CONVENIENZA 2

- Ti conviene stare zitto.
- Accidenti a te, ma se ti ho detto che non ho fatto niente...
- Ti ripeto è meglio se tieni la bocca chiusa.
- Ti voglio spiegare come è andata..
- Non ti conviene, più parli più t'inguai.


Castelli, TE - 2012

La convenienza come una minaccia. O come un paravento. D'altro canto è vero che a volte è meglio tacere. Chi sa di essere senza colpa, non si preoccupa più di tanto di quello che possono pensare gli altri in malafede. Mentre chi non ne è del tutto esente e tenta in ogni modo di giustificarsi, non fa che complicare le cose e far aumentare i sospetti su di lui.

Possiamo convenire su tutto, anche su un piano segreto ed allora il fine non è quasi mai lecito, siamo vicino al complotto (stessa radice di "complice", da "cum", con e "plico", piego, piego insieme, accomuno - e lo stesso avviene per "complicare", rendere più complesso), oppure possiamo scegliere una via, invece di un'altra, perché più vantaggiosa. Quello che colpisce maggiormente, è il "cum", prefisso che vale per molte situazioni. Il "con", che lega due o più persone, nel bene come nel male.

Esaminiamone alcune.

La "convergenza" (da "cum" con e "vergere", volgere, tendere) è il progressivo avvicinamento tra due cose, partite da punti differenti. Si applica in campi diversissimi, sempre con lo stesso significato di tendere verso uno stesso fine. Due tesi diverse portano al medesimo risultato quando convergono. In linguistica si ha una convergenza quando si verifica un accostamento sempre maggiore tra due lingue, per via dei reciproci prestiti di parole da una lingua all'altra e della influenza esercitata da una sull'altra. E' quello che accadde tra la lingua greca e quella latina, in epoca imperiale, frutto della dominazione culturale esercitata dalla Grecia, anche se sottomessa a Roma, sulla più giovane civiltà romana.

Concetto ben diverso è quello espresso dalla "connivenza", molto vicina alla quasi omologa "convivenza", entrambi derivanti da "cum" e "vivere", vivere insieme, con l'unico tratto distintivo che la convivenza è un fatto materiale, quello di vivere effettivamente insieme e, si presume, per motivi di affetto o qualche cosa di simile, mentre la connivenza è uno stare insieme in senso figurato e per fini sempre di malaffare.

Troviamo ancora il "cum", oltre che in tante altre parole che esulano dal nostro campo di interesse, per il momento, in altre due, "contingenza" e "continenza", che portano ugualmente fuori dal discorso fatto sulla convenienza e dintorni, ma sono in qualche modo riconducibili ad un qualche aspetto delle cose dette fin qui. Contingente, participio presente di "contingere" è ciò che accade. Le attuali contingenze della politica espongono il nostro Paese a gravi rischi. E' un esempio, ma può essere anche un monito (da "mònere" avvertire, grandi questi latini!). La contingenza, come accadimento, cosa accidentale, viene da "cum" con e "tàngere", cioè toccare, che figurativamente vale anche come "accadere", ma "contingente", usato come sostantivo significa anche "parte", "porzione", es. "un contingente di soldati".

La continenza, infine, da "con-tinens", che vuol dire "temperante", esprime moderazione, in particolar modo in campo di piaceri carnali. Il contrario è l'incontinenza che, per converso, è un grave inconveniente che si verifica quando il corpo non "mantiene" più e, addio piaceri, son solo dispiaceri.

Nella contingenza è ancora possibile trovare qualche residuo della convenienza. Per quanto riguarda la continenza, ognuno stabilisca per sé il limite di convenienza o di sconvenienza.

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