MARMAGLIA
C'è del buono nella marmaglia, a dispetto del termine che in genere è diretto ad un'accozzaglia (1) di gente per niente rispettabile, riunita occasionalmente e rumorosamente per fini oscuri e sicuramente poco nobili.
Infatti bisogna guardarsi dal facile snobismo (da "sine nobilitate") dal quale possiamo essere colti noi, di fronte ad un imprevisto gruppo di persone dall'apparenza minacciosa, che potrebbe invece essere formato da disoccupati esasperati che chiedono lavoro, o da lavoratori che scioperano per mantenere il posto di lavoro, nelle ricorrenti crisi economiche e ed aziendali, per come è ridotto adesso il nostro già fiorente welfare statale.
In questi casi, a giudicare in modo sbagliato, potremmo essere noi a meritare una censura invece della turba che reclama un giusto diritto, ma così facendo toglie tranquillità a chi di fronte a simili manifestazioni, vuole solo starsene per i fatti propri e non incaricarsi delle disgrazie altrui.
Ma c'è un altro motivo per non vedere nella marmaglia solo l'aspetto negativo e turbolento e si trova nella stessa derivazione della parola, stando all'esegesi del termine fatta da specialisti, (v, Accademia della Crusca e consimili), che la fa risalire ad una radice "marm", che vuol dire "mormorio", dal francese "marmotter", "mormorare", mentre ancor più pregnante è il significato della parola "marmot", che in italiano vuol dire "marmocchio".
Originariamente, ma almeno in parte anche oggi, la marmaglia in senso bonario e condiscendevole è quella dei ragazzi che fanno chiasso , ma si tratta di un chiasso festoso, per nulla preoccupante, solo un poco fastidioso, che chiunque è disposto a sopportare per la gioia di averli accanto.
Che poi lo stesso termine sia finito nella maggior parte dei casi col significare un ammasso di gentaglia, plebaglia, popolaccio e chi più ne ha più ne metta, irruento e scompaginato, montato su da qualche caporione, solo per il gusto di fare casino, la colpa non è della parola, che anche quando è diretta ad una ciurma, come nel caso di "una marmaglia di brutti ceffi" sulla tolda di una nave corsara, di buona ed antica memoria, non sembra del tutto esente da un sospetto di velata ironia, quasi come a rendere meno credibile la pur accentuata vena di disprezzo con la quale si vuole colpire l'animosità di relativamente pochi scalmanati.
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(1) Etimo incerto; "accozzare" significa mettere insieme disordinatamente uomini o cose, ma anche, anticamente, "cozzare", dare di "cozzo", specie degli animali con le corna.
Marmaglia (Halloween 2014) |
Infatti bisogna guardarsi dal facile snobismo (da "sine nobilitate") dal quale possiamo essere colti noi, di fronte ad un imprevisto gruppo di persone dall'apparenza minacciosa, che potrebbe invece essere formato da disoccupati esasperati che chiedono lavoro, o da lavoratori che scioperano per mantenere il posto di lavoro, nelle ricorrenti crisi economiche e ed aziendali, per come è ridotto adesso il nostro già fiorente welfare statale.
In questi casi, a giudicare in modo sbagliato, potremmo essere noi a meritare una censura invece della turba che reclama un giusto diritto, ma così facendo toglie tranquillità a chi di fronte a simili manifestazioni, vuole solo starsene per i fatti propri e non incaricarsi delle disgrazie altrui.
Ma c'è un altro motivo per non vedere nella marmaglia solo l'aspetto negativo e turbolento e si trova nella stessa derivazione della parola, stando all'esegesi del termine fatta da specialisti, (v, Accademia della Crusca e consimili), che la fa risalire ad una radice "marm", che vuol dire "mormorio", dal francese "marmotter", "mormorare", mentre ancor più pregnante è il significato della parola "marmot", che in italiano vuol dire "marmocchio".
Originariamente, ma almeno in parte anche oggi, la marmaglia in senso bonario e condiscendevole è quella dei ragazzi che fanno chiasso , ma si tratta di un chiasso festoso, per nulla preoccupante, solo un poco fastidioso, che chiunque è disposto a sopportare per la gioia di averli accanto.
Che poi lo stesso termine sia finito nella maggior parte dei casi col significare un ammasso di gentaglia, plebaglia, popolaccio e chi più ne ha più ne metta, irruento e scompaginato, montato su da qualche caporione, solo per il gusto di fare casino, la colpa non è della parola, che anche quando è diretta ad una ciurma, come nel caso di "una marmaglia di brutti ceffi" sulla tolda di una nave corsara, di buona ed antica memoria, non sembra del tutto esente da un sospetto di velata ironia, quasi come a rendere meno credibile la pur accentuata vena di disprezzo con la quale si vuole colpire l'animosità di relativamente pochi scalmanati.
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(1) Etimo incerto; "accozzare" significa mettere insieme disordinatamente uomini o cose, ma anche, anticamente, "cozzare", dare di "cozzo", specie degli animali con le corna.
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