FLEMMA

La flemma viene vista come una caratteristica negativa di alcune personalità anche notevoli o di un intero popolo. Degli inglesi si dice che hanno una flemma 'tradizionale', che cioè si portano dietro da sempre. Come costume, abitudini di vita e modi di pensare e di agire. Lo stesso si dice di etnie mediorientali, dette 'levantine', che uniscono alla flemma, una certa dose di malizia subdola e propensa all'inganno.

Naturalmente sono pregiudizi, perché la predisposizione alla calma e alla riflessione, ancorché non essere appannaggio di popoli, o di alcuni soggetti, non è affatto un difetto. Degli inglesi si dice pure che sono troppo seriosi, escono con l'ombrello anche in giornate di sole e mangiano il roast-beef come solo loro lo sanno fare. Degli orientali poi, secondo alcuni, basta dire che in maggioranza sono musulmani, per ispirare diffidenza.

La flemma non è solo calma e lentezza, cosa per cui in passato era ritenuta sinonimo di pigrizia e debolezza, ma vuol dire anche padronanza di sé, sangue freddo di fronte ad eventi drammatici, capacità di conservare il raziocinio anche in situazioni di estremo pericolo.

Nella storia e nella letteratura abbiamo numerosi esempi di personalità flemmatiche che hanno riscosso notevoli successi, proprio perché erano in possesso di questa qualità.

Quinto Fabio Massimo, il famoso “Temporeggiatore”, non era forse criticato dai romani suoi contemporanei, piuttosto 'focosi' di carattere, prima di vedere i risultati della sua tattica, dilatoria, riconoscendo solo alla fine che la sua era l'unica via per la vittoria?

Conservo ancora con piacere il ricordo, che risale al tempo ormai lontano della mie prime letture, di Yanez De Gomera, il flemmatico portoghese dalle mille tasche, e l'eterna sigaretta in bocca, il celebre personaggio uscito dalla penna di Emilio Salgari, il fedele compagno di Sandokan, che si rivelava prezioso in molte occasioni, per la sua capacità di mantenere la calma e temperare gli slanci troppo irruenti della 'Tigre della Malesia', nei frangenti di tempeste marine e battaglie memorabili , arrembaggi e duelli all'arma bianca.

Una certa dose di flemma è rinvenibile in molti personaggi della letteratura gialla, tra i grandi investigatori, a cominciare da Sherlock Holmes, l'antesignano di tutti i segugi, al grasso e quasi immobile Nero Wolfe, all'infaticabile commissario Maigret con la sua pipa sempre accesa.

Flemma in realtà viene dal greco 'Phlegma', sostantivo derivato dal verbo 'phlego', che vuol dire 'brucio', usato però con un senso diverso, non di fiamma che brucia, ma di cosa bruciata, che non può più bruciare, da cui deriverebbe l'attitudine alla calma. Come dire: Il fuoco è spento e c'è modo di ragionare.

Dallo stesso lemma (f-lemma, vero Giuse?), deriva 'flagrante', però qui il fuoco c'è tutto; si dice di cosa scoperta mentre si sta verificando (e quindi brucia), come nel classico 'sorpreso/a in flagrante adulterio', il che può avvenire ancorché la biancheria indossata, o appena tolta, sia ancora fragrante di bucato.

E' stato detto che questo tipo di calma è più vicina all'inerzia, con un risvolto negativo, che alla calma olimpica, serafica, quale quella di un monaco cistercense.

Non sono d'accordo con questa visione: ho in mente un mio amico da poco scomparso, che del monaco non aveva nulla, e che quanto a flemma era addirittura esasperante in alcuni momenti, stranamente, gli stessi nei quali io mi trovavo ad essere particolarmente nervoso ed irascibile. La sua calma era un antidodo alla mia ansia malcelata. Con il suo ragionamento sempre lucido, perspicace e consequenziale, il suo comportamento attivo e vigile, i modi mai bruschi, ma fermi, era un' ancora di salvezza in molte occasioni.

Alfredo resta per me un paradigma di cosa voglia dire essere flemmatico, nel senso migliore. Un uomo imperturbabile.

Dimenticavo di dirvi di una curiosità che chiama in causa di nuovo gli inglesi, anzi gli scozzesi, che tanto inglesi non vorrebbero essere, il fuoco ed ancora una volta il mio amico Alfredo: si tratta del c.d. 'olio di flemma', che è un alcool che si estrae dalla distillazione di alcune erbe, dall'odore sgradevole e per questo usato per uso industriale. Esistono però delle erbe dalla cui distillazione di ricava un alcool dall'odore molto piacevole, che viene usato per la fabbricazione di alcuni whisky di ottima qualità. Già il Whisky va gustato con una certa flemma, la distillazione si fa col fuoco di cui al 'phlegma' iniziale; Alfredo, flemmatico e sorridente era un intenditore, nonché appassionato, ma modico consumatore, di bevande alcoliche, vino, birra e whisky e forse avrebbe avuto piacere a sapere che quest'ultimo, il whisky, aveva a che fare con la flemma di cui era un esempio vivente.

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