EPIFANIA
Ora sono giunti davanti alla capanna; si guardano intorno: lungo il cammino hanno chiesto informazioni ad alcuni passanti, e tutti hanno indicato quella capanna come la fine del loro viaggio. Importante ora è riscontrare i segni. A scanso di equivoci.
La stella brilla e sembra puntare proprio qui, anche se, con le prime luci dell'alba, comincia a sbiadire e si vede e non si vede. Uno di loro è sceso dal cammello ed ha preso dalla sacca alcune carte che si mette a compulsare alacremente alla luce delle sbiadite stelle. Poi estrae da una sacca laterale uno strano strumento a forma di ampolla doppia, forse una clessidra e guarda attentamente dentro al vetro, per controllare il livello della sabbia lungo l'asta graduata.
"Ci siamo" - dice ai suoi compagni - "Il posto è questo. Ma l'alambicco (volevo dire l'almanacco) dice che siamo con un giorno di anticipo. Che si fa? Entriamo, o torniamo domani?"
"Sì, domani!" - risponde uno degli altri due, infastidito - "Dài, dài, entriamo" - sollecita il terzo, scendendo anche lui dal cammello e facendo alcuni esercizi per raddrizzare la schiena.
L'unico rimasto in groppa, scende a fatica dalla sella, dopo aver fatto inginocchiare il quadrupede e tutti e tre ormeggiano le 'navi' ad una staccionata poco distante, battendo i piedi per terra, per sgranchire le gambe. Poi entrano nella capanna.
Segue il resoconto di un testimone, che un anno prima aveva assistito alla stessa cerimonia e ne aveva brevemente tratto questo quadretto:
"I pastori hanno vegliato tutta la notte. I re magi sono arrivati alle prime luci dell'alba ed ora sono in adorazione del bambino. Hanno portato ricchi doni. Vista dal di fuori la capanna, è buia e dalla porta trapela una luce tenue, mentre tutt'intorno, poco alla volta, si spengono le lucerne e una folla di persone comincia ad avvicinarsi, spinta dalla curiosità e dalla meraviglia. Anche loro portano doni, ma più modesti, a seconda delle proprie possibilità. All'interno, nella mangiatoia adattata a culla, il bambino, vestito di poveri panni, sgambetta felice. E' assistito da Giuseppe e Maria, mentre il bue e l'asinello, attendono mansueti al loro compito di fare caldo al neonato.
Un pastore sulla porta sembra in forse: "sarà davvero il nostro Salvatore?" si chiede sottovoce.
"Dagli all'eretico!!!", esclama qualcuno che lo ha sentito, ma la semplice presenza dei Re Magi che con le loro alte figure si voltano severi a guardare verso i vocianti, è sufficiente a zittirli.
Il Presepe è finalmente completato. Tutte le figure hanno fatto la loro comparsa, anche se gli ultimi tre, arrivati appena in tempo, sembrano ancora un poco frastornati. Sanno che dopodomani il Presepe sarà disfatto e le statuine torneranno negli scatoloni, pronti per il prossimo anno, e avrebbero desiderato poter apparire un poco più a lungo. Sono imbarazzati anche per il fatto che sanno di dover approfittare di lì a poco di un attimo di distrazione dei padroni del Presepe, per sgattaiolare via, prima che tutto finisca, e riprendere la strada del ritorno.
Sanno già, però, che non rifaranno la stessa di prima, quella che hanno fatto per arrivare, per non darla vinta a quel tiranno di Erode che pretende di sapere da loro dove si trova questa capanna nella quale sarebbe (il condizionale è d'obbligo, ma solo per Erode!) nato il Bambino destinato ad essere il Re dei Giudei. Hanno già deciso che passeranno lungo una traiettoria che, costeggiando il lato sud del Mar Morto, eviterà di passare da Gerusalemme e dalla reggia del tiranno, a costo di allungare e non di poco il viaggio, poi prenderanno per il nordest.
Anzi si ripromettono di mettere una pulce all'orecchio di Giuseppe, per avvertirlo del pericolo che corrono, con quel bambino, per via di Erode, che vuole ucciderlo, consigliandogli di andarsene di lì al più presto (evitando così anche loro di rientrare nello scatolone).
A completamento di tutto, anche delle puntate precedenti, voglio aggiungere che è stato ritrovato, sul fondo di una di queste scatole, pronte già per archiviare per un anno la magia del Natale, un foglio dallo scritto scolorito per l'umidità, sul quale è possibile leggere poche considerazioni personali dell'autore del racconto, che nulla hanno a che vedere con quanto precede e che quindi potete tranquillamente saltare.
