LAVAGNA

ESATTAMENTE 1 ANNO FA

7 gennaio 2017 alle ore 10:11

LAVAGNA

a tutte le maestre

La lavagna è un corredo indispensabile per le aule scolastiche; serve agli insegnanti per spiegare le lezioni, meglio illustrandole con disegni, parole, cifre e agli alunni quando vengono interrogati e sotto tortura costretti a mostrare sulla lavagna il ricavato da quello che si è appreso. Per questo Galileo Galilei la chiamava anche "pietra di paragone dei cervelli". Infatti di pietra si tratta; una pietra di colore quasi nero, che trattata e levigata, serve appunto per scriverci sopra.

E' quasi certo che il suo nome derivi da "lava", il materiale che fuoriesce dai vulcani, durante le eruzioni. Di questa pietra si trova una grande quantità sulla riviera ligure, nei pressi di Genova, specialmente a Lavagna, comune di ca, 12.000 abitanti, che da essa prende nome.

La solfatara di Pozzuoli - 2012

Se mi consentite una facezia, a me piace pensare che "lavagna" possa indicare appunto lo strumento didattico di cui ho detto, nel senso di superficie piatta, su cui passa di continuo un fiume di sapere che, (come le bocche effimere dei vulcani che si aprono e si chiudono in breve tempo), sgorga sulla "lavagna" e subito scompare, in un gioco indistinto di docenti e discenti che vi si avvicendano e che lì buttano quello che sanno, non a futura, ma a passeggera memoria. Cancellare come "lavare". Lavacro di saggezza e di ignoranza.

Mia moglie è stata una insegnante che nel suo campo ha riscosso un buon successo, tanto che ex alunni, ormai sposati e con figli, per strada ancora la fermano per omaggiarla, chiamandola "maestra! maestra!". Lei ha ricordi molteplici dei tempi della scuola, di quando insegnava e del tempo passato davanti alla lavagna. Io invece ricordo che una volta, per punizione sono stato messo "dietro la lavagna", che era una specie di gogna, alla quale si esponevano alunni indisciplinati, punizione che attualmente sembra non venga più comminata (ora c'è - o ci dovrebbe essere - un T.D.A.A. "Tribunale dei Diritti degli Alunni Asini" al quale poter ricorrere in caso di simili maltrattamenti).

La più bella storiella sulla lavagna, narrata da mia moglie e quindi autentica, è quella che parla di una bambina di un paese di montagna (Monte Giove, in provincia di Teramo) che, dovendo svolgere il "compito in classe", dettato dalla maestra, dove ogni alunno doveva descrivere le condizioni dell'aula scolastica nella quale si trovavano, dopo aver parlato di vari arredi, piuttosto fatiscenti, che formavano il patrimonio esiguo dell'aula, tipo banchi vecchissimi, sgabelli pericolanti, cattedra traballante (si fa per dire), ecc, arrivata alla lavagna, ha un giusto moto di affettuosa comprensione per quel componente indispensabile e lo salva, concludendo: "la lavagna, invece, sono buonetta!".

Da premio Pulitzer.
7 gennaio 2017

Nella rubrica "Hai un ricordo da rivivere oggi" FB mi ha segnalato questo post pubblicato un anno fa.
Lo ripubblico per i più volenterosi.

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