SBRUFFONE

Lo sbruffone è come lo smargiasso, lo spaccone; un presuntuoso pretestuoso, millantatore e mitomane; ha tutte le qualità negative del tipo che presume di sé senza avere alcuna capacità che possa distinguerlo in qualche modo. Fanfarone e vanaglorioso. Nella maggior parte dei casi, intimamente convinto anche se inconsapevole, come quasi tutti gli sciocchi; talvolta per necessità, vale a dire per nascondere una timidezza patologica di carattere che lo affligge e lo umilia.

Siamo di fronte al solito spettacolo di una lingua troppo ricca di vocaboli per essere essenziale. Qui la proliferazione dei sinonimi è veramente straripante. Ed ognuno aggiunge un connotato, un particolare, una colorazione che gli altri non hanno.


Sbruffone viene da sbruffare, che è il moto, di solito involontario, ma a volte voluto, di emettere a sbruffo, cioè spargendo intorno, un liquido, o anche soffiando a forza l'aria, producendo un rumore caratteristico.
Ciò avviene con lo starnuto, oppure con uno scoppio improvviso di risa, o addirittura nel sonno, con il russare.

Sbruffare viene dal latino pro-flare (pro, avanti e flare, soffiare, donde anche flatus, fiato).

E' quindi da intendere che figurativamente, lo sbruffo originario si sia tramutato in un atteggiamento nel quale la manifestazione di tracotanza esce fuori quasi come una emissione corporale, col farsi avanti, impettito e provocatorio, le mani che gesticolano, lo sguardo di chi è pronto a tutto.

Una cosa vorrei aggiungere che non mi sembra irrilevante. Sbruffone fa assonanza con buffone, sbruffonata con buffonata. Forse c'è qualcosa di ridicolo in chi si atteggia a sbruffone ed una traccia di questo si trova nell'affinità del termine con 'buffare', che in effetti significa soffiare, come buffo, aggettivo significa strano, ridicolo, preso come sostantivo, vuol dire invece soffio, come quando si dice un buffo d'aria.
Aggiungendo una 's' a buffare, si ottiene 'sbuffare' che vuol dire ugualmente emettere un soffio d'aria  soprattutto dalle narici, come avviene nei cavalli, ma riferito alle persone, acquista il significato  specifico di un atto di stizza o insofferenza.

Non lontano, forse dalla bava di vento, cara ai lettori dei libri di mare. La bava di saliva sbruffa alla bocca dei bambini e dei vecchi e la bava di mare, che si forma sulla cresta dell'onda, si polverizza schizzando.

D'altro canto si avverte un che di burlesco, in ognuno dei termini che fanno da corollario allo sbruffone, o almeno una tendenza, nelle varie sfumature di senso, che piega sul versante del risibile.

L'ammazzasette è tale per aver ammazzato, nella fantasiosa ricostruzione letteraria del personaggio, sette mosche. Il fanfarone evoca le marce militari delle fanfare quando passano rumorosamente per la via.Lo smargiasso è ridondante, sembra non rientrare nei suoi panni e lo spaccone che spacca tutto, ai tempi della mia fanciullezza veniva beffeggiato con il verso che gli facevamo “spacca, ugn'i e magn' ”, dove l'oggetto da spaccare era il panino.

E così via.

9 gennaio 2018

P.S. A ben guardare, lo sbruffone più famoso letterariamente è impersonato dalla rana di Fedro, che come volle essere più grande di un bue, prima si gonfiò e poi scoppiò in un grande sbruffo. Fedro voleva colpire l'invidia, ma la favola - che ha giusto duemila anni - è valida anche sotto questo aspetto.

Commenti

  1. d'accordo ma che c'entra la foto di Leonardo? (almeno mi pare che sia lui ) Vuoi forse dire che si atteggia a sbruffone ? non credo.

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    1. Il commento è di Vittorio Aielli.
      Le foto inserite nei post sono di Giuseppe S. Aielli

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  2. Le immagini a corredo sono un valore aggiunto allo scritto. Non necessariamente debbono essere strettamente attinenti al contenuto, essendo sufficiente che esse richiamino in senso anche vago, quanto detto a parole, ampliando con la forza del supporto visivo, il discorso avviato, aprendo così la via verso nuovi sbocchi ed interpretazioni. E' qui anzi che si misura l'efficacia di un felice accostamento.

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