"Dunque questa notte arriva la Befana, che ha preso il compito dei re magi, quanto al portare regali ai bambini dell'area mediterranea, sebbene non si capisca a quale titolo. Va bene che anche Babbo Natale, che vanta una nobile tradizione nordica, non sembra avere maggiori titoli per prendere il posto dei tre venuti dall'est in groppa ai cammelli. E fa una concorrenza sleale alla nostra vecchierella, arrivando molto prima con la sua slitta e lasciando a quest'ultima un compito quasi residuale, da premio di consolazione, un po' retrò, con la scopa volante e il sacco in spalla. Ma a chi la dà a bere?
Per me, quand'ero bambino, Il giorno prima dell'Epifania era generalmente un giorno un po' bello e un po' triste, perché era la vigilia più che della Befana, del ritorno a scuola, con tutti i compiti delle vacanze ancora da fare. Questo massimamente, quando alla Befana non ci si credeva più. Perché prima, all'epoca della beata fanciullezza, in cui alla Befana ci si credeva eccome, la gioia dell'attesa (ecco la vigilia!) che preludeva al momento felice della scoperta dei regali, era superiore ad ogni altra preoccupazione.
E quanto tempo, dopo, ho prolungato ad arte quel periodo di finta fanciullaggine, con la condiscendenza dei miei genitori, ben consapevole che ammettere di sapere, avrebbe comportato la fine della bella favola e dei regali!
A casa di Stefano e Lucia, il mito è ancora intatto e rivive nella saga dei calzettoni appesi, una volta alla cappa del camino, ora, sembra, ad una semplice sedia. Ma tanto, (che fa?) l'importante è che David, Salomè e Jaco, aprendo gli occhi stamattina, vivano l'incanto di un momento di felicità nell'amore grande dei loro genitori.
Buona Befana a tutti, che siate stati buoni, o, perché no? per una volta, anche cattivi."
6 gennaio 2016
Bruno
Rinnovo gli auguri anche per quest'anno (soprattutto ai 'cattivi').
5 gennaio 2017
Tanto bello ti sembra che ce lo riproponi per la terza volta? No, è che non avendo altro sotto mano e volendo comunque ricordarvi che domani è la Befana, non posso fare altro che passarvi questa minestra riscaldata.
Buona Epifania e bei regali a tutti.
5 gennaio 2018
La stella brilla e sembra puntare proprio qui, anche se, con le prime luci dell'alba, comincia a sbiadire e si vede e non si vede. Uno di loro è sceso dal cammello ed ha preso dalla sacca alcune carte che si mette a compulsare alacremente alla luce delle sbiadite stelle. Poi estrae da una sacca laterale uno strano strumento a forma di ampolla doppia, forse una clessidra e guarda attentamente dentro al vetro, per controllare il livello della sabbia lungo l'asta graduata.
"Ci siamo" - dice ai suoi compagni - "Il posto è questo. Ma l'alambicco (volevo dire l'almanacco) dice che siamo con un giorno di anticipo. Che si fa? Entriamo, o torniamo domani?"
"Sì, domani!" - risponde uno degli altri due, infastidito - "Dài, dài, entriamo" - sollecita il terzo, scendendo anche lui dal cammello e facendo alcuni esercizi per raddrizzare la schiena.
L'unico rimasto in groppa, scende a fatica dalla sella, dopo aver fatto inginocchiare il quadrupede e tutti e tre ormeggiano le 'navi' ad una staccionata poco distante, battendo i piedi per terra, per sgranchire le gambe. Poi entrano nella capanna.
Segue il resoconto di un testimone, che un anno prima aveva assistito alla stessa cerimonia e ne aveva brevemente tratto questo quadretto:
"I pastori hanno vegliato tutta la notte. I re magi sono arrivati alle prime luci dell'alba ed ora sono in adorazione del bambino. Hanno portato ricchi doni. Vista dal di fuori la capanna, è buia e dalla porta trapela una luce tenue, mentre tutt'intorno, poco alla volta, si spengono le lucerne e una folla di persone comincia ad avvicinarsi, spinta dalla curiosità e dalla meraviglia. Anche loro portano doni, ma più modesti, a seconda delle proprie possibilità. All'interno, nella mangiatoia adattata a culla, il bambino, vestito di poveri panni, sgambetta felice. E' assistito da Giuseppe e Maria, mentre il bue e l'asinello, attendono mansueti al loro compito di fare caldo al neonato.
