REMORA

La remora è un pesce. Un pesce parassita che si attacca con una ventosa ad altri pesci, o allo scafo di un'imbarcazione, lasciandosi trasportare, riuscendo così in qualche modo d'impaccio al suo trasportatore.

L'idea del pesce parassita rende bene il senso di quello che la remora effettivamente è: una riserva di tipo morale o ideale, che si attacca al pensiero di una persona, impedendogli di portare a termine una sua azione programmata.

La remora è un impedimento, un ostacolo, un freno all'azione. Vorrei fare un viaggio intorno al mondo, ma ho la remora di non dare fondo ai miei pochi risparmi, o di non lasciare soli i miei figli, ecc.

La parola è composta da 're' e da 'mora', che è una sospensione, un lasso di tempo che intercorre tra due momenti, quello in cui si prende una decisione e quello in cui la si mette in atto. In campo giudiziario si dice ad esempio, 'nelle more dell'istruttoria', per significare il periodo di tempo che separa l'inizio della procedura da quello in cui avviene l'eventuale rinvio a giudizio.

In genere poi si dice che quando le cose non sono mature, si impone una moratoria.

La particella 're', premessa a 'mora', ha in questo caso valore rafforzativo dell'idea di contrarietà che la contraddistingue, proprio come qualcosa che si attacca e rema contro ed impedisce al processo decisionale di andare avanti.

Qui, però, la connotazione etica che fa da motivazione all'impedimento, non sempre è di natura religiosa, anche se le remore sono insorte maggiormente in ambito religioso. (Un cattolico praticante, vorrebbe divorziare ma ha la remora dell'indissolubilità del matrimonio).

Proprio ieri il Parlamento ha approvato la legge sul testamento biologico, o fine vita, come si dice, nei confronti della quale i cattolici nutrivano molte remore.


Ma le remore sorgono anche per la salvaguardia di altri valori, squisitamente civili, quali l'onore, la gloria, l'onestà, la giustizia e simili (sto per acquisire un patrimonio ereditario, ma so che il dante causa era un disonesto e quindi ho la remora ad accettare. Non compro prodotti provenienti da paesi che sfruttano il lavoro minorile, perché ho la remora del rispetto dei diritti civili, ecc.).

Simile alla remora è lo scrupolo, che con la prima condivide lo stato di indecisione che entrambi provocano. Lo scrupolo è la preoccupazione che qualcosa possa riuscire non pienamente legittima, o possa essere fatta senza la necessaria accuratezza. Ho lo scrupolo che una festa di beneficenza possa non riuscire, nonostante gli organizzatori abbiano predisposto tutto curando scrupolosamente ogni minimo particolare.

Viene dal latino 'scrupulus', diminutivo di 'scrupus', sasso ed anche qui la la figura simbolica è prevalente. Nella remora era il pesce parassita che ostacolava l'azione, qui è un sassolino che si insinua nella coscienza, divenendo motivo di esitazione. Dubbio spesso morale che assale chi una coscienza ce l'ha. Chi è senza scrupoli, non si pone problemi morali.

Anche il dubbio, intervenendo ad un certo punto della decisione, può arrestare l'azione, ma il dubbio è più specifico e va sciolto prima di proseguire. Ho il dubbio che una notizia sia vera o falsa. Aspetto di saperne di più.

La remora, invece, è un sentimento, è un impedimento morale che si frappone al compimento di un gesto. Ho una remora a stringere rapporti amichevoli con una persona che ha gravemente offeso qualcuno della mia famiglia. Non ho alcun dubbio che lo abbia fatto, so che dopo tutto è una brava persona, cionondimeno non ho alcuna intenzione di stringergli la mano.

Stranamente poi, dal campo ideale si passa a quello reale e la remora diventa quel piccolo spazio di mare liscio che si forma sul fianco di una barca alla deriva quando scarroccia.

Il mare, come il pesce all'inizio di questa breve chiacchierata, avranno un loro valore simbolico. forte l'idea dell'aggancio con qualcosa che frena le coscienze, un piccolo vortice sulla scia di una barca, un pesce che tenta di attaccarsi, la remora può essere tutto e niente, dipende dalle persone.

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