ZUZZURELLONE
Zuzzurellone è chi non si rassegna ad invecchiare e si comporta sempre come un ragazzo. Più precisamente, il giovanottone che bamboleggia come un ragazzino, con serena e colpevole incoscienza. Chi, pur avendo raggiunta la maturità, fa fatica ad assumere le conseguenti responsabilità. Come i vitelloni di Fellini, uomini non più giovanissimi, con la mentalità da fanciulli, che pensano solo al gioco, al divertimento e scansano i doveri.
Non è un ritardato mentale, né sono quelli che con infelice uscita, un ministro della Repubblica ha chiamato "bamboccioni", che sarebbero i trentenni costretti a restare a casa dei genitori per l'assurda condizione economica di questa fase della nostra società che non dà il lavoro ai giovani, per prolungare quello dei vecchi. E' invece il farfallone, irresponsabile ed anche sciocco. Leggermente immaturo.
La parola rende bene l'idea di una bonaria presa in giro di un atteggiamento altrimenti riprovevole. Prendiamo per esempio una parola come "gaglioffo", oppure anche "bastardo", non sentite una punta di acredine verso il soggetto che si vuole riprendere, e di avversione alle parole stesse, che hanno un suono antipatico?
Sembrano fatte apposta per urticare. E non si dicono volentieri. Sono sgradevoli per chi le ascolta e anche per chi le dice. Anzi a pronunciarle si avverte fastidio e si fa fatica a cavarle di bocca. Solo in momenti di ira e di rabbia, si scagliano contro dei poveri diavoli, che, nel primo caso sono rappresentati da un personaggio, il gaglioffo, tristo e sinistro già di suo e non meriterebbe che qualcuno gli ricordasse quanto è bassa la sua condizione di goffaggine e infingardaggine, mentre nel secondo, la connotazione negativa si stempera con il riferimento ad una nascita spuria, umiliante per chi, non avendone colpa la riceve, più che offensiva, di cui si farebbe a meno sentir parlare.
In altri post ho già detto di altri termini facenti parte della stessa famiglia di gente con più vizi che virtù, come "protervo", "smargiasso", o "reprobo", ma nessuno di questi ha connotazioni così nette di rifiuto e di spregio come quelli ora indicati.
Per contro, una parola come "zuzzurellone", poco usata e certo non complimentosa, pur mettendo in evidenza connotazioni negative del soggetto, suona allegra ed è come se strizzasse l'occhio al tipo del quale si vuole castigare la propensione ad una gioiosa irresponsabilità non giustificata dall'età, anzi aggravata da essa, come dire che quando si è raggiunta una certa maturità non ci si può più comportare come un ragazzo. Chi lo fa dimostra di essere poco serio ed anche un po' sciocco.
Non è indulgenza, né simpatia, ma il giudizio espresso in quel modo, anche se negativo, è come se tendesse ad accordare una proroga sul momento della presa di coscienza che si spera imminente. La parola in sé, ancorché caratteristica, non meriterebbe tanta attenzione, se non per la particolarità che è l'ultima del vocabolario e svolge un compito non di retroguardia. Riempie un piccolo vuoto e fa, con una certa ironia, da monito a crescere, diventare adulti non solo di età, ma anche di mentalità.
E poi ditemi, conoscete un termine più azzeccato di "zuzzurellone" per definire un cinquantenne in vena di balordaggini?
Festa della Balorda, MO - 2013 |
Non è un ritardato mentale, né sono quelli che con infelice uscita, un ministro della Repubblica ha chiamato "bamboccioni", che sarebbero i trentenni costretti a restare a casa dei genitori per l'assurda condizione economica di questa fase della nostra società che non dà il lavoro ai giovani, per prolungare quello dei vecchi. E' invece il farfallone, irresponsabile ed anche sciocco. Leggermente immaturo.
La parola rende bene l'idea di una bonaria presa in giro di un atteggiamento altrimenti riprovevole. Prendiamo per esempio una parola come "gaglioffo", oppure anche "bastardo", non sentite una punta di acredine verso il soggetto che si vuole riprendere, e di avversione alle parole stesse, che hanno un suono antipatico?
Sembrano fatte apposta per urticare. E non si dicono volentieri. Sono sgradevoli per chi le ascolta e anche per chi le dice. Anzi a pronunciarle si avverte fastidio e si fa fatica a cavarle di bocca. Solo in momenti di ira e di rabbia, si scagliano contro dei poveri diavoli, che, nel primo caso sono rappresentati da un personaggio, il gaglioffo, tristo e sinistro già di suo e non meriterebbe che qualcuno gli ricordasse quanto è bassa la sua condizione di goffaggine e infingardaggine, mentre nel secondo, la connotazione negativa si stempera con il riferimento ad una nascita spuria, umiliante per chi, non avendone colpa la riceve, più che offensiva, di cui si farebbe a meno sentir parlare.
In altri post ho già detto di altri termini facenti parte della stessa famiglia di gente con più vizi che virtù, come "protervo", "smargiasso", o "reprobo", ma nessuno di questi ha connotazioni così nette di rifiuto e di spregio come quelli ora indicati.
Per contro, una parola come "zuzzurellone", poco usata e certo non complimentosa, pur mettendo in evidenza connotazioni negative del soggetto, suona allegra ed è come se strizzasse l'occhio al tipo del quale si vuole castigare la propensione ad una gioiosa irresponsabilità non giustificata dall'età, anzi aggravata da essa, come dire che quando si è raggiunta una certa maturità non ci si può più comportare come un ragazzo. Chi lo fa dimostra di essere poco serio ed anche un po' sciocco.
Non è indulgenza, né simpatia, ma il giudizio espresso in quel modo, anche se negativo, è come se tendesse ad accordare una proroga sul momento della presa di coscienza che si spera imminente. La parola in sé, ancorché caratteristica, non meriterebbe tanta attenzione, se non per la particolarità che è l'ultima del vocabolario e svolge un compito non di retroguardia. Riempie un piccolo vuoto e fa, con una certa ironia, da monito a crescere, diventare adulti non solo di età, ma anche di mentalità.
E poi ditemi, conoscete un termine più azzeccato di "zuzzurellone" per definire un cinquantenne in vena di balordaggini?
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