Un pastore sulla porta sembra in forse: "sarà davvero il nostro Salvatore?" si chiede sottovoce.
"Dagli all'eretico!!!", esclama qualcuno che lo ha sentito, ma la semplice presenza dei Re Magi che con le loro alte figure si voltano severi a guardare verso i vocianti, è sufficiente a zittirli.
Il Presepe è finalmente completato. Tutte le figure hanno fatto la loro comparsa, anche se gli ultimi tre, arrivati appena in tempo, sembrano ancora un poco frastornati. Sanno che dopodomani il Presepe sarà disfatto e le statuine torneranno negli scatoloni, pronti per il prossimo anno, e avrebbero desiderato poter apparire un poco più a lungo. Sono imbarazzati anche per il fatto che sanno di dover approfittare di lì a poco di un attimo di distrazione dei padroni del Presepe, per sgattaiolare via, prima che tutto finisca, e riprendere la strada del ritorno.
Sanno già, però, che non rifaranno la stessa di prima, quella che hanno fatto per arrivare, per non darla vinta a quel tiranno di Erode che pretende di sapere da loro dove si trova questa capanna nella quale sarebbe (il condizionale è d'obbligo, ma solo per Erode!) nato il Bambino destinato ad essere il Re dei Giudei. Hanno già deciso che passeranno lungo una traiettoria che, costeggiando il lato sud del Mar Morto, eviterà di passare da Gerusalemme e dalla reggia del tiranno, a costo di allungare e non di poco il viaggio, poi prenderanno per il nordest.
Anzi si ripromettono di mettere una pulce all'orecchio di Giuseppe, per avvertirlo del pericolo che corrono, con quel bambino, per via di Erode, che vuole ucciderlo, consigliandogli di andarsene di lì al più presto (evitando così anche loro di rientrare nello scatolone).
A completamento di tutto, anche delle puntate precedenti, voglio aggiungere che è stato ritrovato, sul fondo di una di queste scatole, pronte già per archiviare per un anno la magia del Natale, un foglio dallo scritto scolorito per l'umidità, sul quale è possibile leggere poche considerazioni personali dell'autore del racconto, che nulla hanno a che vedere con quanto precede e che quindi potete tranquillamente saltare.
"Dunque questa notte arriva la Befana, che ha preso il compito dei re magi, quanto al portare regali ai bambini dell'area mediterranea, sebbene non si capisca a quale titolo. Va bene che anche Babbo Natale, che vanta una nobile tradizione nordica, non sembra avere maggiori titoli per prendere il posto dei tre venuti dall'est in groppa ai cammelli. E fa una concorrenza sleale alla nostra vecchierella, arrivando molto prima con la sua slitta e lasciando a quest'ultima un compito quasi residuale, da premio di consolazione, un po' retrò, con la scopa volante e il sacco in spalla. Ma a chi la dà a bere?
Per me, quand'ero bambino, Il giorno prima dell'Epifania era generalmente un giorno un po' bello e un po' triste, perché era la vigilia più che della Befana, del ritorno a scuola, con tutti i compiti delle vacanze ancora da fare. Questo massimamente, quando alla Befana non ci si credeva più. Perché prima, all'epoca della beata fanciullezza, in cui alla Befana ci si credeva eccome, la gioia dell'attesa (ecco la vigilia!) che preludeva al momento felice della scoperta dei regali, era superiore ad ogni altra preoccupazione.
E quanto tempo, dopo, ho prolungato ad arte quel periodo di finta fanciullaggine, con la condiscendenza dei miei genitori, ben consapevole che ammettere di sapere, avrebbe comportato la fine della bella favola e dei regali!
A casa di Stefano e Lucia, il mito è ancora intatto e rivive nella saga dei calzettoni appesi, una volta alla cappa del camino, ora, sembra, ad una semplice sedia. Ma tanto, (che fa?) l'importante è che David, Salomè e Jaco, aprendo gli occhi stamattina, vivano l'incanto di un momento di felicità nell'amore grande dei loro genitori.
Buona Befana a tutti, che siate stati buoni, o, perché no? per una volta, anche cattivi."
6 gennaio 2016
Bruno
Rinnovo gli auguri anche per quest'anno (soprattutto ai 'cattivi').
5 gennaio 2017
Tanto bello ti sembra che ce lo riproponi per la terza volta? No, è che non avendo altro sotto mano e volendo comunque ricordarvi che domani è la Befana, non posso fare altro che passarvi questa minestra riscaldata.
Buona Epifania e bei regali a tutti.
5 gennaio 2018
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