APOTEOSI

Cosa dire dell'apoteosi? E' qualcosa che a noi non accadrà mai, né avremo modo di assistere nella nostra vita ad una qualche manifestazione che ad essa possa essere avvicinata.

L'apoteosi è il trionfo, la massima esplosione della maestà, e, in un primo tempo, si addiceva solo al divino. Era la divinizzazione stessa. Il processo attraverso cui un uomo veniva trasformato in divinità.

Da "apo" , presso, "theos", Dio, apoteosi significa "vicino a Dio", si chiama così, quindi, ogni assunzione che porti il prescelto presso di lui. La manifestazione del divino, come apparizioni, miracoli ed altro, invece fu chiamata "teofania" o "epifania", che pressappoco significavano la stessa cosa.

Via degli dei/Cima del Monte Adone (BO) - 2016

Una grande apoteosi dovette verificarsi quando dal sepolcro nel quale era stato deposto, la pesante pietra che ne chiudeva l'accesso, fu rimossa come un fuscello e da esso uscì il corpo risorto del Salvatore, splendente nella sua gloria e volato in cielo per sedere alla destra del Padre Suo. Peccato che avvenne di notte o alle primissime luci dell'alba, prima comunque che arrivassero le tre pie donne chiamate Maria e nessuno poté assistervi.

Un'altra apoteosi fu quella nelle quale una delle tre Marie, la madre di Gesù, ormai sessantenne, come si presume, morì (o non morì, la cosa è controversa) e volò in Cielo con tutto il corpo. Anche in quella occasione non vi furono testimoni, tanto che se ne ignorano gli ulteriori, necessari, particolari.

Ma dopo di questi esempi illustri, molti altri casi vi furono di teofanie eclatanti consistenti in manifestazioni divine, come apparizioni (la più famosa fu quella di una croce, che fece cadere da cavallo Saulo sulla via di Damasco), fenomeni non altrimenti spiegabili, come la liquefazione annuale del sangue di S. Gennaro, rappreso in un'ampolla, ecc. ecc., sempre di più degradando, se così si può dire, dal divino verso l'umano, venendo infine a significare anche altre cose, sempre maestose, ma non più derivanti da atti o fatti divini, o quantomeno in cui l'intervento divino era solo portato come similitudine, per farne capire l'importanza.

In senso generale, laico e civile, apoteosi significa trionfo, come conseguimento da parte di una persona, per meriti eccezionali, del massimo della gloria, come punto apicale, l'acme di tutte le cose umanamente raggiungibile.

Uno scienziato, un poeta, uno scrittore, un artista, possono in un certo punto della loro vita, raggiungere l'apoteosi del successo.

Ma non solo le persone, anche le cose possono conoscere l'apoteosi così concepita. Un certo romanzo di uno scrittore, un certo concerto, una tale scoperta, se raggiungono il punto più alto nella produzione dei loro rispettivi autori, costituiscono altrettante apoteosi della cosa in sé. Anche senza che vi sia un autore: apoteosi dell'amore, della felicità, del pensiero razionale, ecc.

Con un termine derivato ancora una volta dal greco, si parla anche di "catasterismo", che si verifica quando la persona o l'oggetto vengono "collocati tra le stelle", o addirittura trasformati in astri a glorificazione imperitura della loro fama.

Come tutte le cose portate all'eccesso, anche l'apoteosi diventa ridicola quando viene riferita a fenomeni di poca consistenza, tutt'altro che duraturi, frutto di un momentaneo abbaglio collettivo.

Si pensi alla fama dei divi e delle dive del cinema, agli astri del calcio, alla notorietà di qualche artista, tutte cose destinate ad essere ricordate per la loro caducità, come asteroidi che si consumano nel breve spazio di un attimo di fulgore.

Ignoriamo perché obbrobriose, le processioni religiose che in alcuni paesi si fanno e che passando davanti alle case di boss famosi, sostano, costringendo perfino i santi a rendere omaggio al loro potere mafioso.

Commenti

  1. potrebbe essere citata anche la croce che apparve a Cpostantino (primo imperatore romano convertito al cristianesimo) ? " in hoc signo vinces"

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