REPROBO

Non si pensi che io insegua certi vocaboli di gusto ecclesiastico per una mia simpatia con quel linguaggio ridondante di tipo censorio e accusatorio. Tutt'altro: mi piace notare come anche nel linguaggio, i caratteri di un'epoca durata circa due millenni, con molte traversie e con una influenza via via scemante, si sia imposta una cultura di fondo che ha improntato di sé la vita delle nazioni occidentali, l'Italia in primis, per il privilegio di ospitare la Sede mondiale della religione cristiana.

La parola 'reprobo', è una tipica espressione di questa condizione. Viene dal latino tardo ed ecclesiastico, formato dalla particella 're', che indica una notazione 'contro' e dall'aggettivo 'probus', che vuol dire 'buono'. Quindi il reprobo è il contrario di un uomo buono, e pertanto un cattivo per eccellenza.

Tanto cattivo da meritare la condanna divina. Ecco l'aggancio con il giudizio morale, che apre le porte dell'Inferno per il malcapitato. Siamo in pieno regime di condanne inappellabili, inevitabili, eterne. Un marchio per pochi o molti che non hanno proprio nulla di buono (atei, apostati, sodomiti e simili).

Oltre l'abiura che, essendo una confessione di reità, spesso serve a rinforzare la condanna. Oltre l'anatema che è già per sé, una maledizione. Serve a qualificare chi è proprio spacciato, buono solo per le cure dei diavoli.

Certo, poi la parola ha avuto un'espansione di senso ed un affievolimento della sua gravità, con l'uso indiscriminato da parte di chi non ne conosceva l'origine, ed è arrivata a significare il cattivo, in senso buono, perdonatemi la battuta.

Un cattivo normale, come ne conosciamo, che non preoccupa più di tanto, tipo da prendere qualche bacchettata, un rimbrotto, al più una multa e qualche anno di carcere con la condizionale. Pene da scontare sulla terra, per pagare come si suol dire, il debito nei confronti della società, ma senza l'incubo di una vita eterna da trascorrere al di là, come reprobo, tra sofferenze infinite, oltre quelle che avrebbe già provato qui, da povero diavolo.

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