SUPERSTIZIONE

La superstizione è un insieme di credenze in base alle quali si ritiene che determinati fatti possano essere previsti, evitati o favoriti, mediante la decifrazione di alcuni segni che si ritengono provenire da una volontà superiore, soprannaturale o magica. Un tempo questa "lettura" dei segnali veniva effettuata da un sacerdote, oracolo, indovino, sciamano o profeta, mediante vari riti di divinazione all'interno di culti e religioni, al fine di conoscere la volontà degli dei e di indovinare il futuro. Il fenomeno era diffuso nelle religioni primitive ed ogni religione aveva i suoi indovini ed i suoi riti di divinazione.

Le tre religioni monoteiste, l'ebraismo, il cristianesimo e l'islamismo hanno bandito queste pratiche ed hanno rinnegato la superstizione, come residuo di barbarie. Ciononostante la superstizione rinasce continuamente in ogni ambiente come una pianta infestante. Oggi la superstizione sta alla religione come certe cure alternative stanno alla scienza medica: non hanno alcun fondamento, ma di fronte alla resa della medicina ufficiale, quando cioè non c'è più nulla da fare per scongiurare la morte del paziente, molti si affidano alla superstizione, come ultima possibilità di salvezza. Negli animi semplici (1) le due cose possono convivere e confondersi l'una con l'altra.

Religione e superstizione hanno in comune l'oggetto che è extrasensoriale, da una parte il culto della divinità, dall'altra le pratiche per accattivarsi la buona sorte e sconfiggere gli influssi maligni. Si tratta sempre di credere in qualcosa, ma nel primo caso la fiducia è rimessa nell'intervento di una entità che sta sopra di noi, nel secondo su entità sconosciute. Miracoli da una parte, sortilegi dall'altra.

L'origine dei due termini è diversa. "Religione" sembra che derivi da re-legere, guardare con attenzione, avere cura di qualcosa, oppure da re-ligare, unire insieme e sembra che questa seconda sia da preferire, in quanto la religione effettivamente unisce, aggrega una comunità intorno ad un culto e ad una fede, cioè fa sì che persone di diversa estrazione sociale, annullino le distanze fra ceti, in nome di uno stesso Dio che esse adorano.

Pietra di Bisamantova (RE) - 2016

Il termine "superstizione", invece, si fa derivare da "si-stere", che allude al fermarsi di fronte a ciò che va oltre il dato di comune conoscenza o a fenomeni para-normali. Sembra però più pertinente l'ipotesi di una derivazione da "super stare", che significa "stare sopra". A cosa? Alla stessa religione. Dove la fede non arriva, arriva la magia. Ci si difende dal malocchio, con gesti scaramantici (fare le corna, toccare ferro), con parole o formule ("in bocca al lupo" invece di "buona caccia"), con vari tipi di amuleti forniti dalle fattucchiere, da portare addosso oppure con i riti di divinazione.

Nel medioevo, il "sortilegium", proveniente dal latino "sortilegus", che significa "indovino", era la pratica che serviva ad indovinare il futuro. La necromanzia o negromanzia (dal greco "necròs", morto) è la facoltà che alcuni avrebbero di evocare le anime dei morti.

Chiromanzia è invece l'arte di leggere il destino di una persona interpretando le linee che attraversano il palmo della sua mano.

Cartomanzia, raggiunge lo stesso scopo, interpretando la disposizione che assumono le carte o i tarocchi, estratti casualmente.

Tutte queste cose attraggono perché hanno in comune con la religione il terreno del soprannaturale Chi ne è attratto, trova conforto nella formula paradossale e irrazionale "non è vero ma ci credo".

E' in questa "terra di nessuno", non è religione e non è superstizione o forse è un po' dell'una e un po' dell'altra, che si inscrivono fenomeni come quelli delle madonne piangenti, delle apparizioni di santi e madonne, del sangue di S. Gennaro che a date prefissate si liquefà. Con grande seguito di credenti e spesso, nel silenzio omertoso della chiesa.

Quello che si dice poi delle esperienze della "vita oltre la vita", di quelli che sono morti e sono tornati in vita, sull'esempio di Lazzaro, ma che, diversamente da questo che non ha raccontato niente, narrano di aver visto una grande luce verso cui si sono diretti salvo poi a tornare indietro, accompagnati da cori di angeli, il tutto mentre provavano una calma soprannaturale, credo che appartenga proprio al campo della fantasia.

15 febbraio 2017

(1) Anche meno semplici o addirittura eccellenti. Pirandello, per esempio era superstizioso e credeva nella parapsicologia. Egli è anche autore di una novella dal titolo "La Patente", in cui tra umorismo nero e amare considerazioni sulla dabbenaggine delle persone, parla del caso di un uomo ritenuto portatore di jella che si rivolge al giudice per richiedere la patente di jellatore, visto che per colpa dei creduloni, ha perso il lavoro e la famiglia. "All'uscita" è ancora una novella su fatti soprannaturali.

Anche il mio amico Alfredo, del quale ho illustrato le qualità non comuni nel post intitolato "Apotropaico", pur non annettendo alcuna credibilità al soprannaturale, amava contraddirsi affermando di avere fiducia in alcuni atti scaramantici e di credere alla dea fortuna, che riteneva sua amica. Inoltre, da ateo, si dichiarava devoto di S. Alfredo, del quale onorava la ricorrenza il 14 agosto di ogni anno.

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