PICCOLA TEMPESTA

Piccola tempesta in un bicchiere d'acqua. Da una parte gli assertori, molti e agguerriti, del potere salvifico della lettura, con il solito armamentario di citazioni famose e meno famose, fino a quelle banali e prive di originalità, dall'altra qualche dissonante voce che dall'interno del gruppo o anche dall'esterno, forse franchi tiratori, che osano dire qualcosa in controtendenza.

Artefiera, Bologna 2017

Ora se voi a quelli che si pascono di frasi tipo "la lettura cura il male peggiore dell'uomo, l'ignoranza", facendone una specie di vademecum di valore assoluto, intrinseco ed inoppugnabile, come un "vade retro Satana" o altre consimili di palese insulsaggine, che non dovrebbero inorgoglire nessun amante delle buone lettere, andate a dire che la lettura è cosa per sfigati, in quanto surclassata, oggi come oggi, da altre forme di espressione che potrebbero riempire il vuoto eventualmente lasciato dalla prima, come il cinema, che ha subìto nell'ultimo mezzo secolo un'evoluzione straordinaria, tale che con i suoi effetti speciali colpisce i sensi come il libro non potrebbe mai, vi fareste facilmente dei nemici e non vi guadagnereste certo né lodi, né consensi.

A me pare che, sfrondata la frase della sua carica provocatoria più che avvertibile (vedi la parola "sfigati" messa a posto per suscitare reazioni), il provocatore in fondo abbia ragione, quanto all'effetto immediato, perché in questa fase il cinema è soprattutto tecnologia ed ha il potere di catturare l'attenzione e suscitare emozioni, come nessun altro potrebbe fare, ma solo in un primo momento, come effetto visivo forte, ma effimero. Basta uscire dalla sala di proiezione, per liberarsi dalla sensazione di esser stati coartati in qualche modo.

Il potere della lettura è invece una cosa ben diversa. Richiede predisposizione e sensibilità, nonché, una certa attitudine. E' un piacere intimo e la fantasia che mette in moto, è quella di chi legge e non di chi ha fatto il film, con l'intento di sbalordire.

Dai primi graffiti ai moderni audiolibri, i mezzi di espressione sono aumentati a dismisura, mettendo a dura prova la nostra capacità di reggere all'invasione delle immagini che ci colpiscono con maggiore intensità.

Il pericolo sta proprio in questo, nel potere di attrazione che hanno alcuni mezzi rispetto ad altri, per la facilità di fruizione, come per esempio la televisione, schermo piatto gigante, immagini nitide super HD, sempre a disposizione, azionando un tasto del telecomando, possono soppiantare non il piacere della lettura, che resterà sempre insuperato, ma l'abitudine alla lettura, sottraendo tempo prezioso per l'approfondimento.

Leggere richiede più sforzo che non mettersi davanti ad uno schermo. Ma la lettura è attiva, va avanti per nostra volontà; tutto il resto è passivo (da "passio", p.p. del verbo "pati", soffrire), nel senso che si subisce.

Commenti

  1. Potere salvifico della lettura? Traini aveva il "Mein Kampf" sul comodino quindi non sempre la lettura è salvifica. Sarà, semmai, salvinica...

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