013 |
Non era certo una gratificazione, in quanto gli spagnoli avevano il massimo disprezzo per quella marmaglia turbolenta e geniale che costituiva la parte più giovane della popolazione dominata, quella più propensa a non sottostare al giogo degli stranieri e più lesta nel procurare disordini e rivolte popolari. Nel XVII secolo la situazione a Napoli non era delle migliori. Come prima e come dopo, del resto. La dominazione spagnola imponeva sempre maggiori balzelli sulla popolazione stremata e spesso nascevano tumulti che venivano repressi duramente dalla polizia militaresca del Vicerè.
Era una bella mattinata di luglio del 1647 e Tomaso Aniello detto Masaniello, di anni 27 a capo di una banda di alabardieri si esibiva in piazza del mercato nella rievocazione di una storica battaglia contro i turchi, quando all'improvviso scoppiò un tumulto per la sollevazione dei bottegai i quali si rifiutarono di pagare l'ennesima tassa imposta quella volta sulla frutta. I giovani alabardieri si schierano subito dalla parte dei rivoltosi e Masaniello, preso il comando, guidò la folla all'assalto della reggia. Il Vicerè fu costretto a riconoscergli il grado di Capitano del popolo fedele al re di Spagna e per dieci giorni Masaniello esercitò il potere, spadroneggiando in vario modo. Allo scadere del decimo giorno, il popolo che lo aveva acclamato lo abbandonò ed egli finì ucciso da mano ignota.
I lazzaroni però restarono e formarono una gendarmeria che da corpo armato a difesa del popolo, passò a difendere gli interessi della classe dominante, tanto che nel periodo risorgimentale, essi si schierarono fino alla fine con la casata borbonica, senza mai sposare la causa italiana.
Vai a capire la storia. L'Italia ha conosciuto un'infinità di Masanielli, arruffapopoli che in brevissimo tempo hanno conosciuto una parabola prima fortemente ascendente nelle loro fortune politiche, poi di colpo nel baratro ed i Lazzaroni sempre dalla parte sbagliata.
E non c'è rimedio, questo schema si ripete in continuazione e nessuno che metta giudizio.
Come ora. C'è stata una votazione che ha premiato coloro che a sud come a nord, in nome del popolo, hanno fatto promesse pazzesche, sollevando grandi aspettative ed il popolo li ha presi sul serio. Ci crede ed aspetta. Storia Maestra di vita? Sarà...speriamo.
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