VANAGLORIA

Dicono che la parola 'vanagloria', sia poco usata per quanto sia invece molto diffuso il vizio che essa intende denunciare.

Infatti la parola è molto aperta, di significato così palese da non richiedere alcuna spiegazione e ciò ne scoraggerebbe l'uso, tanto più che, per converso, si potrebbe verificare che chi volesse utilizzarla, spesso ne sarebbe lui stesso portatore.

Non necessita di ricerche circa la sua origine per coglierne l'intima essenza, eppure non è un neologismo, risultando dalla combinazione di una locuzione latina che la ripete pari pari (la combinazione ripete la locuzione e non viceversa, ovvio), senza neanche un poco di fantasia, ma comunque risale a tempo immemorabile.

La locuzione è appunto 'vana gloria', che vuol dire e non potrebbe essere diversamente, gloria vuota, inesistente.

Ora, per quanto possa essere odioso il vanaglorioso, sembra che un poco di questo difetto sia insito in ognuno di noi e questo spiegherebbe la ritrosia a farne uso nei confronti di chi ci sta vicino, per timore che la stessa accusa possa essere rivolta a noi stessi. Ritorcersi contro di noi come un boomerang.

Entriamo dunque nel personaggio che è caratterizzato dalla vanagloria.

E' stato fatto notare che non si tratta di un superbo, o che comunque questo non sia il suo tratto principale. Perché il superbo, per quanto antipatico sia il suo atteggiamento, potrebbe però avere di che vantasi a ragione. Mentre chi si ammanta di vanagloria, non ha assolutamente motivo di farlo.

Per principio, come dice la parola stessa.

Essendo un vanto immeritato, senza fondamento, si può trattare o di cosa inventata, come nel caso del mitomane, di una bufala, oppure di una sopravvalutazione di un gesto o di un carattere della persona che si attribuisce meriti eccessivi per azioni di scarso valore.

E' la figura del millantatore. Millantare vuol dire moltiplicare per mille i meriti che si pretende di avere riconosciuti dagli altri.

Questo è un altro carattere del vanaglorioso, la smania di apparire agli occhi degli altri, immaginandosi migliore di tutti, campione in ogni campo. La frenesia di primeggiare, di mettere avanti sempre la propria persona, i propri meriti, le proprie qualità. Tanto più se non se ne hanno.

Quanto al fatto che questo difetto possa essere in misura maggiore o minore presente in ogni essere umano, mi permetto di dissentire. Conosco persone che sono di una modestia esemplare, pur potendo vantare meriti in quantità, che non rincorrono il consenso dei più, né le onorificenze, cioè il giusto riconoscimento di aver bene operato a vantaggio della collettività, che mai si sognerebbero di sollecitare e che a volte addirittura rifiutano pubblicamente.

Dall'altro lato, però, si può dire che gli impostori ci sono e la storia ne è piena.

Ecco cosa diceva Trilussa a proposito della vanagloria:
La lumachella de la Vanagloria
ch'era strisciata sopra un obelisco,
guardò la bava e disse: Già capisco
che lascerò un'impronta ne la Storia.

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