ANALISI

Ecco, direte, questo oggi si è svegliato con la vena dell'insegnante e vuole impartirci una bella lezioncina di analisi logica e grammaticale, sintattica e del periodo, che dio ne scampi.

Tranquilli, non si tratta né di questo, né di tutte le altre innumerevoli occasioni in cui si usa la parola "analisi" in una quantità di contesti e contenuti veramente notevole.

Nemmeno, pensate, di quella particolare analisi che fanno gli strizzacervelli, scomponendo i vari elementi che costituiscono le emozioni e i traumi profondi, per restituire a chi ne ha bisogno, la serenità attraverso la luce fatta sugli intricati incastri della psiche che arrecano disagi a volte insopportabili.

Già sento i primi commenti: intanto "sto furbacchione ci ha già detto che l'analisi consiste in una scomposizione; ora verrà ad aggiungere che la parola deriva dal greco analusis, un derivato di analuo, scompongo, donde il nostro moderno uso di scomporre tutte le cose, per vedere come sono fatte, come funzionano e a che cosa servono".

E non soltanto le cose materiali, ma ancor più quelle che non hanno consistenza corporea, spirituali o come le volete chiamare. Arieccolo coi fantasmi, le fantasie ed altre ubbìe di tal genere.

Acqua, acqua, non ci siete, non ci siete. Analisi filosofica, matematica, qualitativa e quantitativa, gravimetrica, volumetrica e infinitesimale, non fanno parte dei miei interessi di oggi.

Vuoi vedere che vuole dirci dell'analisi batteriologica, del sangue e delle urine?

Siamo ancora lontani.

Allora ci vorrà dire della differenza tra analisi e sintesi, l'analisi che consiste nello spaliare (in abruzzese moderno, sparpagliare) i vari elementi, al fine di conoscenza, e la sintesi che raccoglie le cose che sono sparse (spaliate) per comporle in unità, come pillole di sapere. Cosa che poi e tutti lo sanno, non è del tutto vera, perché dopo la più accurata analisi, alla fine una sintesi si dovrà pur trovare, per capire di che cacchio stiamo parlando.

Ho capito, si tratta solo di un diversivo; questo oggi non aveva altra freccia al suo arco e si messo a scagliare a casaccio, facendo affidamento sulla nostra capacità di sopportazione ed eccolo sproloquiare di una cosa di cui nemmeno lui sa niente, né ha idea di dove vuole arrivare.

Fuocherello, fuocherello.

Vorrei che ci soffermassimo un attimo sul concetto di analisi epistemologica, che come tutti voi dotti sicuramente sapete, differisce e prescinde dall'indagine gnoseologica.

Chi ha parlato? Mi è parso di udire un rumore simile ad una pernacchia. Silenzio.

Questo è un momento fondativo che non vi dovete perdere. C'è di mezzo la catarsi aristotelica, quella che considerava la tragedia come mimesi della storia e non possiamo trascurare l'importanza della carica semantica delle parole che tutte insieme costituiscono un sistema di analisi della realtà, attraverso la scomposizione a fini di conoscenza di tutto il creato, lasciando agli altri il compito di decidere se questo, il creato, sia stato veramente creato o si sia aggregato spontaneamente dal nulla o dal caos.

Siamo in pieno periodo natalizio e porsi certi interrogativi non aiuta la digestione. Ma in ultima analisi, a questo punto, tutti avrete capito che l'unica cosa seria del discorso di oggi è il messaggio che intendo trasmettervi : vogliamoci bene e tante belle cose a tutti.

Commenti

  1. Cari amici, scherzi a parte, non vi sembra che il lavoro che l'autore della parte iconografica del blog sta svolgrndo, sia ogni giorno più coinvolgente? La sua è un'interpretazione visiva a vasto raggio, di quanto detto a parole, che parte da lontano, per colpire la sensibilità dell'osservatore con la sugestione di impressioni nuove ricche di reminiscenze antiche, con richiami ai valori del tempo e degli affetti. Un lavoro sopraffino di concentrazione e diffusione che alletta e fa pensare. Grazie Giuseppe.

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